IX.

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In revisione. Chiedo scusa per eventuali errori e/o incongruenza

Zero pov

Quella notte il corvino non riuscì a chiudere occhio; si rigirava tra le lenzuola tormentato dal flusso dei suoi pensieri. Continuava a pensare a quella ragazza piombata nella sua vita così all'improvviso e a ciò che aveva scoperto esserle successo dopo che l'aveva vista l'ultima volta. Ma il pensiero che più di tutti lo turbava, erano quelle parole che gli aveva rivolto il suo amico. Si stava innamorando di lei? Non era mai stato interessato a frequentare nessuna in via ufficiale, nessuno con cui volesse impegnarsi seriamente, ma per qualche motivo sentiva il dovere e il desiderio di proteggere quella ragazzina. Dopo diverse ore a fissare il buio nella stanza, decise di alzarsi e raggiungere chiunque si fosse appena alzato.

Il primo a svegliarsi era sempre Sehyoon, era un tipo mattiniero. Jun gli si avvicinò mentre questo beveva il caffè, con gli occhi ancora chiusi per il sonno e i capelli scompigliati.  - Hyung ti posso chiedere un favore? - Quando l'altro acconsentì con un accenno del capo, il più giovane continuò: - Ricordi dove abita Soojae, vero? - Dopo la risposta affermativa dell'amico, proseguì: - Vorrei fare qualcosa per tirarle su il morale dopo quello che è successo. Ho parlato con la sua amica ieri sera, dice che non sta bene. Tu sei più ferrato di me in queste cose, cosa potrei portarle senza che si faccia strane idee ma che la possa far stare meglio? - Dopo averci pensato un po' il maggiore propose qualche articolo per dipingere. Jun non sapeva se disegnare fosse tra gli interessi della ragazzina, ma dopo essersene accertato con l'amica di lei, ringraziò Sehyoon per l'idea e accettò il consiglio. Stava per lasciare il ragazzo in pace a finire la sua colazione prima che se ne uscisse per andare in negozio - Ah Senti... non è che glielo porteresti tu? Dice che non vuole vedermi, non ho idea del perché. -

Questa richiesta mise non poco a disagio il maggiore. Non era un loro amico, né un conoscente, le aveva soccorse quando Soo era stata ritrovata nel vicolo dietro al suo negozio. Si doveva presentare a casa di due ragazze con un regalo da parte del suo amico idiota. Si non era l'idea più allettante, ma aveva deciso di aiutarlo perché aveva capito che stava succedendo qualcosa di "serio" tra quei due.

Così quella sera, dopo aver chiuso il negozio, salì in auto e si diresse all'indirizzo a cui aveva lasciato le ragazze un paio di giorni prima. Non avendo idea di quale fosse il campanello, e poiché il suo amico che lo aveva cacciato in quella situazione non rispondeva al telefono, non gli rimase altra scelta che aspettare che qualcuno entrasse o uscisse dal palazzo. Rimase davanti al portone fino a quando una signora non uscì a portare fuori il cane e ne approfittò per chiedere se sapesse a quale piano dovesse salire per vedere quella ragazza di cui sapeva solo il nome. Per fortuna la vecchietta la conosceva e gli seppe dare l'indicazione.

Una volta arrivato al decimo piano non restava che andare a tentativi, sperando di avere fortuna trovando la porta giusta al primo colpo, cominciò a suonare ai vari citofoni, ma non fu così. Alla prima porta aprì una vecchietta mezza sorda che gli sbattè la porta in faccia credendo che fosse un venditore porta a porta. Al secondo tentativo aprì una signora sui quarant'anni, da dentro casa si sentivano le urla dei bambini che giocavano (o forse litigavano, non so non ci feci troppo caso), gli sfoggiò un bel sorriso, lui chiese scusa e spiegò di aver sbagliato appartamento. Non rimaneva molta scelta, c'era solo un'altra porta: suonò il campanello. Ma non aprì nessuno. -Non posso crederci... non sono in casa!? -

REV

Provai di nuovo e mi venne ad aprire la ragazza dai capelli rossi. Meno male, credevo di non trovare nessuno. Jun si sarebbe arrabbiato probabilmente.
Un po' ci speravo che ci fosse anche lei, non era una bella situazione quella in cui ci incontrammo per la prima volta, ma la trovai da subito molto bella. Mi aprì in accappatoio, ok questo devo dire che non me lo aspettavo, aveva i capelli bagnati che restavano incollati al collo e alle spalle, le gambe completamente scoperte e ancora bagnate e emanava profumo di lavanda.
Quando mi vide davanti alla sua porta mi guardò con curiosità.

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