"Proibito"

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Contenuti espliciti

Niente desideriamo di più di quello che non ci è consentito.
(Publilio Siro)

Paul's Pov.

Siamo andati a dormire, eravamo tutti sfiniti.

Ma verso le 10 del mattino, ormai sono carico, e necessito di alzarmi.

Mi stiracchio appena, guardo Cariba, e nel passare alzandomi, le sfioro la mano mentre dorme.

Sembra avere un espressione rilassata, lei è il mio imprintée.

Ho bisogno di starle sempre intorno, potrei morire se così non fosse, e Jacob lo sa.

Ad ogni modo, scendo al piano di sotto, e non trovo nessuno.

Poi vedo una piccola figura minuta e bellissima scendere giù, e non è Clara, ma Cariba.

La ragazza che amo.

Mi sorride appena, come se sapesse che l'ho sfiorata io, e ricambio.

"Come stai?" Mi avvicino appena, mettendole una mano sul fianco, ed anche se cerca di evitarmi, so che il nostro legame è forte tanto quanto il suo con Jacob, perciò è difficile evitare i contatti fisici.

Non si tratta di tradire, è la nostra natura.

Si volta verso di me, non riesce a parlare, i battiti aumentano, il respiro si affanna.

Abbasso lo sguardo verso il suo corpo piccolo e definito, come vorrei toccarti ancora, Cariba.

Il suo sguardo percorre il mio corpo angolo per angolo, vorrei assaporarla un'altra volta, diventare di una sola carne.

Mi avvicino lentamente al suo volto, ed il mio dito sfiora lentamente il suo tratto facciale, fin giù nell'incavo del collo, non posso evitarlo.

Solleva gli occhi, dicono di no, ma si contraddicono, perché invece lo vorrebbero, vorrebbero le mie mani sui suoi fianchi, sul suo seno, sul suo sedere.

E allora Paul, smettila di trattenerti, lei è tua.

Mi fiondo sulle sue labbra, mugula qualcosa, si dimena, ma lo fa per poco, i miei baci le piacciono.

Le mie mani non si arrestano, e cadono su quel corpo privo di imperfezioni.

Mi avvicino al suo collo, dopo averle tolto ogni limite, e la stringo a me come se qualcuno potesse portarla via dalle mie braccia.

Sussulta, sente la mia eccitazione, e si sente desiderata da me.

La prendo piano dalla nuca, e mi avvicino languido, come piace a lei.

"Lo vedi quanto ti voglio...?" Le mostro l'erezione ormai gonfia, e lei non può più trattenersi, e si morde il labbro inferiore, portandomi a copiarla.

L'afferro da un braccio, e la trascino dietro al garage, al sicuro da occhi indiscreti.

Stiamo per concederci la seconda volta, finalmente il mio imprintée si lascerà andare tra le mie grandi mani calde.

Non sente più il bisogno di nascondersi, sa che è sbagliato, ma al tempo stesso è dannatamente giusto, che c'è di male se la amo?

E forse mi ama anche lei, ma non può che reprimerlo.

"Lasciami i tuoi segni...Cariba" sussurro fra un gemito e l'altro, mentre le nostre mani si fanno spazio dovunque, e le sue gambe sono intorno al mio bacino.

Riesco a sentire le sue emozioni, lei ha...Le farfalle nello stomaco.

Prova qualcosa per me.

La avvicino, e come le ho chiesto, graffia appena la mia schiena, lasciando le sue impronte su di me.

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