「29. Ɓυттєяƒℓу」

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26 agosto, 2018

Rimasi immobile, lasciando che i miei occhi vagassero sul suo viso stanco. La mano che tenevo sulla sua guancia scivolò lentamente verso il basso, incontrando il cuscino dietro le nostre spalle. Sbattei velocemente le ciglia e la mia fronte si aggrottò dietro i ciuffi neri che quasi mi sfioravano il naso.

«Aiutarti?» domandai, preso del tutto alla sprovvista. Mi guardai intorno nella speranza di leggere la risposta sui muri bianchi della mia camera. O forse stavo solo aspettando che la voce di Seokjin si palesasse all'improvviso per spiegarmi ciò che io non ero riuscito a comprendere. Dimenticai persino che l'unica persona in grado di darmi una risposta ce l'avevo davanti agli occhi.

Iseul si coprì improvvisamente la faccia con le mani e sprofondò nel mio petto, come se volesse scomparirci dentro. Abbassai lo sguardo sui suoi capelli che ora avevano un taglio decente grazie all'infermiera Choi e divenni ancora più confuso.

«Scusa,» farfugliò contro il mio pigiama. «Non so perché l'ho detto.»

Sollevai una mano e cominciai ad accarezzarle i capelli, cercando di ignorare il mio cuore che aveva preso a battere fin troppo velocemente. Iseul di sicuro riusciva a sentirlo.

«Vuoi farti un bagno?» domandai cercando di sviare il discorso. «Io non ho una vasca. Seokjin l'ha smontata quando...» Mi bloccai.

Quando ho cercato di suicidarmi.

No, non potevo dirglielo. «...quando gli ho detto che preferivo la doccia,» mi corressi. «Ma nel tuo bagno dovrebbe essercene una. Vuoi che ti accompagni?»

Non mi rispose subito, ma annuì contro il mio petto. Annuii a mia volta e la convinsi a staccare la testa dalla camicia del mio pigiama. Senza rendermene conto, le mie labbra s'incurvarono leggermente verso l'alto quando mi accorsi che era rossa come un peperone. Strisciai verso di lei e le avvolsi le braccia intorno alla vita per prenderla in braccio, poi raggiunsi il bordo del letto per alzarmi in piedi.

«Posso camminare da sola,» mi sussurrò con un filo di voce. «Non c'è bisogno che mi porti in braccio fino a lì.»

«Sei a piedi nudi. Non mi va di farti prendere un raffreddore.» Suonai più severo di quanto volessi, ma in questo modo riuscii a far tacere le sue proteste.

Quando attraversammo il corridoio, udii le voci di Jimin e Taehyung che provenivano dalla camera di Jungkook. Mi fermai davanti alla porta socchiusa, cercando di cogliere qualche stralcio dei loro discorsi.

«Kook, e ti ricordi quando andavamo sempre al nostro ritrovo? La vecchia piscina abbandonata in mezzo al bosco,» disse Taehyung con una nota nostalgica nella voce. «Ti divertivi sempre un sacco a scarrozzare in giro Yoongi-hyung su quel carrellino.»

ᴄᴀɴ ʏᴏᴜ sᴇᴇ ᴍᴇ || ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora