「36. Ɗєνιℓ'ѕ Ƭємρтαтιση」

4.3K 385 302
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

🔸🔹🔸🔹🔸🔹

4 settembre, 2018

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

4 settembre, 2018

Le suole umide delle mie scarpe slittavano contro il pavimento bagnato e scivoloso del corridoio. Intorno a me vedevo solo gente spaventata e confusa, persone di tutte le età che si disperavano tra le braccia degli infermieri andando ad aggravare il loro stato mentale già di per sé critico. Aggrottai le sopracciglia e il mio sguardo divenne un tutt'uno con esse. I lineamenti del mio volto s'indurirono man mano che i pianti e i deliri dei nostri pazienti si facevano spazio nella mia testa. Nello stesso momento, il mio cuore prese a battere più velocemente quando di fronte a me si focalizzò per l'ennesima volta lo sguardo vuoto di Iseul. Strinsi i pugni, accelerai il passo e spalancai la porta della sala registrazioni come se fosse fatta di paglia.

Con la mano ancora poggiata contro di essa, i miei occhi neri puntarono subito la figura bagnata fradicia del ragazzo che era seduto sulla mia poltrona. Stava fermo, immobile. Le mani poggiate sui braccioli e le gambe leggermente distese verso l'esterno. Alzò lo sguardo per incontrare i miei occhi ed è allora che feci slittare la mano per aggrapparmi al bordo della porta con tutte le forze che avevo. Strinsi forte finché non sentii le unghie stridere contro la superficie.

Taehyung aveva appena sorriso.

«Hyung,» mi chiamò in un sussurro. Le sue labbra si mossero appena e in quel momento l'occhio mi cadde sul sangue che gli stava imbrattando i polsi. «Mi sento così bene,» disse mentre il suo volto si accartocciava su sé stesso per trasmutare la sua espressione in una dolorosa che non aveva niente a che fare con quello che aveva appena detto. «Mi sento così bene...» ripeté, ma stavolta la voce gli si ruppe non appena cercò di incanalare aria dalla bocca per bloccare un singhiozzo. «Sto bene... Sto bene. Sto bene... Dovrei stare bene...» farfugliò portandosi le mani sporche di sangue sul volto. «Allora perché non sto bene? Perché il dolore non se ne va? Perché!!» urlò chinando la schiena in avanti e avvolgendo le braccia intorno al suo stesso corpo.

ᴄᴀɴ ʏᴏᴜ sᴇᴇ ᴍᴇ || ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora