La vigilia di Natale

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24 dicembre 1976, tenuta Malfoy

Regulus cercava disperatamente di concentrarsi sugli elfi domestici che, correndo da una parte all'altra della villa immensa, si affaccendavano a sistemare gli ultimi dettagli che avrebbero reso maestosa ed impeccabile la festa che si sarebbe tenuta la sera successiva e a cui era stata invitata rigorosamente ogni famiglia che poteva vantare di appartenere all'ormai sempre più ristretta élite di nobile e puro sangue magico. Tuttavia, nemmeno il fatto di essere seduto su una confortevole poltrona in pregiata pelle di drago, con accanto un invitante vassoio ricolmo di tartine di ogni genere, riusciva a distogliere i suoi pensieri da ciò che stava avvenendo a pochi passi da lui, oltre la pesante porta di noce che celava alla sua vista lo studio di Abraxas Malfoy, nel quale suo padre e Tom Riddle discutevano silenziosamente ormai da diversi minuti.

"Ricorda Regulus: solo e soltanto "Lord Voldemort", non rivolgerti mai a lui con il suo vero nome, lo faresti infuriare"

Gli aveva detto suo padre quella mattina con il suo consueto tono piatto, poco prima che si attivasse il collegamento via metropolvere con villa Malfoy, dove il signore oscuro li attendeva per "scambiare due chiacchiere".

-Lord Voldemort, solo Lord Voldemort-

Si corresse quindi, ripetendo ancora e ancora quel nome a bassa voce e zittendosi non appena il cigolio sommesso della robusta porta irruppe nel silenzio della stanza, interrompendo inesorabilmente il flusso dei suoi pensieri. Un istante dopo vide emergere la figura di suo padre, aveva uno sguardo strano, diverso da quell'espressione di indifferenza che era solito assumere ogni volta che si rivolgeva a lui

-Regulus-

Disse e nei suoi occhi a Regulus parve di scorgere come una sorta di silenzioso avvertimento

-vieni, Lord Voldemort desidera parlare con te-

Concluse quindi, spostandosi appena di lato per lasciarlo entrare in quella stanza così ampia eppure così angusta. Regulus avanzò oltrepassando il padre, il quale fece per seguire a sua volta il figlio all'interno dello studio, chiudendosi la porta alle spalle, ma la voce di Tom Riddle, fredda come il metallo, gli intimò di fermarsi

-desidero parlare con il giovane Regulus da solo... da uomo a uomo-

Disse, voltandosi ed aprendosi in un sorriso falso che non fu tuttavia sufficiente a scalfire la maschera di pietra che era il viso di Orion Black. Regulus da parte sua si sforzò di non voltarsi a guardare il padre, continuando a percepire tuttavia la sua presenza riluttante alle spalle: era ben consapevole del fatto che con un'elevata probabilità suo padre fosse così restio a lasciarlo solo con Tom Riddle solo perché ora lui rappresentava in qualche modo il futuro della famiglia Black, oltre al fatto che di certo non aveva alcuna voglia di sorbirsi una sfuriata da parte di Walburga se a lui fosse stato torto anche un solo capello, non prima della sfarzosa cena di Natale

-certamente, mio signore-

Disse infine Orion, richiudendosi quindi la porta in lucido legno massiccio alle spalle e facendo piombare improvvisamente il silenzio nella stanza, nella quale una debole luce filtrava attraverso l'ampia finestra davanti cui sostava la sagoma scura di Lord Voldemort: Regulus rimase immobile osservando quell'uomo che con le mani allacciate dietro la schiena fissava, probabilmente senza vederlo davvero, un punto lontano oltre le siepi elegantemente rifinite che circondavano la villa.

-i tuoi genitori sono molto fieri di te, Regulus-

Regulus non si soffermò nemmeno troppo a chiedersi il perché di quei convenevoli, concentrandosi piuttosto sullo sguardo affilato come una lama con cui ora Riddle lo stava squadrando. Solo in un secondo momento notò il vistoso medaglione che faceva bella mostra di sé sul petto dell'uomo, il quale, notato il suo interesse per quell'oggetto di pregiata oreficeria, si aprì in un sorriso fintamente benevolo

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