Chapter 33

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Eleven's pov

Abbiamo fatto tutto il percorso fino al fortino Byers nel terrore, con l'orecchio teso per sentire anche il più piccolo scricchiolìo.

Io e Mike non ci siamo neanche guardati in faccia.

Will parlava con entrambi.

È sera e abbiamo deciso che uno farà la guardia mentre gli altri due riposano, a turni.

Il primo è stato Mike, così da avere poi tutta la notte per riposare, anche se come si fa a dormire in un posto così?

Quindi ora Mike è qui fuori e io e Will siamo dentro accucciolati tra le coperte.

Il fortino è molto piccolo e stretto per tre persone, ma è il nostro problema minore.

"Sai, stare qui mi fa stare più tranquillo"
Dice nel silenzio Will.

"Lo so, è per questo che siamo qui."

"Riesco ancora a vederti, sai. Che entri da quella porta, e mi dici che tutto andrà bene. Che tutto si sistemerà. Che mia mamma sta arrivando e che devo tenere duro"

Gli faccio un sorriso sincero, poi gli stringo la mano.

"Ed è così anche stavolta, Will. Gli altri arriveranno o-o noi andremo da loro, ma ce la caveremo"

Lui annuisce.

"Lo spero tanto. Voglio solo tornare a casa"

È sul punto di piangere, così lo stringo in un abbraccio rassicurante.

Mike scosta le tende ed entra nel fortino, e io istintivamente mi allontano da Will.

Solo ora mi accorgo che eravamo molto vicini.

"Will è il tuo turn- Oh"
Mike si ferma quando vede in che condizioni è il nostro amico: trema e ha gli occhi rossi.

Distoglie lo sguardo da me e lui.

"S-se vuoi posso farlo io il tuo turno, n-non c'è bisogno ch-"

"No Mike, devo farlo. Ognuno fa il suo."

Così Will mi lancia uno sguardo di gratitudine, prima di alzarsi, superare Mike dandogli una pacca sulla spalla, ed uscire.

Il corvino mi guarda per un paio di secondi, mentre io mi sdraio di nuovo tra quelle morbide coperte, fa un freddo cane.

Poi lo sento avvicinarsi e stendersi accanto a me.

Stiamo un po' così in silenzio, io girata e lui che mi guarda la schiena.

Poi lui rompe il silenzio

"Credi che sia giusto lasciare Will qui fuori da solo?"

"Poteva rifiutarsi, lui l'ha voluto fare."
Dico calma

"E tu?"

"Io cosa?"
Chiedo continuando a dargli la schiena

"Sei sicura di volerlo fare?"

"Non è che voglio, devo."

Lo sento sbuffare.

Passano alcuni minuti in cui non succede nulla, rimaniamo così, immersi nei nostri pensieri.

Poi capisco che si sta muovendo, e dopo qualche secondo sento le sue mani incerte sui miei fianchi, che mi attirano verso di lui.

Quando sento le sue mani su di me perdo un battito, e ora la mia schiena è contro il suo petto.

Lui mi sussurra con le labbra a pochi centimetri dal mio collo
"Perché mi stai evitando?"

Sospiro.

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