Capitolo 24

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Soo pov

Uscimmo di casa tutte imbacuccate, eravamo entrambe freddolose e ci eravamo coperte fino ai denti: io cappello, sciarpa di lana, guanti, paraorecchie e la mantella sopra la giacca, lei aveva un giubbotto di quelli pesanti con il cappuccio con il pelo, i guanti, la sciarpa e un cappello di lana con le orecchie e la faccia di un panda.
Non avevo la più pallida idea di dove mi voleva portare quella ragazza, di quello che voleva fare e questo mi preoccupava, avevo imparato a diffidare delle sue sorprese da quando mi portò la prima volta in un parco divertimenti costringendomi a salire su delle giostre terrificanti su cui ero salita quasi piangendo, anche se poi sono scesa ridendo.
Fatto sta che era fuori di testa, come me d'altra parte, ma mi terrorizzava comunque.

"Yun-ah dove mi stai portando?"

"Te l'ho detto, andiamo a divertirci!"

"Veramente tu hai detto che volevi andare un po' per centri commerciali a farti abbordare da qualche ragazzo..."

"Veramente" ripetè facendomi il verso, "ho detto che saremmo andate entrambe per centri commerciali a farci abbordare da qualche bel ragazzo!"

Scoppiammo entrambe a ridere. Stava scherzano, e lo sapevo, ma non riuscivo a capire fino a che punto.

"Che dici di un po' di musica?"
Chiese lanciandomi un'occhiata preoccupante.

"Shiiiiiii! Che cosa metti?!"

"Per questa volta puoi scegliere tu."

"Davveroooooo?! Sai che se fai scegliere a me finiamo sempre allo stesso punto vero?"

"Si... se proprio non riesci a farne a meno, metti pure loro..."

"Posso davvero?"
Avevo gli occhi a cuoricino probabilmente.

"Si, e poi piacciono anche a me, molto, anche se preferisco altro ahahah."

"Ok... allora per questa volta metto una canzone che a te piace molto."

Partì la canzone, sapevo l'effetto che le faceva, ma volevo divertirmi un po' e a me piaceva molto la canzone.

Make a wish upon a star
Everything we want is ours
Put your mind to it, get on it

"STAI SCHERZANDO?!?!? Ma allora dillo che sei stronza!"

"Ahaha ti voglio bene!"

Stoppò immediatamente la canzone. Sapevo che l'avrebbe fatto, ma poi la feci ripartire perchè inevitabilmente, una volta sentite le prime note, doveva ascoltarla fino in fondo.
La feci ricominciare dall'inizio e la cantammo a squarciagola. Ridendo e urlando come due pazze.
Finita la canzone, arrivammo a destinazione.
Beh almeno aveva detto la verità: eravamo arrivate ad un grande centro commerciale. Era tutto addobbato con decorazioni natalizie: lunghe luminarie argentate scendevano sui fianchi dell'edificio come degli enormi ghiaccioli e tante lucine più piccole che lampeggiavano dando l'idea di tante piccole stelline. Le strade tutte introno decorate con luminarie a forma di fiocchi di neve, o pacchi regalo, o nastri e fiocchi, o, ancora, delle grandi stelle comete.
Il Natale non era una festività nostra, era stata importata dall'occidente, era, infatti, una festività legata alla loro religione, per noi era solo una festa commerciale: un motivo in più per stare in compagnia, divertirsi e scambiarsi regali.

Rimasi ferma lì fuori a bocca aperta, era tutto spettacolare, ed era ancora giorno! Anche se era brutto tempo e il cielo era scuro, le luminarie si vedevano poco, ma appena avrebbe cominciato a fare buio, sarebbe stato tutto magico!

SalvamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora