Capitolo 1 "Primo giorno di scuola"

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PREMETTO CHE ho scritto questa storia quando avevo all'incirca tredici anni. Leggendola ora anch'io mi chiedo come abbia fatto a scrivere un aborto simile e in un modo così penoso. Avevo molta meno esperienza e quindi, se siete alla ricerca di una bella storia, ricca di senso logico e lessico raffinato, non leggete questa.
Se ve lo state chiedendo, non l'ho cancellata perché alla fine, anche se la disprezzo, è stata una parte della mia infanzia e ci tengo.

DETTO QUESTO, BUONA LETTURA.

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"Miranda Janette Styles, se non sei pronta tra dieci minuti, vai a scuola a piedi." urla mio fratello dal piano di sotto.

"Senti, mi sto piastrando i capelli! Abbi pazienza!" urlo dal bagno.

"Io ti ho avvertita!" riurla.

"Che palle!" mormoro tra me e me.

Continuo a piastrare i miei lunghi capelli biondi e, finito, spengo la piastra e la rimetto a posto. Do un ultima occhiata al mio riflesso nello specchio prima di scendere. Oggi è il primo giorno di terza superiore e tutto deve essere perfetto, niente dovrà andare storto!

Inizio a scendere le scale e vedo mio fratello spaparazzato sul divano.

Si chiama Harry e oggi inizierà l'ultimo anno di liceo. Dovrà sopportare ancora un anno e poi uscirà da quel manicomio, mentre io ne ho ancora due!

"Sono pronta! Non c'era bisogno di ricattarmi!" sbuffo scendendo l'ultimo gradino.

"Si che ce n'era bisogno! Se non ti ricattavo ci avresti messo molto di più!" si alza dal divano "Dai, ora andiamo o faremo tardi!" avverte.

"Due secondi che vado a salutare mamma e Jason!" dico per poi precipitarmi in cucina da loro.

Entrata, vedo mia madre Anne che sorseggia un caffè e il mio patrigno Jason leggere un quotidiano.

"Io vado a scuola, ci vediamo a pranzo." do un bacio sulla guancia ad entrambi, frego un biscotto e ritorno da mio fratello.

I miei genitori hanno divorziato quando avevo dieci anni, ma poi mamma si è risposata con Jason e ci siamo trasferiti qui a Londra quando avevo dodici anni. Jason è come il padre che non ho mai avuto e tra lui e mia madre c'è un grande amore.

Torno in salotto e vedo Harry con faccia preoccupata che guarda il telefono.

"Che è successo? La fidanzata ti ha lasciato?" rido addentando il biscotto.

"Ha ha ha, ma quanto siamo spiritose oggi!" fa una vocina da bambino rincretinito.

"Perché parli al femminile plurale? Avevo qualche sospetto che tu fossi gay, ma ora me ne hai dato la conferma!" rido con le lacrime agli occhi. Se non si è capito, amo sfottere mio fratello.

"Stai rischiando seriamente di andare a scuola a piedi." mi guarda male e mi fermo dal ridere.

"Va bene..." sbuffo prendendo la giacchetta di pelle nera dall'appendiabiti e lo zaino da terra.

Usciamo di casa e entriamo nella sua panda nera per poi andare a scuola.

Non è giusto che lui possa avere la patente e la macchina mentre io no. I miei gli concedono tutto solo perché è un maschio!

Infilo le cuffie nelle orecchie e inizio ad ascoltare le Neon Jungle.

"I don't look for trouble but trouble looks for-" canto ma Harry mi interrompe tirandomi via una cuffia.

Ricatto || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora