La distanza che ci separa

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Arya avrebbe potuto farlo, era ancora in tempo per deviare dalla propria traiettoria ed evitare lo scontro con il Serpeverde, ma quella voce... aveva chiuso gli occhi e inspirando una manciata d'aria aveva cercato di concentrarsi su quel suono: era una voce ne era sicura, ma Arya riusciva a distinguerla a fatica perché era appena udibile, sembrava più una specie di lamento sommesso, o forse una sorta di sibilo.

Quando aveva riaperto gli occhi le sue mani si erano serrate ancora più saldamente contro il legno lucido del suo manico di scopa ed era riuscita a percepire chiaramente il suo cuore che accelerava, mentre il ragazzo dalla divisa verde smeraldo era più vicino, sempre più vicino, troppo vicino: improvvisamente l'eco di quella voce, che si era fatta potente ed imperante, si era diffuso ovunque in lei e tutto nella mente di Arya si era azzerato, come se ogni pensiero, ogni incertezza, ogni paura fossero stati inesorabilmente messi a tacere.

-ti capita ancora spesso di sentire quella voce? –

Arya riemerse con cautela dai propri ricordi e solo dopo aver riaperto gli occhi sul panorama verdeggiate che si estendeva oltre una delle finestre dell'infermeria di Hogwarts, riacquistò completamente coscienza di ciò che era accaduto poco prima in quella stessa stanza, di come Lucius Malfoy l'aveva guardata prima di andarsene, sbattendo violentemente le due ante della pesante ed antica porta alle proprie spalle.  

-non lo dica così, come se fossi una pazza-

Disse, voltandosi finalmente a guardare l'anziano preside di Hogwarts, che le sorrideva attraverso i sottili occhiali a mezzaluna

-oh mia cara, non hai idea di quante voci tormentano me, sarebbe ipocrita da parte mia dare a te della pazza-

Arya scosse la testa tornando a volgere lo sguardo oltre il vetro spesso della finestra, meditando sull'idea che dopotutto essere fuori di testa tanto quanto il grande e potente Albus Silente poteva essere addirittura qualcosa di cui vantarsi

-mi capita solo quando ho a che fare con gente come il signor Malfoy-

Disse sinceramente: negli ultimi dodici anni, da quando il Signore Oscuro sembrava essere finalmente sparito dalla vita di tutti loro, la sua quotidianità era stata sufficientemente monotona da far tacere quel sibilo che sembrava essere in grado di governare la sua volontà, senza che lei potesse fare nulla per impedirlo.

Arya percepì alle proprie spalle il fruscio che la lunga e pesante veste del preside produceva a contatto con il freddo pavimento in pietra e poco dopo avvertì la presenza dell'anziano uomo accanto a lei: dal momento che non ci si poteva materializzare all'interno dei confini di Hogwarts e non potendo nemmeno contare su di una rocambolesca fuga dato il terribile male ai piedi, si arrese voltandosi nuovamente verso il preside, ben consapevole di ciò che stava per dirle

-Lucius Malfoy non è una delle persone più facili con cui avere a che fare, me ne rendo conto, però Arya... -

-"devi stare attenta ai tipi come lui", lo so, me lo diceva sempre anche mio padre-

Disse lei senza preoccuparsi di interromperlo, ma questa volta Silente assunse un'espressione inaspettatamente seria e per un secondo ad Arya sembrò davvero di essere tornata una ragazzina finita nell'ufficio del preside dopo essere stata sorpresa fuori dal proprio dormitorio in piena notte

-è una questione più seria di quanto pensi Arya, Malfoy era fuori di sé quando è entrato nel mio ufficio per lamentarsi di come la nuova infermiera l'aveva trattato-

Arya avrebbe voluto replicare che innanzitutto lei non era un'infermiera ma uno stramaledetto medimago, diplomato a pieni voti per giunta, e poi magari condire il tutto con un'altra delle sue uscite sarcastiche, ma si costrinse a far passare ogni singola parola attraverso un filtro prima di pronunciarla  

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