Un secondo dopo aver detto ciò sento una fitta alla pancia che viene trafitta da un pugnale.
Cameron, che è corso da me, sferra un pugno a Joel mentre Jacob sviene, è l'effetto che gli provoca la vista al sangue.
Sto piangendo, mi fa malissimo. Non penso di farcela, non ho mai provato un dolore così lancinante.
Il malore si intensifica sempre di più fino a che, ad un certo punto, non sento più le gambe.
Cameron mi solleva da terra e di corsa mi porta nella sua auto:
-andrà tutto bene, fidati! Resisti qualche minuto- cerca di tranquillizzarmi.
-non sento più le gambe- dico fra un singhiozzo e l'altro.
Sono in preda alle lacrime! E se rimanessi invalida? Se non recuperassi mai più la sensibilità degli arti inferiori? Come farò? In questo momento inizio a pregare, è l'unica cosa che mi rimane: "Dio ti supplico, aiutami tu. Fa si che non rimanga invalida, che possa tornare a camminare, che la ferita non sia grave per quanto dolore io provi, fa si che non muoia. Non sono ancora pronta. Lo so che non mi sono rivolta spesso a te, solo quando ne avevo bisogno veramente e che spesso ti ho insultato, maledetto e tanto altro ma ti prego, aiutami. Ne ho veramente bisogno!"
Mentre andiamo all'ospedale, mi viene in mente Jacob:
-Jacob! Cameron, Jacob è svenuto, chissà cosa gli succederà. Non posso perdere anche lui!- solo a quel pensiero rabbrividisco, rimarrei sola se anche lui se ne andasse, inizio a pregare anche che Dio non mi porti via mio fratello. Ho dei genitori, lo so, ma non penso che soffrirei per loro quanto soffrirei se perdessi anche Jacob.
-Madison, adesso dobbiamo pensare a te. Jacob starà bene-
-no, dobbiamo tornare indietro. Devo assicurarmi che stia bene, che sia ancora vivo- cerco di convincerlo, assumendo un atteggiamento più arrogante, mentre continuo a piangere.
-Mad, devo assicurarmi che prima di tutti non muoia tu, stai perdendo un sacco di sangue; lui starà bene, si riprenderà- ha ragione.
-Cameron...- dico iniziando a piangere rumorosamente.
-dimmi- dice guardando la strada e guidando il più velocemente possibile.
-morirò vero?-
-no, cucciola, non dire così. Vedrai che andrà tutto bene- mi afferra una mano.
-ma se l'hai detto pure tu che potrei non farcela-
-io non ti lascerò morire, né oggi né mai. Se ce ne sarò bisogno ti porterò in tutti gli ospedali del mondo affinché tu sopravviva- non ce la faccio più.
Provo a muovere le gambe, ma niente. Non le sento, non riesco più a controllarle.
-resisti ancora un po', siamo quasi arrivati- mi informa e dopo un paio di minuti giungiamo a destinazione.
Mi prende a mo' di sposa e quando entriamo veniamo circondati da medici e infermieri, che mi vengono ad assistere.
-no, per favore, Cameron vieni anche tu- cerco di portarlo con me, ma i medici non acconsentono. Ho bisogno di qualcuno al mio fianco, di sostegno.
Mi portano in sala operatoria e sento dei mali allucinanti, sento che non ce la farò. Dopo quelle che sono sembrate ore e ore, non sento più nulla, tutto il dolore svanisce, mi sento come nuova. Gli occhi incominciano a farsi pesanti e faccio fatica a respirare, i battiti del cuore stanno rallentando ma in tutto ciò sono felice, mi sembra di non esserlo mai stata così tanto in tutta la mia vita.
I miei occhi si chiudono, ormai respiro a mala pena e il cuore fa giusto qualche battito, ma quella sensazione di benessere aumenta man mano che il mio corpo si sta spegnendo. Sento i medici parlare:
-stiamo perdendo la paziente- che brutte parole, vero? Sentirsi dire che stai morendo non è proprio il massimo.
La morte non è brutta, anzi, non è dolorosa nè triste, si prova una sensazioni bellissima come se ti trovassi nel corpo di un bambino appena nato, un corpo nuovo ed è tutto tranne che triste, non ho mai provato una gioia maggiore di questa.
Pur avendo gli occhi chiusi, riesco a vedere la luce, ma diversa: è così bianca e chiara; ad un tratto appare una persona davanti a me e quando la vedo rimango sbalordita.
-Amanda!- riesco soltanto a dire.
-Mad!- e mi abbraccia. La sensazione che ho provato è stata stranissima, ma così piacevole.
-dove mi trovo? Nel paradiso? Nell'inferno?- inizio a fare domande.
-ehy, calma. Non ti trovi in nessuno dei due, sono venuta a farti visita!- mi informa lei.
-perché non l'hai fatto prima?-
-non avevi bisogno di me-
-Amanda mi manchi così tanto, sono cambiate molte cose da quando te ne sei andata-
-anche tu mi manchi, ma non ho molto tempo-
-tempo per cosa?-
-Mad, io non voglio che tu venga via con me, devi ritornare dagli altri, vivere la tua vita-
-e se non volessi?-
-Mad, sorella mia, dall'altra parte c'è un mondo stupendo, incomparabile alla realtà, ma prima che tu lo veda, dovrebbe passare più tempo, dovresti prima vedere ciò che è la vita e sii meno diffidente, sei circondata da persona stupende. So che dopo ciò che è successo l'anno scorso non ce la fai, ma ti prometto che quando qualcuno non sarà leale, ti manderò dei segni. Io non sono qui per convincerti a non venire con me, se tu vorrai, vieni. Io appoggerò la tua scelta; ma il vero motivo per cui sono venuta a trovarti proprio adesso è per convincere a lottare ed essere forte. Ho sentito ciò che ti ha detto Jacob e ha perfettamente ragione, sei una ragazza unica e speciale e non sarebbe un bene togliere al mondo una persona come te. Quindi se vuoi cerca di rivivere sennò prendi la mia mano e andiamo-
Cosa succederà secondo voi? Non odiatemi per il fatto che ho finito così il capitolo? Secondo voi Madison andrà con Amanda oppure deciderà di continuare a vivere? Vi avverto che questo potrebbe essere uno degli ultimi capitoli se Madison decide di andare con Amanda! Ci sentiamo al prossimo capitolo e scusate per eventuali errori ortografici.
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Da Odio Ad Amore || Cameron Dallas, Madison Beer
FanfictionE se non fosse vero che gli "opposti si attraggono"? Che ciò che appariamo è quello che siamo? Che si cambia sempre quando tutto non è più lo stesso? E se invece fosse vero che ci si rende veramente conto di amare una persona solo quando ci si trova...