Lontani eppure vicini

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Quando Arya aprì la porta della propria stanza, per un secondo rimase interdetta nel trovare il proprio baule dei tempi di Hogwarts depositato ai piedi del baldacchino, mentre sul sontuoso letto notò che le anonime coperte della sera prima erano state sostituite da quelle blu notte che Arya ricordava così bene: evidentemente Silente doveva aver saputo anche che, alla fine, l'aveva avuta vinta e lei, volente o nolente, sarebbe rimasta ad Hogwarts. Si richiuse la porta alle spalle e, dopo aver lanciato in un angolo quelle maledette scarpe, si sedette a terra di fronte al massiccio baule che, nonostante gli innumerevoli graffi e le evidenti ammaccature, era sopravvissuto per tutti quegli anni. Lo aprì constatando che almeno la metà dei suoi vestiti erano stati sapientemente stipati lì dentro, assieme ad alcuni altri oggetti come una spugna da bagno, il suo spazzolino da denti, almeno cinque paia di scarpe, il portagioie babbano che aveva comprato alcuni Natali prima in un mercatino di un paesino remoto dell'Irlanda ed infine una serie di foto, incorniciate e non.

Riconobbe immediatamente quella che normalmente si trovava in bella mostra sul suo comodino, in una elegante cornice d'argento. Fece scorrere un dito sulla superficie in vetro che proteggeva quel prezioso ricordo del giorno del suo matrimonio: non aveva mai saputo chi avesse scattato quella foto in cui il suo sguardo e quello di Sirius si incontravano e in quell'esatto momento, mentre sui loro visi si dipingevano due sorrisi radiosi, la distanza che li separava si annullava in un bacio.

All'inizio aveva chiuso tutte quelle foto, specialmente quelle del suo matrimonio, in una serie di scatole di cartone che aveva poi sistemato in un angolo del proprio armadio, dove erano rimaste per anni, finché un giorno si era svegliata e aveva deciso che tenere tutti quei ricordi chiusi in fondo ad un armadio non l'avrebbe aiutata a dimenticare, né tanto meno l'avrebbe fatta stare meglio.

Aveva quindi passato un weekend interno a riempire album e cornici con tutte quelle fotografie, alcune più o meno recenti, ed altre che risalivano addirittura agli anni di Hogwarts. Aveva ritrovato persino le foto con cui Remus aveva documentato la folle idea di Sirius e James di incantare una motocicletta babbana perché potesse volare: Arya si ricordava benissimo lo sguardo malandrino con cui Sirius le aveva chiesto di testarla assieme a lui, dal momento che Lily aspettava il piccolo Harry e perciò James aveva dovuto a malincuore cedere quel "privilegio" all'amico

"non ci penso proprio, se vuoi sfracellarti su quella cosa lo farai da solo"

Gli aveva detto, con così poca convinzione che a lui erano bastati un paio di baci e la sua migliore faccia da cucciolo per convincerla. Arya si era allora stretta a Sirius, tenendo il viso nascosto contro la sua giacca di pelle e gli occhi ben chiusi, terrorizzata all'idea di trovarsi a centinaia di metri d'altezza su un oggetto babbano che di certo non era stato progettato per il volo. Aveva alla fine trovato il coraggio di aprire un occhio solo alcuni uminuti dopo che la moto si era staccata da terra: aveva guardato sotto di sé dove Londra si illuminava di mille luci mentre il buio della sera avanzava sui colori accesi del tramonto, ed era rimasta ad osservare quel curioso e meraviglioso spettacolo senza parole, tanto che Sirius le aveva stretto una mano chiedendole scherzando se fosse ancora viva, o se quella gelida brezza che soffiava lassù nel cielo che sovrastava Londra l'avesse per caso congelata.

Arya riemerse da quel ricordo con un ampio sorriso sulle labbra, ed afferrando un paio di magliette che sistemò nell'imponente armadio che occupava un terzo di una delle pareti della sua stanza. Una volta sistemati tutti i suoi pochi averi buttò un occhio al proprio orologio da polso e constatando che mancava almeno un'ora abbondante alla cena decise di approfittare del privilegio di avere una camera dotata di bagno personale, nel quale era compresa una vasca che sembrava una sorta di copia in scala ridotta di quella che si poteva trovare nel bagno riservato ai prefetti.

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