Taehyung e Jimin, due compagni di stanza, in ospedale. La loro vita, per quanto burrascosa sia, insieme, riescono a trovare quel briciolo di serenità, tra una difficoltà e l'altra.
«Taehyung, non mi lasciare! Rimani con me!» Urlò il biondo, scoppian...
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«you gave me the light»
Jimin, più speranzoso e felice che mai, quella mattina, si alzò dal letto correndo in bagno per prepararsi. Quel giorno sarebbe riuscito a vedere, di nuovo, la sua metà
I medici avevano deciso che Jimin fosse un grande stimolo per il ragazzo dai capelli color cenere.
"Puoi stare al suo fianco quando vuoi, ne ha bisogno lui e... ne hai bisogno tu."
Il sorriso non era intenzionato a lasciare le labbra del biondino che, per la prima volta si stava guardando allo specchio, dopo davvero molto tempo, trovandosi differente. Quasi felice. Perchè sapeva che, se Taehyung fosse riuscito davvero a vivere la sua vita assieme a lui, al suo fianco, sarebbe riuscito a trovare l'apice della felicità. Quella felicità che tutte le persone rincorrono, senza una meta precisa, non sapendo dove cercarla. Ma a Jimin, fortunatamente, era riuscito a trovare la causa per cui la sua felicità sarebbe venuta fuori, facendogli trovare il giusto equilibrio nella sua vita. Facendolo stare bene, davvero bene.
Una volta pronto, uscì dal bagno e si infilò di fretta le scarpe, inciampando goffamente nei suoi stessi passi. Rise di sé stesso e si precipitò all'esterno della sua stanza, correndo verso la piccola sala infermieri, dove, Chaeryeon lo stava spettando, caposala del reparto e infermiera che, da quel giorno, lo avrebbe fatto entrare tutte le volte che voleva nella terapia intensiva dell'ospedale. Senza dar retta a regole, senza rispettare la legge perché, la vita di due ragazzi, superava qualsiasi foglio scritto dai piani superiori.
La vita di due ragazzi suonava più preziosa di due righe scritte con inchiostro su di un foglio bianco.
Così, armati tutti di sorrisi smaglianti in volto, si diressero verso i piani superiori, diretti verso l'obiettivo più importante: Taehyung.
Arrivarono davanti la grande porta e, pochi istanti dopo li fecero accomodare all'interno del reparto.
Jimin aveva sempre notato quanto freddo facesse dentro quel grande corridoio bianco e spoglio, ma quel giorno il freddo venne sostituito dal calore della passione, dall'ardere di quel fuoco che pian piano si stava riaccendendo dentro di lui.
Così, dopo aver procurato tutte le precauzioni, venne accompagnato davanti alla stanza 302.
Rimase qualche istante a fissare la porta grigia, accostata. Cercando di respirare lentamente e farsi forza, perché, nonostante tutto, era ancora difficile vedere il suo amato in quelle condizioni. Si scrollò leggermente per poi farsi forza ed aprire velocemente la porta, per poi entrare senza esitazione.
Il suo sguardo, deciso, si fermò sul viso di Taehyung, che trovò molto più rilassato dell'ultima volta che riuscì ad osservarlo così accuratamente. Sembrava stare davvero in pace, come se nulla fosse successo, come se stesse solamente riposando.
Si avvicinò di più, prese la sedia e la posizionò accanto al letto e poi si sedette, senza lasciare che il suo sorriso lasciasse le sue labbra.
"Sai Taehyung, mi sei mancato da morire" disse con tono normale, senza aver timore, senza sussurrare, com'era solito fare. "Sei stato sempre nei miei pensieri, eri fisso lì, tu, la tua risata, la tua voce, il tuo fare così amabile." E con un gesto spontaneo, gli prese la mano fredda, accarezzandola dolcemente.
"Ogni cosa che facevo, mi venimi in mente tu" sbuffò divertito "i tuoi rimproveri, le tue battutine scontate, i tuoi scherzi." ridacchiò infine.
Jimin era solito ricordare, nei momenti bui e tristi, le azioni che le persone che amava, compievano nei suoi confronti e, non mentiva, quando diceva che Taehyung era riuscito a riempire i suoi pensieri in quel modo.
Perchè non aveva mai amato nessuno come aveva amato lui.
"Sei stato la mia fonte di speranza, Taehyungie" sorrise, osservando la pelle nivea del viso. Era pallido, aveva la pelle fredda. Era un Taehyung che Jimin a stento riconosceva. Era cambiato, ma riusciva a notare il piccolo cambiamento di cui i dottori continuavano a parlare.
"Sembri star meglio" sorrise nostalgico "sei proprio pallido però Taehyung, quando usciremo da qui, ci faremo una bella vacanza al mare, così posso vederti con una carnagione da umano e non da cadavere" rise, immaginandosi la reazione che Taehyung avrebbe potuto avere se quelle cose gliele avesse dette quando fosse stato sveglio e vigile.
"Però sei bello comunque, sembri un angelo. Lo sei sempre stato" gli spostò un ciuffo di capelli, ormai troppo lunghi, dalla fronte. "Sei di una bellezza unica Taehyung, una bellezza surreale" annuì a sé stesso.
"Sai, la prima volta che ti ho visto, quando sono tornato da quell'esame stancante, ero stanco morto, ma vederti lì, così bello e spaesato, come un cucciolo smarrito, eri così bello, che volevo rifiutarmi di andare a letto. E, se solo avessi avuto un briciolo di forze in più, ti avrei parlato all'istante anche se sarei stato timido ed intimorito, perché davvero, ti giuro sulla mia stessa vita, sei surreale Kim Taehyung. Come si suol dire, in termini più aulici, lei è etereo, signor Kim" ridacchiò per l'ennesima volta, continuando a stringere la mano del suo ragazzo.
"Sai, stanotte mi sono soffermato a pensare ad una cosa, abbastanza seria" si morse il labbro inferiore, per poi tornare a parlare. "È una cosa molto alla te, credo tu mi abbia contagiato, sai?" sospirò, per poi schiarirsi la voce.
"Avevo bisogno di una luce che mi guidasse, mi bastava una sola piccola e fioca stella, ma poi sei arrivato tu e sei riuscito a darmi l'interno universo." sorrise a sé stesso, perché mai in vita sua era riuscito a dire una cosa del genere.
E, mentre stava cercando le parole giuste per continuare il suo discorso, la stretta della mano, venne ricambiata, facendolo bloccare sulla sedia.
Taehyung stava ricambiando il contatto del suo ragazzo, dopo settimane interminabili.
Taehyung stava stringendo di nuovo la mano di Jimin.
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Mi dispiace esser sparita per l'ennesima volta, ma non so se qualcuno di voi abbia letto il post pubblicato qualche giorno fa. Ebbene sì, avevo perso il file al computer della storia, con quattro capitoli scritti più un'altra cosuccia che, purtroppo sarà dura riscrivere in quel modo. Quindi ho dovuto riscrivere ciò che avevo perso e nulla è come prima, ho riprovato a metterci del mio, ma riscrivere i capitoli da zero è sempre una batosta e risultano parecchio tirati. Però prometto che mi rimetterò sotto con la scrittura e che, anche se mi sono abbattuata a causa di tutto ciò, tornerò a scrivere con più regolarità.