「12. Ƒιяѕт Lσνє」

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31 luglio, 2018

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31 luglio, 2018

«Puoi ripetere?» La mia voce suonò sorpresa ed incredula.

«Voglio comprare un pianoforte per Yoongi,» ripetè Iseul con più enfasi rispetto a prima, scandendo ogni parola affinché recepissi per bene il messaggio.

Mi passai una mano tra i capelli, confuso. Mi voltai a guardare Jimin.

«Glielo hai detto tu, vero?»

Jimin stirò leggermente le labbra assumendo un'espressione colpevole. Incrociò le braccia al petto e si appoggiò al bordo della scrivania del mio ufficio. Il ciuffo biondo gli solleticava leggermente le ciglia.

«Beh, potrei averle accennato che Yoongi-hyung è un musicista e adora suonare il pianoforte.»

Le mie sopracciglia si aggrottarono. «Adorava suonare il pianoforte. Devo forse ricordarti che non l'ha più toccato da quando-» Mi bloccai di colpo. I miei occhi tornarono subito su Iseul. Mi morsi il labbro. Diavolo, stavo per lasciarmi sfuggire tutto. Ritornai a guardare Jimin e vidi che mi stava fissando con un'espressione allarmata. Anche Hoseok, che era seduto sulla sedia di fianco a lui, diventò subito paonazzo. Deglutii. «-da quando è morta sua madre,» mi corressi.

Yoongi aveva imparato a suonare il pianoforte da sua madre. La Sig.ra Min era sempre stata una donna meravigliosa, da quello che ricordavo. Aveva occhi solo per suo figlio e disprezzava con tutto il cuore il marito, che ormai reputava un uomo inutile e di strette vedute. Non aveva divorziato da lui solo per il bene di suo figlio. Yoongi aveva solo sua madre. Lei era il suo tutto, il suo mondo, la sua unica famiglia. Quando la donna morì nell'incendio, Yoongi si era ritrovato solo, con un padre che lo picchiava e maltrattava dalla mattina alla sera. Dopo che sua moglie morì, il Sig. Min diventò anche peggio di prima. Passava le nottate nei bar, a ubriacarsi, e quando tornava a casa, era Yoongi a subirne le conseguenze. A scuola continuavamo a chiedergli perché avesse sempre dei lividi. Alcuni giorni faceva persino fatica a camminare. In seguito, venne espulso per aver cercato di difendere Jungkook da un insegnante. Poi, un giorno, decise di andare a vivere con il nostro maknae. Voleva allontanarsi da quel padre brutale e coltivare il suo sogno di diventare un musicista. Jungkook amava cantare e aveva una bellissima voce, perciò sarebbe stato perfetto per entrambi.

Yoongi non aveva più suonato da quando eravamo stati rapiti. Stranamente, quel giorno di qualche mese fa, era scappato dalla sua stanza d'ospedale per andare in cerca di quel pianoforte. Forse qualche infermiera gliel'aveva accennato. Non so perché, ma da quella voglia improvvisa era derivato l'incontro con Iseul, che aveva portato ad una tragedia senza pari. Da allora, Yoongi non aveva voluto vedere neanche l'ombra di un pianoforte. O sentirne parlare. Molte volte avevo provato a dirgli che suonare avrebbe potuto fargli bene, liberarlo dalle sue paure, ma non c'era stato niente da fare. Quel ragazzo aveva la testa più dura del marmo.

E ora Iseul se ne usciva con quella richiesta. Diedi un'altra occhiata a Jimin. Sapevo che gliel'aveva detto con lo scopo di aiutare Yoongi. Da quando Iseul l'aveva smosso dai suoi pensieri negativi, stava sempre in compagnia della piú piccola. Si passavano a malapena un anno di differenza e forse era per questo che andavano d'accordo. Ultimamente, li si vedeva sempre girare per i corridoi della clinica, insieme ad Hoseok, che non lasciava il fianco di Iseul neanche per andare in bagno. E lui stava sempre in bagno.

ᴄᴀɴ ʏᴏᴜ sᴇᴇ ᴍᴇ || ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora