Chapter 40

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El's Pov

Allo scoccare delle 9:00 sono già tutti a casa mia, come previsto.

Mike, Max, Lucas, Alyssa, Nancy, Steve, Jonathan, Hop e Joyce.

Mi copro gli occhi con una benda nera come da routine e mi focalizzo sull'immagine di Dustin.

Uno sfondo nero, un pavimento bagnato.

Dei singhiozzi, un pianto.

Ed eccolo li, la sua immagine nitida e chiara si presenta di fronte a me, mentre si asciuga le lacrime dal viso paffuto, ma viene immediatamente sostituita da un'altra.

Sarah.

Si trova più avanti rispetto a Dustin, e gli da le spalle guardando nella mia direzione.

Sembra star parlando con qualcuno.

"Va tutto come previsto, il ragazzo é esattamente dove lo volevamo. Puoi pure sbarazzarti della tua prigioniera, dato che ti da tutti questi problemi"
Le sento dire, anche se non sono sicura che sia lei a parlare, dato che non usa la sua solita vocina smielata, ma una più grave e matura. Sembra quasi la voce di una donna.

Quello che mi lascia paralizzata é sentire la risposta dell'uomo con cui sta parlando, che però non riesco a vedere.

Anche se conosco così bene quella voce che non ho bisogno di vederlo.

"Perfetto, procederó oggi stesso con l'eliminazione della prigioniera, tanto era solo un peso, Eleven non verrà."

Brenner.

Sta parlando di Kali?!

Sarah fa un cenno al vuoto e fa marcia indietro, tornando da Dustin con un budino in mano.

Glielo porge delicatamente.

Non capisco, sono confusa.

"Tieni, ti farà stare meglio"

É tornata la sua vocina innocua e timida.

"Non pensare ai tuoi amici, anche se ti hanno abbandonato per l'ennesima volta, non vuol dire che sei solo. Sono degli stronzi. Io sono l'unica che ti capisce, Dus. Staró sempre dalla tua parte. Solo io ti voglio bene veramente"
Dice sbattendo gli occhioni blu facendolo piangere in silenzio, per poi abbracciarlo.

Durante l'abbraccio la schiena di Dustin é rivolta verso di me, così come il viso di Sarah.

La ragazzina, dapprima apparentemente triste e sconsolata, appena uscita dal campo visivo di Dustin assume un'espressione inquietante e spaventosa.

Il suo viso si muove e si deforma, i lineamenti si tirano e si stirano come quando un bambino gioca con la plastilina.

Sfodera un sorriso da serial killer, che si allarga sempre piú, come fosse inciso sulla pelle candida e delicata da cui compaiono varie file di denti affilati, mentre gli occhi si iniettano di sangue.

Mi manca il fiato nel vedere una tale trasformazione, tanto che mi ero quasi dimenticata che quel mostro é abbracciato a Dustin.

Un volta risvegliata dal mio torpore inizio a gridare e a correre nella loro direzione.

"DUSTIN! DUSTIN, ATTENTO!"

Cerco di avvisarlo, ma appena gli arrivo di fronte e mi butto su di loro per separarli da quell'intreccio mortale, entrambi si dissolvono in una nuvola di fumo.

Solo dopo che scompaiono mi guardo attorno ancora con il fiatone e realizzo dove mi trovo.

Un posto che non ho mai visto ma di cui ho tanto sentito parlare: la grotta.

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