Legittimi eredi

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24 settembre 1976, Grimmauld Place

Quella stessa mattina, in un'altra parte di quella grande e grigia città, Orion Black affidava al proprio gufo una minuscola pergamena su cui aveva scritto null'altro che un orario ed un indirizzo, guardandosi bene dall'apporre la propria firma o il sigillo dei Black sul minuto pezzo di carta, e l'animale aveva appena dispiegato le ali e preso il volo sparendo nel cupo cielo di Londra quando Walburga Black, senza preoccuparsi di bussare o chiedere "permesso" irruppe nel suo studio, ed il sorriso radioso stampato sul viso di sua moglie lo inquietò più di quanto non avrebbe dovuto.
-è giunto il momento, Orion: il Signore Oscuro incontrerà Regulus nelle vacanze di Natale-
Orion assimilò qualche secondo le sue parole prima di risponderle senza sforzarsi di nascondere la disapprovazione per il fatto che sua moglie si ostinava a ficcare il naso in faccende che non dovevano riguardarla, oltre al fatto che almeno cinque volte al giorno si presentava nel suo studio senza preoccuparsi minimamente di disturbarlo
-e tu cosa ne sai? –
Walburga si ritrovò ad assumere un'espressione sorpresa di fronte alle parole del marito, ma già un istante dopo aveva ripreso nuovamente quel suo cipiglio contratto e arcigno con cui pareva volesse incenerire il mondo intero
-nostra nipote Bella è riuscita a persuaderlo che Regulus è ormai pronto per servire la nostra causa e mi ha inviato un gufo poco fa per informarmi che l'incontro avverrà il 25 dicembre, durante la festa alla tenuta dei Malfoy-
Il tono di Walburga era glaciale e perentorio come sempre, tuttavia Orion riuscì a cogliere una punta di orgoglio nelle sue parole: finalmente il degno erede della famiglia Black avrebbe reso onore alla purezza che contraddistingueva da generazioni e generazioni il nome della loro nobile famiglia.
-bene, puoi andare ora-
Le disse congedandola con noncuranza e tornando a preoccuparsi dei propri affari, legali e non. Tuttavia Walburga, nonostante il marito avesse smesso di curarsi della sua presenza, non accennò ad andarsene, ma anzi avanzò fino a raggiungere la sua scrivania e posando le mani sulle carte che Orion stava studiando con finta attenzione, lo costrinse a porgerle la propria attenzione
-tutto qui quello che sai dire? Ti rendi conto dell'onore che abbiamo, che ha Regulus? Lui presto diventerà un... -
-so cosa diventerà e non mi serve che tu mi faccia una lezione sull'onore della nostra famiglia. Puoi andare ora-
Le ripeté con calma e con voce ferma, scandendo le ultime tre parole come per assicurarsi che il messaggio fosse finalmente recepito e Walburga se ne tornasse a tormentare Kreacher, il loro sventurato elfo domestico, nonché l'unico essere a Grimmauld place a tollerare e anzi ad essere persino felice della presenza di Walburga in casa.

Orion sostenne lo sguardo della moglie, immaginandosi solo una piccola parte delle maledizioni che molto probabilmente la donna stava meditando di scagliargli contro: non aveva mai amato Walburga, perciò sposarla ed avere dei figli da lei era stato più che altro un dovere, e nel corso degli anni Orion aveva scoperto di trarre una sorta di piacevole senso di appagamento nel far infuriare sua moglie, consapevole del fatto che lei, così ligia ai principi che le erano stati inculcati fin da quando era bambina, non avrebbe mai potuto né tanto meno osato opporsi al suo volere e alle sue parole. Più volte si era chiesto se fosse diventata così insopportabilmente testarda e perfida proprio a causa sua, ma dopotutto non gliene importava più di tanto, non finché si limitava a sfogare la propria frustrazione sullo sfortunato elfo domestico di turno.

Dopo qualche altro istante Walburga si raddrizzò, levando le mani curate e cosparse di preziosi anelli ereditati da innumerevoli zie morte nel corso degli anni dalla scrivania di Orion, e abbandonò quindi la stanza senza aggiungere una sola altra parola. Quando finalmente la pesante porta in quercia si richiuse con un tonfo alle spalle di sua moglie, Orion si lasciò scivolare contro lo schienale imbottito della sua poltrona e perdendosi a fissare un punto imprecisato di fronte a sé, senza vederlo davvero, si prese del tempo per riflettere su ciò che Walburga gli aveva appena comunicato.
Era consapevole che se non fosse toccata a Sirius la sorte di mantenere fede al cognome che portava, onorandolo con un giuramento di fedeltà ad un mezzosangue che professava di essere l'unico vero erede di Salazar Serpeverde, quel compito gravoso sarebbe inevitabilmente ricaduto sulle spalle di Regulus, e Orion era altrettanto conscio del fatto che la sua opinione, riguardo al fatto che molto probabilmente il giovane Black non fosse pronto (e che forse non lo sarebbe stato mai) per quel compito gravoso, non sarebbe stata né richiesta, né tantomeno ascoltata.

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