II. È solo una sconosciuta

212 22 3
                                    

Revisionato 20.03.21

La pressione del tessuto non era sufficiente ad impedire che l'emorragia continuasse a fluire. Con il corpo della ragazza inerme seduto sul sedile del passeggero e i polsi di lei che inzuppavano la sciarpa di lana, il moro prese una decisione razionale. Doveva portarla al pronto soccorso. Dal comportamento di lei e dai lividi visibili sulla sua pelle pallida lasciati intravedere dalla camicia da notte troppo corta e trasparente bagnata dalla neve sciolta, aveva capito il motivo per cui gli aveva chiesto di non portarla in ospedale. Di certo avrebbero chiamato la polizia e questi in qualche modo sarebbero risaliti alla famiglia di lei, la quale si sarebbe trovata in guai seri. Tuttavia doveva scegliere se rischiare di ritrovarsi un cadavere in casa e passare lui dei guai con la legge, o se farla durare da un vero medico che sapesse cosa fare e e salvasse la vita, nonostante fosse contro la sua volontà.
La scelta fu scontata, con una rapida inversione di marcia si diresse a tutta velocità al pronto soccorso dell'ospedale più vicino. - Avanti ragazzina apri gli occhi. Merda! -
Bruciò alcuni semafori, si sarebbe di certo fatto rimborsare tutte le multe, poco ma sicuro.

Una volta lì la prese in spalla e corse all'interno. - Dove siamo...? - Chiese con una voce flebile mentre lui cercava di attirare l'attenzione di qualche infermiere di passaggio ma tutti rispondevano di andare in accettazione. - Va tutto bene, siamo a casa.- Mentì lui in risposta.
C'erano alcune persone sedute in sala d'aspetto, qualche infermiere che compilava dei fogli nel gabbiotto all'accettazione e un piccolo televisore con un qualche programma medico. Mise la ragazza su una delle sedie di plastica e sbottò - Questa ragazza si sta dissanguando, volete fare il vostro cavolo di lavoro e fare qualcosa per aiutarla?! - Urlò più forte del previsto, ma riuscì nel suo intento: ben tre infermiere accorsero e la fecero stendere su un lettino. Una di loro chiese al ragazzo quale fosse il gruppo sanguigno della paziente, ma lui non ne aveva idea e lei non aveva con sé alcun documento. - Non ne ho ida, io l'ho solo trovata così per strada, non l'avevo mai vista prima diamine! - si giustificò lui mortificato. Nel frattempo le altre due si affrettavano intorno alla ragazza, le tolsero la sciarpa dalle braccia e, mentre cercavano di ottenere risposte dalla poco lucida Soojae, la quale riesce a dare una risposta nonostante fosse confusa su quanto stesse accadendo. Sagome poco chiare che le volteggiavano attorno, una forte pressione sulle braccia seguita da un bruciore ancora più persistente.

Qualcuno prescrisse una trasfusione, mentre l'emorragia veniva arrestata e i polsi accuratamente fasciati. Finalmente il frenetico lavorare degli infermieri si placò. Un infermiere andò a chiamare il ragazzo dopo che ebbe compilato dei documenti dicendogli che poteva raggiungere la paziente se lo desiderava. - Signor Park io non so e no le chiederò quale legame c'è tra lei e quella ragazza.. - 

- Non c'è alcun legame, è una sconosciuta per me, l'ho trovata che si dissanguava e l'ho portata qui... ci ho per fino rimesso la mia sciarpa e la mia giacca preferita.. - interruppe l'infermiere.

- D'accordo, ad ogni modo, lei l'ha salvata portandola qui e credo che abbia bisogno di aiuto.- Detto ciò quell'infermiere lo condusse dove la ragazza stava per riprendere i sensi e li lasciò soli. Lui si appoggiò con le spalle al muro di fianco al lettino della ragazza, incrociò le braccia e attese che lei tornasse cosciente. Era ancora molto pallida, con i vestiti sporchi di sangue e fango, le i polsi fasciati con quel bendaggio candido che si stava macchiando dei residui del suo sanguinamento. Seppure in quelle pietose condizioni, i lineamenti gli parvero armoniosi e attraenti. Si chiedeva in quali sventure potesse essere già incappata una ragazza tanto giovane che, a suo parere, non poteva avere più di 16 o 17 anni, per essere arrivata ad un gesto simile.

Un appena percettibile 'mhhh' provenne dalla ragazza distogliendolo dai suoi pensieri.

- È tutto ok. Siamo in ospedale - Usò un tono di voce molto tranquillo e rassicurante, facendola sentire al sicuro. - Senti, non ho idea di chi tu sia e non vorrei cacciarmi in qualche guaio...-

SalvamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora