VI

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«Enjoy the little things»

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«Enjoy the little things»

I medici avevano fatto coprire per bene il grigio, quando erano andati nella sua stanza per avvisarlo che sarebbe tornato nel reparto di oncologia ordinaria. Maglietta, felpa e una coperta appoggiata sulle gambe.

I medici avevano insistito sul fatto di non farlo camminare, quindi effettuarono il cambio reparto con una carrozzina. La nonna aveva insistito insieme ad essi e quindi, Taehyung, alla fine cedette. Era come infastidito. Gli sembrava strano non poter camminare ed essere accompagnato in quel modo. Si sentiva malato, stava realizzando che lui, Kim Taehyung, era malato.

Camminarono per qualche istante, poi si bloccarono, obbligandolo a mettersi una mascherina verde acceso sul viso, per far si che fosse più protetto da qualsiasi cosa. Sbuffò amareggiato, ma non provò nemmeno ad opporsi quella volta.

Continuarono il loro lungo cammino verso l'ascensore per altri dieci minuti e quando arrivarono, trovarono l'ascensore già aperto nel loro piano.

Che botta di culo, pensò.

La situazione nell'ascensore era alquanto imbarazzante. L'infermiera era schiacciata tra Taehyung e la parete. La nonna continuava ad alzargli la coperta fin sopra le spalle, perché aveva paura che potesse prendere freddo. In più, non si era pettinato i capelli, quindi gli ricadevano disordinati sul viso e, la sua adorata nonnina non perdette tempo a rimproverarlo.

«Taehyung, fammi capire, cosa sei, un uomo del neolitico? La spazzola l'avevi dietro, potevi almeno pettinarti quei dannati capelli!» e il grigio non potè fare altro che tacere ed acconsentire.

Voleva scappare, voleva tornare dal biondo, almeno stando in sua compagnia nessuno gli avrebbe scassato i cosiddetti maroni.

Arrivarono al piano del reparto e scesero. Suonarono il campanello, dietro la grande porta di vetro e aspettarono che venissero ad aprire. Taehyung era lì, immobile, che cercava una via di fuga.

In pochissimo tempo arrivarono nella loro stanza e, con grande sorpresa il biondo non era presente. Il letto era completamente sfasciato e sopra di esso era riposto un quaderno chiuso, contornato da migliaia di matite e colori. Jimin disegna? Figo.

«Okay Taehyung, ora ti sistemiamo a letto e dovrai rimanerci almeno fino a che non passeranno i medici a parlarti. Tutto chiaro?» Taehyung annuì, ma rifiutò l'aiuto, alzandosi da solo e levandosi la mascherina quasi di prepotenza. Si buttò sul letto e sospirò. Posso camminare da solo, cristo.

[...]

Passarono due ore da quando era tornato in quella stanza, ma di Jimin nemmeno l'ombra.

Quando la nonna andò via, decise di mettersi a leggere un libro che sua madre adorava, come gli riferì sua nonna. Era sempre stato curioso, quindi pensò che quel giorno fu il momento di aprirlo e di leggere quelle pagine ormai ingiallite dal tempo. Si mise pure le cuffiette, giusto per estraniarsi del tutto dal resto del mondo.

Jimin tornò, rimanendo sorpreso del fatto che il grigio fosse seduto a leggere. Sembrava stare bene. Decise di avvicinarsi e mettersi seduto dietro di lui. Gli posò una mano sulla spalla, mentre con l'altra gli levò una cuffietta. Taehyung si girò di scatto.

«Bentornato TaeTae» gli sorrise il biondo. «Cos'è successo?» chiese con tono preoccupato. Il grigio gli spiegò tutta la situazione e il biondo gli rispose che ci era passato anche lui, ma forse, in modo un po' più lieve.

Taehyung fece per parlare, di nuovo, quando vide l'altro ragazzo arrossire, mentre gli fissava le labbra, quindi stette zitto. Rimasero qualche istante così, uno accanto all'altro a scambiarsi sguardi fugaci.

Poco dopo Taehyung parlò, voleva capire cosa fosse successo tra i due, anche se era stato piacevole, non credeva fosse così giusto. Forse.

«Jiminie, dovremmo parlarne, credo» disse con tono flebile, tenendo lo sguardo fisso in quello del biondo che, a sua volta, annuì, come risposta. «Non so cosa ci sia successo quella mattina, ma è stato...» cominciò Jimin «...bello» finì Taehyung.

I loro sguardi erano ancora intrecciati e nessuno al mondo li avrebbe separati.

«Credi che sia giusta come cosa?» chiese, in tutta la sua ingenuità, il grigio. «Non lo so Tae, ma so che mi è piaciuto» rispose il biondo, facendo socchiudere le labbra al primo. Gli era piaciuto, a Jimin era piaciuto il loro bacio. A Jimin era piaciuto il fatto che si fossero baciati. In un certo senso pure Taehyung, si era sentito bene, tranquillo e felice. Quasi come se tutte le sue paure fossero sparite in quel determinato momento.

«TaeTae, dimmi qualcosa, ti prego» sussurrò il biondo. «Scusami...» rispose, chiudendo gli occhi. «Credo sia piaciuto anche a me. Credo.,» continuò. Jimin sorrise, quasi felice e non curante delle conseguenze.

Così, deciso, per la seconda volta, azzerò le distanze tra i loro visi. Facendo combaciare, di nuovo, le loro soffici labbra. Questa volta il bacio durò di più, anche se entrambi sentivano un piccolo rimorso dentro, sentivano che non fosse la cosa giusta. Ma in quel momento tutti i loro problemi stavano svanendo.

Forse potevano rimanere così, in questo strano rapporto per un altro po' per poi smettere e dare un taglio a tutto. Magari poteva essere una piccola valvola di sfogo momentaneo. Ma nessuno dei due sapeva che si stavano cacciando in un bel guaio.

«Continuiamo così» cominciò Taehyung «ma ad una condizione» il biondo annuì alle sue parole. «Nessun sentimento, ci rovinerebbe solamente. E in questo istante non ne abbiamo bisogno.» Jimin acconsentì, dando così inizio ad un'amicizia particolare.

Il tempo vedrà e provvederà pensò il biondo.

Oncology | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora