"Questa sono io"

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Sono Cariba, ho 16 anni.

Custodisco con mia sorella Emma un grande segreto, uno di quelli che potrebbe costarti la vita, semplicemente perché nessuno può capire.

Purtroppo, una persona è venuta a conoscenza di questo segreto, ed è per questo che siamo scappate in una riserva.

Ed oggi, è il nostro primo giorno qui, da queste parti.

"Santo cielo, Cariba, stai attenta a dove metti i piedi" dice mia sorella trasportando uno scatolone in quella che è la nostra casa, o meglio, la nostra "nuova" casa.

Sono inciampata già tre volte in tutti questi rametti, insomma, vengo dall'Australia, sono cresciuta nella sabbia della spiaggia, non in una foresta.

"Quella sarà la tua nuova stanza" mi dice Emma indicandomi una specie di sgabuzzino buio in cui io dovrei dormire.

"Stai scherzando?" dico innervosita.

"Cioè, una villa gigantesca, e mi metti a dormire in quel coso?"

"Ti lamenti continuamente!" dice sbattendo la porta della veranda.

Sbuffo.

"Andrò a farmi un giro, non ho voglia di sentirti blaterare ancora" dico inoltrandomi in quella foresta/bosco o quello che è.

Non sembrano esserci altre forme di vita a parte me, mia sorella, e gli animali.

Ci sono piccoli ruscelli, sembra incantato, sebbene sia difficile non perdersi.

Ad un tratto, noto un'altra casa, ed ha il tetto semi vetrato.

Metto su un ghigno, sono curiosa di vedere all'interno.

C'è una catasta di legna, tronchi e ancora tronchi uno sull'altro, e decido che una buona idea per guardare dentro, è arrampicarsi lassù.

Primo tronco, e tutto procede bene.

Voglio solo dare una sbirciata, non devo rapinarli, e dai.

Mi arrampico sul secondo, il terzo, anche il quarto.

Ma poi metto troppo peso sul quinto, e sento che la strage è vicina.

"Cazzo!" dico rotolando giù, e vedendo che l'enorme catasta di tronchi sta per travolgermi.

"È finita" dico, ma poi sento due braccia afferrarmi, e portarmi dall'altra parte.

Mi volto, e come un fulmine, il contatto visivo tra me e quel ragazzo, sembra indissolubile.

Poi finisce, ma è stato talmente forte che sarei svenuta, se non avessi un minimo di autocontrollo.

Mi scosto bruscamente da quelle possenti braccia, e mi rialzo.

"G-grazie" dico timida di fronte a quello spettacolo.

"Ma perché eri lì?" chiede interrogativo.

"Volevo solo sbirciare, ero curiosa, sono nuova qui" dico incamminandomi verso casa.

Mi guarda imbronciato, ma poi mi segue.

"Ehy, ehy, fammi presentare" dice fermandomi.

"Piacere, Jacob" mi porge la mano, ed io la stringo titubante.

"Piacere, Cariba" dico per poi sentire la voce di mia sorella, e notando altri ragazzi, in piedi vicino a lei.

C'è anche una ragazza, sembra simpatica.

"Cariba, perché non posso mollarti un momento che non fai qualche disastro?" dice rassegnata.

Gli altri ragazzi mi guardano, anzi, mi osservano assiduamente.

"Non è niente, tranquilla" dice Jacob a mia sorella.

"Cariba, aiutali a rimettere in ordine il disastro che hai fatto, forza" dice con autorità, ed essendo stata la colpevole, non posso far altro che eseguire gli ordini.

Gli altri ragazzi mi seguono.

Prendo un tronco e lo sollevo rimettendolo al suo posto.

"Io sono Paul" dice un ragazzo alto, rimettendo un altro tronco al suo posto.

"Io sono Jared" dice l'altro aiutando Paul.

"Io sono Embry" dice ammiccando un sorriso, ed io ricambio timidamente.

"Io sono Seth" dice un altro ragazzo sollevando un altro tronco.

"Ed io sono Quil" dice aiutando Seth.

Jacob solleva l'ultimo tronco, e poi mi prende per mano, portandomi da mia sorella, seguito dagli altri.

Ma perché tutta questa confidenza? Santo cielo, sto per sprofondare dalla vergogna.

"Bene, Cariba" dice mia sorella mettendo un braccio sulla mia spalla.

È altissima, sul mio 1,45 mi batte di sicuro essendo lei 1,77.

"Stasera saremo a cena da loro, e ti prego di non fare altri disastri" dice mentre la ragazza vista prima, mi sorride.

"Lui è Sam, e lei è Emily, la sua compagna" mi dice presentando i due con cui stava parlando prima.

Non ci sto capendo nulla, e così mi limito ad annuire.

"A stasera" dice Emily sollevando un braccio.

Mia sorella le sorride, ed insieme torniamo a casa.

"Devi sempre farti riconoscere" dice Emma sbuffando.

"Che mi dici di stasera? Hai dimenticato cosa succede se l'acqua ci tocca, vero?" dico sedendomi.

"Staremo attente, e poi non possiamo permetterci di rimanere da sole, è una foresta, insomma, ci fa comodo avere degli amici" dice sistemando le borse.

"È un'idea folle" dico andando in 'camera mia'.

Prevedo un grande disastro.

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E niente, mi sono innamorata dei lupi di twilight, e quindi mi è partita una storia nel cervello, non posso farci nulla ahahahad ogni modo, spero vi piaccia

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