[COMPLETA] Sette ragazzi scomparsi, un oscuro segreto. La vita di Iseul cambia completamente quando perde la vista a causa del più pericoloso tra loro, ma che è anche quello più ferito, spaventato e con le cicatrici più profonde di tutti. Ognuno di...
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9 giugno, 2018 \\flashback
«Ti ci vuole ancora molto?» domandai mentre controllavo il corridoio ogni tre per due, trasmettendo la mia ansia anche agli altri che aspettavano tremanti dietro le mie spalle. Ma quello più agitato era sicuramente Taehyung, che inginocchiato sul pavimento armeggiava con la serratura della cella di Yoongi.
«C-Ci sono quasi,» balbettò con le mani che gli tremavano. «Ci sono quasi...»
Quando tolse improvvisamente il fil di ferro dalla serratura e lo avvicinò al suo polso, lo bloccai prima che potesse infilarselo nella pelle. «Non ora, Taehyung!» lo rimproverai a bassa voce scuotendogli il braccio. «Torna in te, maledizione! Ne hai già scassinate tre... Questa è l'ultima. Un altro piccolo sforzo, coraggio!» lo spronai al meglio delle mie capacità nonostante l'ansia e il terrore che potessero scoprirci. «Ci sei quasi.»
«Voglio tornarmene in cella...» Mi voltai di scatto verso Jimin, che si stava tenendo la testa tra le mani. «Ho p-paura... Voglio tornarmene in cella... I-Io... Io...» Prese a tremare come una foglia. No. L'attacco epilettico no. «Tanto andrà a finire male... Ci cattureranno... Scopriranno che stiamo cercando di fuggire e ci tortureranno finché non ce l'avranno fatta pagare. L-Lui mi... mi getterà di nuovo in quella vasca e... e...»
«Il biondino depresso ha ragione,» lo interruppe RM incrociando tranquillamente le braccia al petto. «Vuoi forse farci ammazzare? Sei apparso dal nulla con quelle maledette mappe dopo essere sparito per mesi. Che diavolo hai fatto tutto questo tempo? Mi sembra che tu sia quello con la mente più lucida di tutti. Guarda J-Hope!»
Voltai il viso e vidi il ragazzo dai capelli rossi che si tastava ovunque, in cerca di qualcosa a me sconosciuta. «Dove diavolo le ho messe...» farfugliò con la faccia da disperato. «Pensavo di averne ancora. Com'è possibile?» Sollevò la testa di scatto e mi guardò speranzoso, come se gli fosse appena venuta in mente un'idea. «Seokjin-hyung!» urlò, e io gli intimai di fare silenzio. «Dove hai messo quelle mappe?» mi domandò iniziando a frugarmi nelle tasche. «Dovrebbe esserci scritto dove sta il deposito dei medicinali, giusto? Forse riusciamo a-»
