"Ricordi"

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Cariba's Pov
Emily è carina con me, mi riempie di cibo, e mi vizia in ogni modo.

Non so molto di lei, so solo che è dolce e disponibile.

Non tutti loro sanno che sono una sirena, solo due, per ora.

Ho paura della reazione degli altri, tutti credono che noi siamo solo creature mitologiche.

Ma la mia storia è molto più intricata di quanto sembri.

Noi abitanti del mare, non amiamo particolarmente la famiglia. Molti di noi scappano e abbandonano i loro figli in delle grotte.

Mia nonna Grace, però si è distinta, ha tenuto mia madre, che non appena ha avuto me dopo mia sorella, ha deciso di lasciarci nella piscina naturale di Mako, nonché mio luogo di nascita.

Esatto, mia madre mi ha partorita nella piscina naturale in una notte di luna piena, ed è per questo che sono una sirena, lo sono dalla nascita.

Ma non è stato facile.

Mia madre mi ha partorita e abbandonata, mio padre non so chi sia.

Per fortuna, mia nonna Grace si è presa cura di me ed Emma, ci ha cresciute, e ci ha insegnato tutto ciò che sa sulla luna.

Ci ha protette, ci ha insegnato a nasconderci dagli altri, a tenere il segreto al sicuro.

Quando siamo venute qui, lei era affranta, non avrebbe mai voluto che andassimo via.

Mi ha lasciato il suo ciondolo, ed è rimasta in Australia.

Mi manca tanto, nonna Grace.

Mi sono completamente persa nei pensieri, ed Emily schiocca le dita risvegliandomi.

"Tutto bene tesoro?" Mi dice accarezzandomi i capelli.

"Sì, tranquilla" dico ammiccando un sorriso.

Mi sorride.

"Vieni Cariba, ti faccio vedere dove dormirai stasera" sento Jacob che mi prende per mano portandomi via dalla cucina.

"Dovrei chiamare anche Emma per dirle che sono qui stanotte, o si preoccuperà" dico prendendo il cellulare.

"Fa pure, comunque dormirai qui" dice, ed io mi guardo intorno confusa.

Immagino che Sam ed Emily abbiano una stanza loro, perché io qui vedo solo 6 letti, esattamente per i 6 ragazzi.

"Scusa la mia domanda, ma qui ci sono 6 letti per voi che siete in 6, dove dormirò?" Chiedo stranita.

"Non ti dispiacerà dormire con me, no?" Mi dice chiudendo la porta alle sue spalle, e togliendomi il cellulare dalle mani, per poi posarlo su un comodino.

Avanza verso di me, ed io indietreggio cadendo su un letto dietro di me.

Si abbassa verso di me, e delicatamente posa le sue labbra sulla mia fronte.

Poi passa giù, fino al collo, lasciando baci umidi, per poi arrivare al mio orecchio.

"Mi fermerò qui, è troppo presto" sussurra creando in me dei forti brividi.

Metto una mano istintivamente dietro la sua nuca, e lo accarezzo delicatamente, tra di noi, il contatto visivo è talmente intenso che se non dovessimo staccarci, rimarremmo così in eterno, a fissarci.

Mette le sue mani attorno alla mia vita, e piano, mi stringe sollevandomi.

Io metto le mie gambe intorno al suo bacino, e come immaginavo, l'istinto è troppo forte a questa distanza minima.

Si fionda sulle mie labbra, e senza pensarci troppo, rende quel bacio tutto tranne che casto.

Mi faccio completamente travolgere, e prima di rendermene conto, sono sul letto a cavalcioni su di lui.

Mi solleva, prendendomi in braccio a mo' di sposa.

"Dobbiamo aspettare, l'attesa renderà tutto più intenso" sussurra uscendo dalla stanza, ed io sono nervosa perché i miei ormoni volevano di più.

"Aspetta, il cellulare, devo chiamare Emma" dico al ragazzo, che tenendomi ancora in braccio, mi riaccompagna in camera per prenderlo, e telefonare a mia sorella.

"Ehy Emma, senti, stasera dormo a casa di Jacob, va bene?" Dico aspettando la sua risposta.

"Sì, Cariba è meglio così, stasera non ci sono perché il carico ha ritardato e sono ancora qui ad aspettarlo, in Australia si è scatenata una bufera e questo sta complicando i trasporti, ed io non voglio che tu sia da sola in quella casa isolata, preferisco che rimani assieme a loro" mentre parla sento rumori di montacarichi in sottofondo, dev'esserci una gran confusione da quelle parti.

"Va bene allora, spero di rivederti domani, occhio a te" le dico, prima di chiudere la telefonata.

"Se vuoi rinfrescarti un po', laggiù c'è il bagno, e tranquilla, abbiamo una vasca" dice ridacchiando.

Tiro un sospiro di sollievo.

"Perfetto, perché con la doccia sarebbe stato piuttosto difficile" dico ridacchiando a mia volta.

Scendo dalle sue braccia, e mi reco in bagno.

Sono sicura che se non ci fosse Emily a riordinare questo posto, sarebbe tutto un disastro.

Apro l'acqua, e lascio che la vasca si riempia, poi mi spoglio, e mi immergo.

Dio, quanto è rilassante.

La mia coda esce appena dal bordo, e nel frattempo, mi metto a canticchiare.

Paul's Pov.

Sono giù con i ragazzi, è bello stare con loro, verso sera, a scherzare tutto il tempo.

Sono un tipo particolare, per niente serio, ed amo rimorchiare.

Vedo Jacob scendere dalle scale, da solo, e mi domando dove sia Cariba.

Devo ammettere che quando mi ha sollevato mi ha spiazzato, con la sola forza della telecinesi, o qualunque cosa fosse.

E poi l'ho vista, da sirena, e lì sì che era davvero splendida.

Una sirena, cioè, non credevo esistessero, ma sono un lupo, se esisto io probabilmente esistono anche loro.

Con una scusa stupida, salgo al piano di sopra, e Jacob non sembra sentirsi insospettito.

Vado nella stanza, credendo sia lì, ma non vedo nessuno.

All'improvviso sento canticchiare dal bagno, una voce femminile, e se Emily è di sotto, probabilmente è Cariba.

Apro appena la porta, e la vedo immersa nella vasca, con la coda che penzola appena dal bordo, completamente assolta in una vecchia canzone degli Abba.

"Hai anche una bella voce" dico entrando, si ferma di colpo e super imbarazzata, è diventata così rossa che sembra una fragola.

Mi inginocchio al bordo della vasca, affianco a lei.

"Mi dispiace per come mi sono comportato" dico, e lei sembra non interessarsi molto.

"L'ho dimenticato, semplicemente non farlo più" dice facendo spallucce.

"Posso toccare la tua coda?" Dico incuriosito.

China la testa su un lato, ma poi annuisce.

"Wow, è forte" dico sfiorando con un dito quelle squame arancioni e brillanti.

"Okay, fermo, mi fai il solletico" dice ridacchiando.

È così bella quando sorride.

Quanto sono stato idiota ad averla trattata male.

"Ora dovresti andartene, devo uscire dalla vasca" dice divarcando la schiena per stiracchiarsi.

"Va bene" le dico guardandola un'ultima volta, poi esco dal bagno.

È strana come situazione, ma mi ci abituerò.

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A presto, Springtrap

"L'eccezione"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora