「00. Ƥяσℓσgσ」

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"I ωιѕн I cσυℓ∂ ѕєє тнαт уσυ'яє σкαу, ѕмιℓιηg вαcк αт мє. Ƈαη уσυ ѕєє мє?"

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Il suo sogno era sempre stato quello di diventare una ritrattista. L'arte, quella pura, era impressa nelle espressioni accigliate delle persone che passeggiavano per strada. Nei sorrisi dei bambini quando riconoscevano gli occhi del proprio genitore all'uscita da scuola. Nel dolore accentuato dalle rughe d'espressione a causa di un lutto rilevante. L'arte, quella vera, segnava il volto delle persone.

Lee Iseul era sempre stata una bambina creativa, una ragazza capace di trasmettere su carta le complicate emozioni che si dipingevano sul volto umano. Voleva studiare per questo, per diventare ciò che sua madre era stata prima di lei. Un'artista dalle dita agili, creatrice di un mondo che andava oltre quello reale, ideatrice di una realtà fasulla eppure così somigliante.

Il suo mondo girava intorno a questo. Dopo essersi diplomata, aveva tentato il test d'ingresso per l'Accademia di Belle Arti, una delle più prestigiose di Seoul. Sua madre l'aveva sostenuta in quella scelta, così come avrebbe fatto suo padre, se fosse stato ancora con lei.

Lee Dongsun era scomparso un anno fa, prima che la ragazza riuscisse ad avverare il suo sogno d'iscriversi all'università. Le cause della sua sparizione rimasero misteriose. Un giorno era uscito di casa e non era più tornato. Dopo circa un anno, il suo nome era stato rimosso dalla lista delle persone scomparse, ma Iseul sapeva ciò che sua madre non era mai stata in grado di ammettere ad alta voce, forse impaurita che avrebbe potuto nutrire delle false speranze.

Iseul era una ragazza empatica, e nel suo cuore sentiva che suo padre era ancora vivo.

La sua camera da letto era piena di ritratti dell'uomo che le aveva dato la vita. Aveva disegnato così tante volte il suo viso che ormai aveva la sensazione di averlo davvero al suo fianco. Ma lui non c'era, anche se era costantemente nei suoi pensieri, come una macchia indelebile che non avrebbe potuto cancellare.

Una mattina arrivò una lettera che le comunicava che avrebbe potuto prendere parte alle lezioni d'arte dell'università. L'avevano presa. Era stata accettata. Fu così felice che avrebbe potuto stritolare Bomi, il suo cucciolo di pastore tedesco. Il suo primo pensiero fu rivolto al padre, e a quanto sarebbe stato orgoglioso di lei.

Sfortunatamente, quello fu l'ultimo momento felice prima di quel nefasto giorno. La mattina dopo, la sua vita cambiò radicalmente, divenendo un inferno in terra.

Il suo sogno di diventare una ritrattista? Guardò mentre le sfuggiva di mano come se fosse stato un granello di polvere.

Il dolore lancinante alla testa e quegli occhi castani e spaventosi, sottili e iniettati di sangue e malvagità, non avrebbe mai potuto dimenticarli. Così come quei lineamenti scolpiti, i capelli biondi impregnati di sudore e la pelle bianca come il latte.

E così fece.

Relegò quel volto in un angolo della sua memoria, soprattutto i suoi occhi, perché furono l'ultima cosa che vide prima che il suo mondo diventasse oscuro.

Aveva perso la vista.

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Angolo Autore

Prima storia che scrivo su Min Yoongi e i BTS. Potreste essere un po' confuse, ma questo è solo il prologo. Nel prossimo capitolo spiegherò per bene tutta la vicenda. Spero che vi abbia incuriosito almeno un po' e che continuiate a seguire la storia ^^

ᴄᴀɴ ʏᴏᴜ sᴇᴇ ᴍᴇ || ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora