Taehyung e Jimin, due compagni di stanza, in ospedale. La loro vita, per quanto burrascosa sia, insieme, riescono a trovare quel briciolo di serenità, tra una difficoltà e l'altra.
«Taehyung, non mi lasciare! Rimani con me!» Urlò il biondo, scoppian...
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«say that you love me, because I do»
E, dopo quel pomeriggio, i due ragazzi non si videro per giorni di fila. Nessuno dei due esattamente sapeva cosa stesse succedendo. Li avevano separati per l'ennesima volta senza un apparente motivo per loro due.
Jimin, però, d'altro canto si sentiva bene. Sentiva come se stesse rinascendo. Quelle parole dette con così determinazione dalla dottoressa lo avevano acceso, gli avevano fatto ritornare quella voglia di lottare con tutte le proprie forze per provare a sconfiggere la malattia del tutto e tornare a vivere come una persona normale. Ora ne aveva la possibilità e ne era euforico.
Si sentiva così, pensando che quando l'avrebbe detto a Taehyung, anch'esso avrebbe reagito nel medesimo modo. Mettendosi sotto con tutte le sue forze a far si che vincesse lui e non una stupida malattia. Jimin sapeva che anche Taehyung ci sarebbe riuscito, in quel momento se lo sentiva e lo faceva stare davvero bene.
Però per Taehyung, fino a quel giorno, non c'erano state grandi notizie o grandi cambiamenti. I dottori non avevano detto più niente al grigio, e lui, come un normale adolescente impaurito, non aveva intenzione di domandare o, per lo meno, di sbilanciarsi con qualche pensiero.
Era sempre in giro per qualche visita nuova e non ne poteva più, in realtà. Si sentiva davvero stanco, da qualche giorno e non ne capiva affatto il motivo. Dormiva spesso e quando gli veniva detto di doversi alzare, passavano sempre delle ore prima che effettivamente venisse fatto. Era strano, ma tutti lo associarono ad un fatto di pigrizia, come anni prima fecero anche con Jimin.
Con il passare dei giorni, però, i medici si resero conto che quella "pigrizia" non stesse passando, che non stesse nemmeno provando a scomparire e che il ragazzo aveva voglia di reagire, ma non riusciva, come non ne avesse la forza. Gli dissero che sarebbe passato continuando le terapie, che fosse qualcosa di passeggero, probabilmente legato allo stress, così non ci fece molto più caso e continuò a testa alta tutti i giorni a venire.
Così, infine, venne fatto tornare in reparto, dove il suo ragazzo lo stava già aspettando a braccia aperte, pronto ad abbracciarlo.
Entrò in stanza, dopo aver salutato l'infermiera e si ritrovò all'improvviso un piccolo Jimin che lo abbracciò, tenendolo stretto con le sue braccia, attorno alla sua vita, che affondava il viso nell'incavo del suo collo caldo.
«Mi sei mancato TaeTae» mormorò con le labbra sul sulla pelle del suo collo, facendo rabbrividire il più alto, che aveva preso a stringerlo dolcemente con le braccia. «Anche tu Chim, mi sei mancato da morire» sospirò, lasciandogli poi un dolce bacio tra i capelli morbidi e biondi.
Jimin si allontanò leggermente, il giusto per far scontrare il suo sguardo vivace, con quello stanco del grigio. «Hai sonno?» lo interrogò, corrucciando l'espressione. «Un pochino, sai tutte queste visite sono strazianti» annuì leggermente. Jimin si alzò in punta di piedi e circondò il collo del grigio con le proprie braccia, per poi lasciargli un bacio delicato sulle sue labbra rosee.
«Che bel benvenuto» ridacchiò, passando una mano sulla schiena del biondino, che lo assecondò poi sorridendo. «In realtà ho qualcosa da dirti Tae» Jimin cambiò subito espressione, diventando all'improvviso serio. Prese il grigio per la mano e lo portò sul letto, dove si sedettero l'uno accanto all'altro.
«Mi fai preoccupare Jimin, cosa sta succedendo?»
E Jimin ci provava a non sorridere, ci provava a non esternare tutta la felicità che lo stava impossessando, ma alla fine fallì, ritrovandosi a buttarsi tra le braccia del grigio, che venne colto alla sorpresa.
«Okay, ti prego fammi capire qualcosa» mugugnò Taehyung, tenendolo tra le sue braccia. Jimin si staccò e lo guardò negli occhi, prendendogli le mani per stringerle e intrecciare le loro dita.
«Taehyung, sto guarendo» sputò all'improvviso, provocando una relazione a dir poco strana nel più altro. Sgranò all'improvviso gli occhi, aprì la bocca e rimase zitto per una manciata di secondi interminabili.
«Tu- Non stai scherzando, vero?» scosse la testa in segno di incredulità. «No Tae, la dottoressa ha detto che sta succedendo davvero» e così, all'improvviso Taehyung si ritrovò a piangere dalla gioia. Almeno il suo Jimin stava meglio, stava guarendo da quell'inferno, stava riuscendo ad avadere da quella prigione. Se lo meritava, Jimin meritava di star bene.
«Perchè stai piangendo Taehyungie» Jimin gli accarezzò i capelli dolcemente. «Sono... Sono così felice Chim» singhiozzò, asciugandosi le lacrime calde e salate che continuavano a scendere, una dietro l'altra, dai suoi occhi.
«Meriti di star bene Jimin» continuò guardandolo negli occhi. «Lo meriti più di qualunque altra persona su questa terra» annuì, facendo comparire un sorriso luminoso sul volto di Jimin, che prese ad asciugargli le lacrime con i polpastrelli dei pollici.
«E sai cosa TaeTae? Staremo bene insieme, il più presto possibile.» E conclusero la conversazione, abbracciandosi, tenendosi stretti tra le braccia dell'altro. Rimanendo nel loro posto sicuro, nel loro unico posto sicuro. Le braccia dell'altro.
___ Ebbenesì, sono riuscita ad aggiornarenonostante tutto. Mi sembraun grande miracolosinceramente,,
diciamo che è un piccolo capitolo di passaggioquesto e non ne sono per nientesoddisfata sobs ma almeno ho provato, quindigiàquesto è unpasso avanti,,
btw spero che almenovoistiatepassandounbuonperiodo!