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Salgo in macchina e mi dirigo verso la bocca dello squalo, voglio proprio vedere che spiegazioni mi darà Nathan.

Più mi avvicino a quel luogo e più i ricordi di quella sera si fanno intensi, tanto da farmi quasi ritornare a quella sera. È stata una perdita troppo importante quella di Amanda, sono stata male per mesi e ciò ha influenzato molto anche il mio carattere. Sono diventata più pessimista, scorbutica, asociale e diffidente. Lo sono sempre stata in realtà, ma dopo la sua morte quei lati di me hanno preso il sopravvento su quello che lei era riuscita a migliorare.

Mi manca moltissimo e a volte rimango a fissare il vuoto e a pensare ai vari modi in cui sarebbe potuta andare quella sera, ma per quanto io speri che tutto ciò sia un sogno anzi un incubo, non mi risveglio mai e quindi mi tocca accettare la triste e dura realtà.

Arrivo alla bocca dello squalo e vedere quel luogo mi fa andare i nervi a mille. Vado in mezzo al gruppo, esco dall'auto e tutti rimangono scioccati alla mia vista, li capisco, non ci credo nemmeno io che sono ritornata in questo posto.

-babeee- sento la voce di Nathan alle mie spalle. D'istinto mi avvicino a lui e lo prendo per la maglia.

-io giuro che adesso ti spacco la faccia- accorrono in suo soccorso dei ragazzi.

-stati fermi lì o andrà a finire male per tutti- li minaccio. Guardo Nathan e mi accorgo che non ne vale la pena.

Lascio la presa e con tono schifato gli domando:
-come hai potuto fare questo?- non mi risponde.

-ah, adesso stai zitto, vero? Ora capisco perché non mi hai detto il luogo stamattina, volevi assicurarti che io venissi. Nathan ma come fai ad organizzare una corsa qua?-

-che c'è hai paura dei racers?- chiede quasi prendendomi in giro.

-lo sai benissimo che non paura di niente, soprattutto per quelli. Come fai a fare la corsa qua, dove non è morta solo Amanda ma anche un sacco di altre persone, per esempio Sasha- dico guardandolo negli occhi.

Sasha era la sua ragazza e, come molte altre persone, quella sera è morta. Non sono morti tutti sul ponte, alcuni hanno fatto degli incidenti stradali, altri hanno perso il controllo del proprio veicolo.

-mi vuoi dare una risposta?- grido.

-dobbiamo affrontare i black racers- dice.

-in che senso?-

-fra una settimana ci sarà una gara fra i black e i racers e quelli che vinceranno si prenderanno i territori dell'altro-

-cosaaaa?- urlo.

-ma come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? Sai cosa succederebbe se perdessimo i territori che abbiamo, vero?- sono furiosa.

-lo so e per questo ho organizzato questa corsa qua, per esercitarci sul loro campo-

-no, non faremo proprio un bel niente. Tu adesso disdici quella gara punto e basta- dico con tono severo.

-non posso!- esclama.

-come non puoi?-

-non posso perché... quando te ne sei andata gli affari sono andati male e quindi abbiamo dovuto prendere dei soldi-

-mi stai prendendo in giro, vero?- abbassa lo sguardo.

-ma si può sapere cosa ti passa per la testa? Come hai potuto? Se c'erano dei problemi dovevi dirmelo subito, avrei trovato un modo per risolvere. Così stai mettendo a repentaglio tutti!-

-scusami-

-non me ne faccio nulla delle tue scuse. Mi dispiace ma non sarai più tu il mio sostituto quando io non riuscirò a partecipare.- dico con fermezza.

-cosa? Ma...- non lo lascio finire.

-non voglio sentire obiezioni, questa è la mia squadra e non permetterò a qualcuno come te, di comprometterla-

-quindi questo vuol dire che...- continua lui.

-si gareggerò- attorno a noi si sentono degli applausi e dei fischi. Mi giro e... mi era mancato tutto questo.

La corsa inizia tardi verso mezzanotte, manca più di un'ora. Decido di fare un giro con l'auto per rivedere questo luogo. Dall'incidente dell'anno scorso non ci sono più tornata.

Salgo sulla mia Lamborghini e parto. Quando arrivò sul ponte, rallento, mi guardo un po' intorno. Mi fa uno strano effetto trovarmi qui. Non riesco più a stare, così faccio retromarcia e torno indietro.

Giunta al punto di partenza noto che delle auto stanno facendo dei giri. Mi sembra di averne già vista una. Scendo e chiedo a Nash di chi sia.

-ma come non lo sai? Non hai mai visto quella macchina?- mi domanda con fare ovvio.

-si, ma non mi ricordo dove o di chi sia-

-è di Dallas- cosa ho appena sentito? No non può essere lui? Insomma, ci sono tante persone che di cognome fanno Dallas. Non può essere proprio quel Dallas.

Senza pensarci vado in mezzo alla strada per fermare le due auto e quando escono i due ragazzi vedo che uno è proprio lui.

-cosa ci fai qui?- gli domandò avvicinandomi.

-quello che sei venuta a fare tu. Correre- risponde con il suo solito sorrisetto che mi fa andare su i nervi.

-non ci credo. Insomma tu non puoi... c'è io non ti mai visto... ma di quale gruppo fai parte?- dico non finendo le frasi per poi fargli una domanda.

-di nessuno, quando ho voglia partecipo alle corse- mi guarda da cima a fondo, soffermandosi sul mio scollo.

Si avvicina al mio orecchio e dice:
-sei molto sexy sta sera!-

-maniaco- dico spostandomi.
-eddai piccola, non fare così-

-piccola? Senti Dallas non fare giochetti con me-
-c'è qualche problema?- interviene Jacob.
-no, va tutto bene- rispondo andandomene.

Perfetto adesso ci mancava solo Cameron, ma perché doveva venire proprio stasera. Mi avrà seguita, probabilmente, altrimenti non sarebbe venuto proprio alla bocca dello squalo.

Il tempo passa in fretta e il posto si riempie velocemente di persone. Per ora non vedo dei racers ma bisogna rimanere comunque in agguato.

Hey my loves! Come va? Ecco qua a voi il nuovo capitolo. Spero vi piaccia. Mi scuso per eventuali errori ortografici, ma sono umana anche io quindi mi posso sbagliare. Era da tanto che non scrivevo al telefono e mi fa anche un po' strano. Vi ringrazio per le visualizzazioni. Ci sentiamo al prossimo capitolo <3

Da Odio Ad Amore || Cameron Dallas, Madison BeerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora