XLIX

917 94 118
                                    

«Live if you were to die tomorrow

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Live if you were to die tomorrow. Learn if you were to live forever»

[Perfavore leggete lo spazio autrice alla fine del capitolo!!]


Il tempo, dal giorno in cui Taehyung aveva riaperto gli occhi, scorreva velocemente, accompagnato a passo spedito dall'amore dei due ragazzi che cresceva ogni giorno sempre di più. Il tempo era volato e i due ragazzi si ritrovavano di nuovo ad aspettare con ansia la fine dell'anno, sperando che, l'anno a venire portasse loro solo una vita piena di serenità e non più di ostacoli irrecuperabili come aveva fatto quello che si stavano per lasciare alle spalle.

Con i lunghi mesi di riabilitazione e cure, Taehyung tornò il ragazzo energico che era sempre stato. Aveva lasciato la terapia intensiva non molto tempo dopo essersi svegliato ed era tornato in stanza con il suo adorato biondino, nel reparto di oncologia. Cosa che, a suo parere, sembrava così surreale, che ogni giorno Jimin doveva dirgli che tutto ciò fosse vero e che ce l'aveva fatta davvero.

Perchè, anche se Taehyung era riuscito a stare bene in quel periodo ancora non si capacitava di tutto il lungo percorso che aveva intrapreso in quel lungo periodo. Non riusciva a credere che lui, Kim Taehyung, ragazzo senza speranze, avesse sconfitto un mostro più grande di lui.

Jimin lo paragonava sempre ad uno di quei supereroi sottocoperta, quelli a cui, a primo impatto, nessuno riesce a credere, ma, una volta che il film entra in azione, tutti amano. IL supereroe più

forte di tutti, quello più determinato, quello a cui affideresti la tua vita.

Taehyung era il supereroe personale di Jimin.

Il supereroe che gli salvò la vita dopo anni di sofferenze. Il supereroe a cui diede tutta la sua fiducia ad occhi chiusi. Il supereroe che lo fece guarire e che gli fece riscoprire cosa volesse dire vivere e non più sopravvivere.

E in quel momento nessuno dei due sapeva cosa sarebbe successo nel loro futuro. Jimin era stato dimesso ormai da tempo, ma passava la maggior parte delle sue giornate dentro l'ospedale, come se non fosse mai uscito e, la notte doveva essere rigorosamente nel letto, abbracciato al suo amato Taehyung. Non era passata notte da quando fu dimesso dove non avesse dormito abbracciato al suo ragazzo dai capelli grigi. Non avrebbe mai lasciato Taehyung da solo in quel posto opprimente per nessuna ragione.

E i nonni del grigio fecero lo stesso ragionamento per il biondino. Decisero di prendere in loro custodia anche l'adorato Jimin, perché, con il corso del tempo, era diventato parte della loro famiglia. Perchè, la famgilia di Taehyung era anche la famiglia dei due signori. E Jimin era tutta la famiglia del grigio, in quell'istante.

*

Più il tempo passava, più Taehyung chiedeva ai dottori che ancora lo stava seguendo quando potesse tornare a casa. Voleva uscire da quel posto, voleva tornare alla sua vita, in quel momento più che mai.

Aveva deciso che, una volta fuori da lì, non avrebbe perso nessuna occasione. Avrebbe preso al volo ogni opportunità. La vita era una sola, una sola possibilità per non sprecarla. Avrebbe vissuto tutti i giorni come se fossero gli ultimi perché sapeva cosa volesse dire non poter più vivere. Lo sapeva meglio di tutte le persone che lo circondavano. E sapeva che qualsiasi cosa sarebbe accaduta, lui l'avrebbe accolta a braccia aperte, prendendola in modo ottimista.

*

"Non è ora che ti tagli un po' quei capelli?" il biondino chiese al grigio, mentre gli portava una mano tra le ciocche morbide, per portarle via da davanti agli occhi. "Forse, ma non ne ho voglia" fece di conseguenza spallucce, girandosi poi verso Jimin, per guardarlo negli occhi.

"Oggi sembri più bello di sempre, Chim" gli sorrise, mentre il biondino arrossì all'istante.

"Pensi che mi rilasceranno prima della fine dell'anno?" chiese poi Taehyung, arricciando le labbra, sperando in una risposta positiva da parte del suo ragazzo. "Non lo so Tae, non possiamo saperlo" Jimin sospirò "però,spero proprio di sì" e gli prese la mano, stringendogliela.

"Mancano esattamente 36 ore alla fine dell'anno" il grigio colse di sorpresa il niondino, che lo guardò all'istante, corrucciando le sopracciglia. "Stai tenendo il conto?" chiese poi, scoppiando a ridere. "Sì, voglio uscire da qui. Mi sono stancato. E voglio passare la fine dell'anno con te." rispose in serietà poi. Perchè, dopotutto, per quanto potesse capire la sua situazione in quel momento, non ne poteva più di essere rinchiuso in quelle quattro mura spesse e spoglie.

"Ma lo passeremo già insieme, Taehyung. Sai che sarò qui comunque con te." ma il grigio lo bloccò all'istante. "No, cioè, sì, lo so benissimo. Però, intendo, fuori di qui. Con te. Solo noi due, fuori da un ospedale. Sembra uno scenario onestamente surreale. E forse nemmeno possibile, però è proprio ciò che speravo e, forse, infondo me lo aspettavo pure" sospirò affranto.

"Non dare nulla per certo, nessuno sa cosa ci sta preparando il futuro. Che sia fra dieci anni o che sia, come hai detto tu, fra 36 ore." gli carezzò la guancia delicatamente, facendolo così sorridere. "Potrebbe succedere di tutto, potrai, magari, anche essere fuori da qui per festeggiare come più ti piace il capodanno" Jimin continuò, facendo apparire un'espressione corrucciata sul viso del grigio.

"Cos'è quella faccia TaeTae" e il biondo scoppiò a ridere. "C-cosa intendevi con quella frase?" chiese dubbioso, assottigliando gli occhi, per osservarlo. "Cosa mi stai nascondendo Jimin" mormorò, continuando a scrutarlo ad occhi socchiusi.

"Sembri un bambino, smettila di comportarti così" il biondo gli strinse le guance con la mano, proprio come un adulto farebbe al proprio bambino.

"Non cambiare discorso!" gli strattonò la mano, fissandolo attentamente.

"Forse, avrei fatto meglio a stare zitto, perché ormai con te non riesco a tenere nulla senza dirtelo o senza che tu lo capisca al volo" sbuffò, alzando gli occhi al cielo, mentre Taehyung rimaneva in silenzio a fissarlo, aspettando con ansia ciò che Jimin gli stava nascondendo.

"Forse, TaeTae, qualcuno ai piani alti ha ascoltato la tua richiesta" disse, facendo spalancare gli occhi al grigio, dallo stupore.

"Domani ti dimettono."

-----

Ciao a tutti! Finalmente ce l'ho fatta a pubblicare questo capitolo, dopo quasi sette secoli e dieci ere glaciali. Mi scuso ancora per questa grande assenza ma, per chi avrà letto il capitolo prima, ogni giorno che passa, va sempre peggio e ho dovuto prendermi una pausa da tutto per un po'. Ma ora sono qui per restare, come si suol dire, no?

C'è una cosa in particolare che vorrei chiedervi, perchè a mia volta, mi è stato chiesto davvero molte volte. Il fatidico argomento "cartaceo della vmin". Ultimamente mi hanno scritto in molti e la cosa mi ha fatto davvero tanto tanto piacere. Sapere che questa sotria, seppur triste, spenta e davvero tragica, scritta tra una mia visita in ospedale e l'altra, vi sia piaciuta così tanto. Quindi la domanda io ve la porgo.

Lo volete davvero il cartaceo?

also, buon 2020 in ritardo! spero che abbiate passato delle bellissime e serene feste, a differenza delle mie sigh

vi amo:(

Martina.

Oncology | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora