[COMPLETA] Sette ragazzi scomparsi, un oscuro segreto. La vita di Iseul cambia completamente quando perde la vista a causa del più pericoloso tra loro, ma che è anche quello più ferito, spaventato e con le cicatrici più profonde di tutti. Ognuno di...
「Avviso: il capitolo contiene scene violente! Si consiglia la lettura a un pubblico consapevole.」
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26 ottobre, 2017 flashback
Il freddo di quella minuscola stanza mi stava uccidendo. Riuscivo a sentire il tessuto ruvido del materasso logoro che continuava a sfregare contro la mia schiena nuda. Un brivido mi fece tremare da capo a piedi e spalancai gli occhi per puntare lo sguardo sul soffitto pieno di muffa. La camera era buia e riuscivo a vedere qualcosa solo grazie al riflesso delle luci al neon affisse fuori dalla stanza. Un rumore di passi riecheggiò nel corridoio e le mie labbra cominciarono a tremare. Mi rilassai solo quando sentii che avevano oltrepassato la camera, non prestando attenzione a chi ci fosse dentro. Mi passai una mano sulla faccia e mi resi conto di avere i capelli attaccati alla fronte per quanto fossi sudato. Com'era possibile se sentivo così freddo?
«Kook?» Una voce rauca risuonò vicino al mio orecchio e mi ritirai spaventato. Fissai la figura magra e pallida ai piedi del mio letto. I suoi occhi marroni e sottili mi stavano guardando con sincera preoccupazione. Era in ginocchio e il suo aspetto tirato lo rendeva ancora più cereo. Aggrottò le sopracciglia. «È tutto ok? Ti senti bene?»
«Yoongi-hyung...» sussurrai a malapena mentre sentivo le palpebre farsi di nuovo pesanti.
«Non hai una bella cera.»
«Ho freddo.»
I suoi occhi si spalancarono. Si alzò in piedi, sfiancato dalla ferita alla gamba che stava ancora sanguinando. Si trascinò verso il suo letto e prese la sua coperta. Tornò verso di me e me la sistemò con cura intorno al corpo, assicurandosi di chiuderla per bene sul davanti. Si sedette sul bordo del mio letto e allungò una mano per tastarmi la fronte.
«Sei caldo. Probabilmente hai un po' di febbre.»
«Hyung, dove siamo? Perché ci hanno portati qui?» Abbassai lo sguardo sulla sua ferita. «E perché ti hanno fatto del male?» Lo risollevai per guardargli il volto tumefatto. Lo avevano picchiato. Sentii di nuovo la rabbia crescermi nel petto. Non ero mai stato un tipo irruento, ma vederlo in quelle condizioni mi aveva fatto salire il sangue al cervello. Avevo provato ad avventarmi su uno di loro ma ci avevo guadagnato solo un pugno in pieno stomaco.
