XXIV

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«you're the best gift»

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«you're the best gift»


Jimin fremeva dalla voglia di sapere cosa stava succedendo. Controllava l’ora nel cellulare ogni minuto e gli sembrava che il tempo non scorresse nemmeno se l’avesse pregato. Così, decise di affrettarsi e prese il completo dalla scatola, lo ripose sul letto e lo guardò per qualche istante, senza davvero riuscire a cogliere nessun indizio in esso.

«Taehyung so che sei stato tu» cominciò a parlare da solo «ma perché? A che scopo?» scosse la testa confuso «Chissà cosa ti è passato per la mente» poi sorrise, prendendo il tutto e dirigendosi nel bagno dove si preparò.

Nel biglietto era scritto di doversi preparare per le otto, ma preparare in che modo? Indossare solo il completo o... o altro?

Poi si guardò allo specchio e, per la prima volta dopo davvero tanto tempo decise di prendersi cura di se stesso. Non si vedeva più brutto come un tempo, da quando c’era Taehyung la sua autostima era aumentata a dismisura, facendolo come rinascere.

Taehyung, una ventata d’aria fresca nella vita di Jimin, che poteva essere paragonata ad una giornata afosa di Agosto, in piena estate.

Si ritrovava spesso a paragonare Taehyung, la sua vita e il rapporto che avevano i due a qualsiasi cosa gli passasse nella testa.

«Jimin, sei qui?» la voce dell’infermiera fece tornare con la testa sulle spalle Jimin che uscì dal bagno. La donna si fermò ad osservare il ragazzo. Era di una bellezza unica. «Mi sento come una mamma che vede il proprio figlio per la prima volta in un occasione importante, vestito così bene» sospirò sorridendo. «Sei bellissimo Jiminie» ammise abbracciandolo. Jimin arrossì all’istante, non era abituato a certe dichiarazioni, timido com’era poi.

«Sono le otto, sei pronto?» gli chiese e lui non potè che guardarla confuso. Lei cosa c’entrava con tutto questo? 

E Taehyung? C’entra davvero lui o è davvero fuori con i nonni? Vabe, ormai perché mi faccio tutte queste domande, sono le otto e sono pronto. Andiamo dove devo andare.

Annuì sorridendole, prese il cellulare e la seguì all’esterno della stanza. Tutto il personale che gli passavano affianco gli sorrideva e si complimentava con lui per l’aspetto. In molti gli avevano augurato di passare una bella serata, sperando che si sarebbe divertito, rendendolo così sempre più confuso.

Camminarono per qualche minuto,, quando l’infermiera lo fermò e, sorridendogli gli disse «Da qui procedi da solo» Jimin la guardava attentamente «Sala riunioni, alla fine del corridoio. Buona serata, piccioncini.»

Jimin scosse la testa, appena la donna si girò e si incamminò verso il reparto dove lavorava.

Quindi c’entra davvero Taehyung e si ritrovò a sorridere di nuovo. Si incamminò verso la sala che gli aveva accennato poco prima, convinto e con passo svelto.

Arrivò davanti alla porta, fece un grande respiro e la aprì.

Una luce soffusa, blu, illuminava fiocamente l'intera sala. Vari fiori erano sistemati per decorare la stanza e un piccolo tavolo era posto sopra al palco.

Jimin avanzò, verso il centro di quell'enorme sala, quando, all'improvviso una canzone lenta e delicata partì. Gli occhi del biondo tornarono di scatto al centro della sala, dove in quell'instante si trovava un Taehyung, sorridente, vestito elegante, proprio come lui.

Era davvero bello, etereo. Una bellezza unica che fece rimanere il biondo a bocca aperta.

Jimin avanzò in sua direzione e così fece anche il grigio.

Quando si trovarono, l'uno davanti all'altro, i loro sguardi si legarono. Entrambi avevano gli occhi luccicanti, pieni di giogia e passione.

Taehyung gli prese dolcemente la mano e ne baciò il dorso.

«Mi dispiace essere sparito oggi, Chimmie» gli sorrise «ma dovevo ultimare tutto questo.»

Jimin tornò ad osservare tutti gli addobbi al muro, i fiori colorati, le candele e tutto ciò che Taehyung avesse preparato per lui, per loro. Era tutto curato al minimo dettaglio, proprio com'era solito del grigio.

«Desideravi così tanto andare ad un ballo, ma non ci sei mai potuto andare» gli carezzò una guancia «quindi ho pensato di portare il ballo da te» e concluse con uno dei suoi migliori sorrisi.

Jimin non ci vide più dalla gioia. Taehyung lo rendeva sempre così felice, così euforico. Gli si buttò tra le braccia, abbracciandolo il più forte possibile. Lo ringraziò infinite volte, prima di tornare a guardarlo negli occhi.

«Ti amo Taehyung» disse con convinzione «e no, so che ti stai facendo tanti problemi nella tua mente, perché non riesci a dirlo come faccio io, perché non riesci ad aprirti del tutto» continuò, portando le mani sul petto del ragazzo di fronte a lui.

«Ma sai cosa? Ti ho detto che ti amo per essere sicuro che tu lo sappia, non perché voglio sentirtelo dire indietro» e lo baciò, sorridendo appena le loro gemelle furono a contatto.

D'altronde Taehyung, nonostante non riuscisse ad aprirsi completamente, dimostrava il suo amore per Jimin con tutti i gesti compiuti nei suoi confronti.

Dal più grande, al più piccolo.

«Sono felice di averti al mio fianco» mormorò Taehyung, appoggiando la sua fronte, su quella del biondo. «Non sono mai stato più felice prima d'ora.»

E infine si abbracciarono, di nuovo, tenendosi stretti tra le braccia dell'altro.

No Taehyung, sono io che sono fortunato ad avere te.

Passarono la serata ballando, ridendo e scherzando. Fecero cena, dopo essersi scatenati per un'ora abbondante, per poi tornare a ballare a ritmo di musica.

Ballarono anche un lento, al centro dell'enorme sala. I loro sguardi incatenati, i loro sorrisi sempre presenti e qualche bacio per dar vita ai loro sentimenti.

Si sentivano in paradiso. Erano felici e davvero innamorati.

«Buon Natale mio piccolo Chim.»

Oncology | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora