I. Sulla spiaggia

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Revisionato 18.03.21

Soo pov

Era una notte fredda, buia, anche la luna si era celata alla città; la neve cadeva in silenzio dal cielo notturno quando uscii di casa. Tra le mani un pezzo di metallo, affilato, letale. Non sarei morta tra quelle mura, se volevo essere libera, sarei dovuta sparire, allontanarmi il più possibile da quel luogo di reclusione; volevo rivedere il mare, volevo sentire il vento ghiacciato proveniente dalle sue acque inquiete prima di fermare il mio cuore. Era un luogo speciale, dove spesso andavo con una persona a me molto cara che non c'era più. Uscii di casa scalza e la sensazione della neve ghiacciata sotto i piedi nudi, dei fiocchi cristallini che si posavano sul mio corpo, alla lunga quel freddo, quel vento sul viso, quel gelo che avvolgeva il mio corpo, mi trasmettevano una sensazione di felicità che a parole non si può spiegare: stavo correndo incontro alla libertà. Finalmente sentivo di star bene, di avere la possibilità di essere felice.

Sono una ragazza di 19 anni, bassina, occhi e capelli neri, corti fini alle spalle. Non sono particolarmente bella, anzi, mi sono sempre ritenuta abbastanza di aspetto sgradevole, oltre che di peso per le altre persone; sono sempre fuori luogo, sbagliata e banale.
Venni abbandonata da molti lungo la mia strada, una persona dopo l'altra, come uno schema che si ripete. Presi molti abbagli.
Sono fragile all'apparenza, ingenua, ho troppa fiducia nelle altre persone e questo mi ha sempre portata a farmi del male, giorno dopo giorno.
Non ho mai avuto neanche l'appoggio della mia famiglia: mia madre... beh, non la si può definire tale.
Ho sopportato, ho resistito, ho lottato, ma invano. So di dare un dolore insopportabile all'unica persona che mi ha sempre sopportato e supportato, mi è sempre stata vicina ed è stata la mia forza, la mia stella polare; ho tentato per lei, ma ho fallito, è l'unica cosa che so fare.
Così eccomi qui. Sola, a commiserarmi alla fine della mia vita.
Non ho mai avuto una vita facile, certo i litigi con le amiche, la solitudine e l'umiliazione non aiutavano a farmi stare bene, ma ci sono state cose più grandi di me che mi hanno schiacciata: la morte di mio padre quando ero piccola, il suicidio del mio patrigno...e, beh diciamo solo che gli uomini della mia vita non hanno fatto una bella fine.
Era colpa loro se ero arrivata a quel punto, volevo solo sentire un po' di calore umano, poter ricevere qualche briciola d'affetto, un abbraccio, una carezza, una parola di conforto. Ma non era mai capitato.
E ora mi trovavo sola su quella spiaggia gelida, il mare tranquillo con il suo moto incessante si espandeva davanti a me, nero come la pece, oscuro e spaventoso.

Presi dalla tasca quel pezzetto affilato di metallo e premetti con forza sul mio polso, a fondo per non sbagliare.
Mai avevo calcato tanto, non era mia intenzione uccidermi, non fino a quel momento.
Appoggiai la lama e premetti, continuai a premere e a far scorrere la lama a lungo, spezzando tutte le cicatrici già presenti, mentre il sangue cominciava ad uscire copiosamente, denso e caldo. Feci lo stesso sull'altro polso. Era fatta. Era finita. Non si tornava più indietro.

Nonostante il dolore che il mio corpo provava, nell'animo ero leggera, sollevata. Stringevo i denti per sopportare il bruciore delle carni lacerate in attesa che l'oblio mi sopraffacesse.
Le gambe si facevano sempre più deboli e la testa girava vorticosamente.
Caddi a terra, la sabbia mista alla neve sotto di me, si stavano impregnando del mio sangue.
Il tempo sembrava scorrere al rallentatore, rendendo sempre più agognato il momento che tardava a sopraggiungere.

Rimasi distesa sulla sabbia umida e ghiacciata per interminabili minuti, mentre lentamente le forze abbandonavano il mio corpo e la mente si ofuscava; i fiocchi di neve accarezzavano la mia pelle nuda provocando brividi ad ogni tocco, e il rumore delle onde mi cullava, ogni onda che si infrangeva ero più vicina alla fine. Mi sentivo serena, era la prima volta da non ricordavo più quanto. Mi sentivo leggera. Restai così ad osservare il cielo nero e nuvoloso aspettando che gli occhi si chiudessero e il cuore si fermasse.

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