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-quindi sbrigati che così facciamo prima- dice sbattendo le mani.

Lo guardo male, come se avesse fatto chissà quale cosa, ma io detesto quando mi si mette fretta, infatti, litigavo spesso con mia madre a causa di ciò.

-sai Cameron potresti girarti, c'è anche questa opzione-

-e se io non volessi- mi guarda con aria da sfida.

-è l'unico modo-

-e invece no perché se io non mi giro tu sarai lo stesso obbligata a cambiarti quindi non cambierebbe nulla- fa un sorrisetto sia malizioso che compiaciuto, davvero? Pensa che io non abbia altre vie di scampo?

-e se io non mi cambiassi-

-non andremmo da nessuna parte- afferma il moro.

-bene, allora puoi tornartene nella tua stanza e magari puoi chiamare July, sai lei non è andata con il resto della scuola- dico, spingendolo verso l'uscita.

Si ferma sulla soglia e mi guarda come se non stesse capendo quel che sto facendo.

-sei seria? Hai intenzione di rovinare una serata che potrebbe essere magnifica?-

-tutto sta nelle tue mani, scegli- lo metto un po' sottopressione.

-eh va bene- acconsente, chiudendo la porta e girandosi.

Dopo aver esaminato tutti i miei vestiti opto per dei jeans a vita alta, delle calze a rete nere più alte die pantaloni, una felpa corta, della Cisalfa e come scarpe delle Fila Disruptor basse, nere.

Dopo aver esaminato tutti i miei vestiti opto per dei jeans a vita alta, delle calze a rete nere più alte die pantaloni, una felpa corta, della Cisalfa e come scarpe delle Fila Disruptor basse, nere

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-ti sei vestita?- domanda il moro.

-si, ma adesso mi devo truccare e sistemare i capelli- lui sbuffa.

-è inutile che fai così, dovevi avvisarmi prima se hai così tanta fretta di andare-

Dopo un quindici minuti, ho finito col trucco così passo ai capelli: prendo delle ciocche di capelli e faccio due trecce (come nella foto in alto).

-sono pronta!- esulto io.

Cameron non dice niente, non che dovesse parlare per forza ma ha uno sguardo pensieroso.

-è strano- insinua subito dopo.

-cosa?- sono confusa.

-il fatto che tu abbia accettato subito, che non mi abbia domandato come avremmo fatto ad uscire ma soprattutto come ho fatto a portare qua sia l'auto e la moto- sorrido ed esco, prendendolo per il polso.

-a volte è meglio che non ti fai certe domande-

-ah si? E sentiamo perché-

-non te lo dico- affermo. Non voglio raccontarli tutta la mia storia a desso, il fatto che ci sono abituata a queste cose.

-misteriosa la ragazza!- afferma.

Stavo per parlare quando sento dei rumori, la prima cosa a cui penso è nasconderci. Entriamo nel bagno delle ragazze.

-entra dentro, fai silenzio e mettiti con i piedi sul wc-

Prima che si apra la porta anche io entro in un bagno.

-c'è nessuno?- è la sorvegliante.

-emmm... si signorina. Sono la signorina Beer-

-ah quindi era lei che stava gironzolando per i corridoi-

-si, sa mi è venuto un forte mal di pancia- speriamo che se la beva.

-se vuole le posso dare qualcosa per calmarla?-

-no, no, grazie. Mi sta passando-

-mmm... va bene! Appena finisce, vada subito in camera-

-si, non si preoccupi lei- ed esce dal bagno.

Meno male che c'era la porta a dividerci perché sennò ci avrebbe scoperto, dato che non indosso il pigiama.

-non uscire, rimani lì ancora un po'- ordino a Cameron.

-e chi si muove?- dice di rimando.

Aspettiamo altri cinque minuti, giusto per non far insospettire ancora di più la sorvegliante e usciamo.

-dove vai- mi chiede Cameron.

-andiamo dall'ingresso sul resto, no?- rispondo ovvia.

-si, ma come fai a saperlo?-

-ricordarti Dallas, a volte è meglio che non ti fai certe domande- ed esco.

Attraversiamo tutto il giardino e giungiamo in un punto dove è impossibile vederci dal collegio. Siamo difronte a un muro abbastanza alto e sto pensando un modo per scavalcarlo senza cadere.

-prima le donne- dice Cameron con un sorrisetto malizioso, facendo segno con le mani di accomodarmi. Capisco il motivo ma non obietto, non voglio farci scoprire.

Arrivati in cima, mi fermo un attimo per prendere la spinta per oltrepassare.

-non ci pensare minimamente, Dallas- lo fulmino con lo sguardo, gli ho praticamente letto nel pensiero. Faccio un salto e mi trovo dall'altra parte.

Ci inoltriamo in un boschetto e, attraverso un sentiero giungiamo in una zona molto vicina alla strada dato che si sentono passare le auto. Mi rendo conto che il luogo dove Cameron ha nascosto la sua auto e la moto è vicinissimo a quello dove si trova la mia vettura. La cosa che mi sorprende di più è il fatto che lui mi abbia detto e fatto vedere ciò, c'è io me lo sono tenuta per me in caso qualcuno andasse a dirlo in giro. Questo vuol dire che lui si fida di me... perché? E perché non è lo stesso per me?

-aspetta- non credo a ciò che sto per dire.

-che c'è? Ti sei già pentita? Vuoi tornare indietro?- chiede sorridendo.

-no! Assolutamente no!- mi blocco. Pensaci bene Madison, potresti mandare all'aria tutti i tuoi progetti e poi non sei obbligata a fare la stessa cosa di lui, Cameron ha deciso così mentre tu potresti fare il contrario oppure potresti provare a non dubitare così tanto delle persone.

-allora cosa?-

-voglio farti vedere il motivo del perché sapevo la strada per arrivare qui, il motivo per cui ho accettato senza troppe preoccupazioni- mi segue senza fiatare.

Arriviamo in un punto non tanto distante dal luogo in cui si trova la sua macchina, ci sono molto più cespugli che rendono complicato vedere ciò che c'è dietro.

-allora?- domanda il ragazzo.
-ecco!- rispondo...

BABESSSS! Eccomi qua con un nuovo capitolo. Scusate per eventuali errori ortografici ma capita a tutti, siamo esseri umani, possiamo sbagliare.

BYEEEEE!

Da Odio Ad Amore || Cameron Dallas, Madison BeerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora