[COMPLETA] Sette ragazzi scomparsi, un oscuro segreto. La vita di Iseul cambia completamente quando perde la vista a causa del più pericoloso tra loro, ma che è anche quello più ferito, spaventato e con le cicatrici più profonde di tutti. Ognuno di...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
25 agosto, 2018
Infernale. Una nottata infernale. Solo così avrei potuto descrivere il lasso di tempo passato nella più completa angoscia. Tirai su col naso mentre me ne stavo seduto scomposto sulla sedia di quella stanza, con lo sguardo puntato a terra e il sangue ancora fresco sui polsi.
Era stato più forte di me. Avevo trovato delle forbicette nel cassetto del comodino e avevo affondato la punta nella mia carne senza neanche rendermene conto. Ero ritornato alla realtà solo quando l'infermiera Choi me le aveva letteralmente strappate di mano, buttandole fuori in corridoio.
«Pensi che farti del male possa farlo stare meglio?!» mi aveva urlato. «Ragiona, Taehyung! Cosa credi di guadagnarci?»
Le solite parole. Le stesse fottute parole che continuavano a ripetermi ogni fottuto giorno. Cosa ci guadagnavo? Non pensavo, semplicemente. Il cervello si spegneva e il dolore diminuiva. Mi estraniavo dalla realtà, anche se si trattava di cinque minuti. Volevo ignorare il corpo di Jungkook che se ne stava nel letto di fianco alla mia sedia, immobile come un pezzo di ghiaccio. Volevo convincermi che quel maledetto bip non fosse diventato una linea retta... già per la seconda volta.
Quella notte, avevo rischiato di perderlo... per ben due volte.
Nella clinica era scattato l'allarme e tutti i medici disponibili erano accorsi nella stanza del più piccolo, circondandolo per riportarlo nuovamente tra i vivi.
Quella notte, il suo cuore si era fermato... per ben due volte. E per ben due volte, io ero quasi morto con lui.
Osservai il cellulare macchiato di sangue che stringevo ancora tra le mani. Un sorriso beffardo, amaro, mi stirò verso l'alto l'angolo delle labbra. Perché continuavo ad illudermi? Lo avevo chiamato per chiedere il suo aiuto, perché mi confortasse... e ancora una volta aveva ignorato le mie chiamate. Esattamente come allora. Perché mi ero illuso che questa volta sarebbe stato diverso?
