''Mr. Obviously.''

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''Ho finito il turno, posso stare qua.'' Disse in risposta agli sguardi confusi che ricevette. ''E sospetto che voi abbiate domanda.''

''Ti comporti sempre così?'' Domandò Peter, seccato.

''Così come?'' Àmbar fece un sorriso innocente, portando entrambe le braccia sul tavolo.

''In modo altamente irritante.'' Sbottò Peter.

''Okay, okay. Non siamo qua per litigare.'' Intervenne Stiles, cercando di calmare gli animi. ''E sì, qualche domanda l'avremmo.''

''Spara.'' Li incitò Àmbar.

''Come mai sei tutta fasciata?'' Chiese allora Liam.

''Ho avuto un incidente in casa.'' Rispose lei tranquilla, ben consapevole che i lupi mannari stessero controllando il suo battito cardiaco.

''E come mai non guarisci come noi?'' Continuò Hayden.

''Perché non sono come voi.'' Rispose semplicemente. ''O meglio, non sono solo come voi.''

''Àmbar non stiamo capendo.'' Ammise Lydia a nome di tutti.

''Già, spiegato meglio.'' Rincarò Malia.

''Non sono solo lupo mannaro. E questo mi ha costretto a impormi un certo controllo, quando è successo l'incidente non ero lupo e di conseguenza non guarisco.'' Spiegò.

''Quindi è come dice Peter?'' Domandò scioccato Stiles.

''Già.''

''E perché dovremmo fidarci?'' Chiese Liam, diffidente.

Àmbar infilò una mano nella tasca del pantalone e ne tirò fuori un portachiavi con un coltellino pieghevole di piccole dimensioni. Lo aprì facendolo scattare e lo passo a Liam. Poi tese la mano. ''Prova.''

''Tu sei pazza.'' Dichiarò lui allontanando il coltello.

''Faccio io.'' Si offrì Peter con un sorriso che sembrava più un ghigno.

''Okay.'' Disse Àmbar senza esitare e spostò la mano.

Peter prese il coltello e poi la mano di Àmbar per non farla muovere ma la ragazza era tranquilla.
Portò la lama alla pelle e la fece scorrere aprendo un graffietto. Appena allontanò il metallo quello prese a guarire finché non sparì del tutto.

''Bene.'' Affermò Àmbar. ''Ora riprova.''

Peter ripeté l'azione ma questa volta il graffio rimase aperto. Àmbar lo tamponò con un tovagliolo.

''Visto?'' Domandò retoricamente, quando spostò lo sguardo alla finestra il volto si incupì e sbuffò. La macchina con cui si era fermata lei sotto di Derek adesso era parcheggiata lì fuori con i fari accessi. Si alzò velocemente, portando indietro la sedia rumorosamente. ''Adesso devo andare.'' Disse prima di andare verso l'uscita.
A metà strada sembrò cambiare idea perché fece dietrofront e ritornò al tavolo.
''E quelli che cercate sono eidolons.''
Poi andò via definitivamente. La videro parlottare un poco fuori dalla macchina poi entrarci sbattendo la portiera.

~~~

Due settimane dopo la scuola era finita da una, i ragazzi si erano organizzati e avevano fatto delle ricerche sugli eidolons. Le acque si erano calmate dalla sera in cui Àmbar li aveva informati. Nessuna aggressione, di Àmbar invece nessuna notizia.
Era sparita. Da quando era salita su quella macchina nessuno l'aveva più vista. Avendo preso il diploma prima non avrebbe partecipato alla festa organizzata per la fine dell'anno scolastico ma aveva promesso di andare comunque per stare vicino a  Corey e Mason. La sera però non si presentò e non rispose al telefono. La cosa di per sé era sembrata strana alla chimera ma aveva passato la serata con Mason.
La mattina dopo però non aveva ancora ricevuto riscontro dell'amica e ne aveva parlato anche con il branco.

''Magari ha il telefono scarico e ha passato serata fuori.'' Ipotizzò Stiles.

''Stiles, Àmbar non esce di casa se non ha il telefono al novanta per cento. Si porta dietro la batteria portatile e ha anche un secondo telefono.'' Rispose Corey. ''È escluso sotto ogni punto che non abbia potuto rispondere al telefono. Le è successo qualcosa.''

''Ed io che pensavo che Derek fosse paranoico.'' Commentò Peter. ''Questa ragazza lo batte di brutto.''

''Tu e i tuoi commenti sono come andare in ufficio in bikini.'' Disse Stiles. ''Fuori luogo, inutile allo scopo e perfettamente evitabile.'' Continuò quando l'uomo gli rivolse uno sguardo scettico.

''Dio, sembrate due bambini.'' Replicò Lydia scocciata. ''Stiamo discutendo della scomparsa di una ragazza. Che per di più conosciamo e ci ha aiutato.''

''Scusa Lyds.'' Disse Stiles. ''Cosa abbiamo?''

''È questo il problema.'' Puntualizzò Mason. ''Non abbiamo niente.''

Il telefono fisso di casa McCall squillò.
I ragazzi si guardarono un attimo prima che il padrone di casa andasse a rispondere.

''Pronto?''
''Scott McCall?''
''Chi lo vuole sapere?'' Gli occhi di tutti puntarono Scott.
''Chiamo a nome di Àmbar Foster.'' Rispose la voce e in sottofondo se ne sentì una seconda, questa sicuramente di Àmbar. ''Non è vero! Chiudi il telefono!'' Poi un colpo sordo e parlò di nuovo la voce.
''Lei è con noi. Se volete salvarla dovrete mandare qualcuno al limitare del bosco da sacrificare solo dopo ce ne andremo.''
Scott puntò lo sguardo in quello di Derek, tutto il branco aveva sentito dal momento in cui lui aveva messo vivavoce.
''Chi sei?''
''Dei pezzi di merda!'' Di nuovo Àmbar. ''Non ascoltarli. Sono due giorni che sparano decine di cavolate!''
''Sta zitta!'' Ringhiò una terza voce.
Àmbar sbuffò.
''Senti McCall, siamo gli unici che possono fermare quello che succede.''
''Poveri illusi.'' Commentò divertita Àmbar. Prima che la voce che l'aveva zittita riparlasse. ''Ehi! Dobbiamo riprendere la benzina e l'accendino?''
''Che paura guarda.'' Lo derise lei. ''Perché invece non mi andate a prendere una pizza?  Qua vicino adoro come la fanno!''
''Chiudi la bocca!'' Ringhiò allora la voce che parlava con Scott.
''E tu tappa quella fogna che ti ritrovi.'' Rispose Àmbar prima che il suono di uno schiaffo risuonasse e la comunicazione troncata. ''Tre giorni. O lei muore.'' Disse l'uomo l'ultima cosa che sentirono i ragazzi sentirono fu Àmbar che borbottava. ''Ma per favore...''

''L'hanno rapita.'' Disse Liam

''Ti sei trasformato in mister ovvio?'' Dichiarò una voce nuova dalla soglia della porta.

Derek e Scott si voltarono di scatto.
''Isaac!'' Esclamarono insieme. ''Che ci fai qua?'' Continuò il secondo.

Per tutta risposta indicò il telefono.

''Sempre di molte parole, eh?'' Disse Stiles a mo' di saluto.
Seguì qualche minuto di leggerezza, tra saluti, ritrovamenti e presentazioni.
Poi si sedettero tutti in salotto.

''Cosa facciamo ora? È escluso che mandi qualcuno di voi.'' Iniziò Scott.

Stiles e Mason si guardarono quasi sconvolti. Corey anche, sorridendo. Riportarono lo sguardo sul gruppo. ''State scherzando?'' Domandò il primo.

''Ma non l'avete ascoltate Àmbar al telefono?'' Infierì Mason.

''Àmbar è troppo intelligente.'' Disse Corey come se stesse pensando ad alta voce.

''Volete piantarla e spiegare quello che avete capito?'' Chiese seccato Liam, ancora offeso per la battuta di Isaac.

''Bisogna ascoltare le parole, ragazzi. Le parole...'' Stiles lasciò in sospeso la frase, aspettando che qualcuno arrivasse alla stessa sua soluzione.

Lydia mise su quell'espressione pensierosa che Stiles amava tanto, forse si incantò anche a guardarla.
Nello stesso momento in cui la ragazza la ragazza si illuminava, segno inequivocabile che aveva compreso qualcosa, Isaac se ne uscì con un ''Oh'' di comprensione.

''Ci dite cosa avete capito?'' Sbottò Malia. ''E perché Lydia sembra una lampadina.''

''Ragazzi.'' Disse la ragazza. ''Àmbar ha tentato di dirci dove si trova e quanti sono.''

Il controllo. ~|Teen Wolf|~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora