''I don't believe.''

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Lydia si commossa, lasciò la mano di Stiles e corse ad abbracciare Àmbar.
Anche Scott e Stiles era sinceramente toccati dal comportamento della ragazza. Mason e Corey si stringevano in un abbraccio e anche Derek era rimasto colpito dal sentimento messo da Àmbar in quello che pareva essere un gesto semplice, portare sette persone nella tua camera. Ma lui capiva il senso di prudenza, di stare sempre all'erta, quella sensazione che tutti fossero potenziali nemici o pericoli, quel non riuscire a fidarsi di nessuno. Non era arroganza o superbia come credeva qualcuno, non era 'Tu non sei degno della mia fiducia, sparisci'. Ti senti perennemente inferiore, impotente, debole ma allo stesso tempo sicuro di non trovare qualcuno con cui confidarsi, perché quello che hai passato ti costringe ad un timore di essere traditi. Sentivi di essere sbagliato e nel torto a non fidarti di nessuno ma proprio non ci riuscivi.
Questo Derek lo capiva e quella ragazza aveva probabilmente avuto tanto di quelle esperienze che spezzano un adulto che quella conseguenza ne era il minimo danno. La sua forza stava sia nel tenersi dentro tutto e avere un grande controllo sia nel vivere, o provarci, comunque una vita da sedicenne. Andando a scuola, trovando un lavoro e riusciva in ciò con una certa leggerezza, con un sorriso per tutti anche se non riesci a vederlo come più di un compagno di scuola, un cliente o una collega.
E per questo Derek avrebbe davvero fatto un discorsetto serio con Peter, in alternativa gli avrebbe fatto pentire di essere rimasto a Beacon Hills. Perché Àmbar aveva questo effetto sulle persone con cui si apriva.

''Lydia, non è abituata al contatto fisico. Le verrà l'allergia ai tuoi abbracci.'' Intervenne Isaac. Aveva un luccichio negli occhi e un'espressione orgogliosa. Aveva abbassato la maschera di freddezza e acidità per Àmbar. Perché comprendeva la sua difficoltà, i suoi comportamenti. Ed era orgoglioso, felice che fosse riuscita ad abbattere uno dei tanti muri solidissimi che si era costruita attorno.
Anche se nel caso di Àmbar erano più recinzioni di filo spinato, perché riusciva a relazionarsi con le persone ma la cosa finiva lì.

''Siete i primi che entrate qui.'' Disse lei, quando Lydia si staccò. Pareva allo stesso tempo per essere sopraffatta dalle emozioni e tranquilla. ''Solo una persona entra qui.'' Continuò girandosi verso la parete del letto. Il muro era stato riempito da fogli con disegni colorati da una mano sicuramente più piccola.

''Michael.'' Disse Corey. Àmbar annuì. Sorridendo con gli occhi.

''Sedetevi.'' Disse poi riscuotendosi dopo qualche altro secondi passati a guardare i disegni del fratellino.

Portò la sedia della scrivania davanti al letto, fece la stessa cosa con la poltrona e con altre due sedie che erano sotto le mensole. Si fermò velocemente per contare i posti a sedere. Nessuno ebbe l'istinto di sedersi sul letto, era come zona vietata.
Poi Àmbar aprì la porta e rientrò con due sedie dalla stanza accanto.
Stiles si accaparrarò la poltrona tirandosi dietro Lydia. Gli altri si sedettero sulle sedie.
Àmbar rimase qualche secondo di più in piedi, come realizzando cosa stesse succedendo, infine si sedette sul letto. Incrociando le gambe.

Incrociò lo sguardo incoraggiante di Isaac e Corey.
''Grazie.'' Esordì dopo aver preso un profondo respiro.

''Tranquilla.'' Disse Mason notando una certa tensione.

''Se ti va di parlare di quello successo...'' Disse Derek stupendo tutti. Era stato quasi espansivo, cosa mai successa prima.

''Àmbar noi stiamo con te in ogni caso.'' Cercò di rassicurarla Corey ma la ragazza negò con la testa. Improvvisamente dimostrava la sua reale età, con le insicurezze e i dubbi davanti ad una delle scelte più dure che si era ritrovata ad affrontare.

''Non credo.'' Mormorò piano.

I ragazzi si guardarono, comunicando in silenzio.

''Àmbar.'' La richiamò Mason tentando di consolarla in qualche modo. ''Io ero la Bestia del Gévaudan.''

''Io sento le persone morire.'' Continuò Lydia.

''Io ho combattuto contro di loro, poi sono morto e un ragazzo mi ha resuscitato.'' Fu il turno di Corey, che abbassò appena lo sguardo, subito consolato da Mason.

''Ho ucciso Peter per il potere di Alpha.'' Disse Derek.

''Oh, e io l'ho resuscitato.'' Aggiunse Lydia. ''Per questo dobbiamo sorbircelo noi ora.''

''Io mi sono cavato gli occhi.'' Ricordò Scott con un breve brivido al ricordo.

''Ho combattuto contro Scott.'' Disse invece Isaac con un tono di scuse anche dopo tanti anni.

''Per colpa mia.'' Aggiunse Derek.

''Tocca a me?'' Domandò sarcastico Stiles. Si era, tuttavia, incupito. ''Perché io ne ho fatto di cose brutte...''

Lo sguardo di tutti si addolcì, Scott scosse la testa. Evidentemente ne avevano già parlato. Lydia lo strinse un po' di più per le spalle.
Àmbar avrebbe sentito comunque, poteri o non poteri, la tristezza e i sensi di colpa provenire da Stiles in quantità massiccia.
Decise di abbattere un altro piccolo muro, si allungò coricandosi sul letto e sulle proprie gambe incrociate e afferrò il polso di Stiles. Lo trascinò e lo tirò sul letto.

''Sentiti onorato.'' Gli sussurrò all'orecchio appena lui si sistemò meglio affianco a lei in modo tale da non cadere.
Lui sorrise grato e divertito.

''Ditemi se devo essere gelosa.'' Disse Lydia nel chiaro tentativo di alleggerire la tensione.

''Ma di chi?'' Ribattè Àmbar. ''Di me?'' Continuò indicandosi il corpo con una mano.

''Ci risiamo.'' Sbuffò Corey.

''Ancora con questa storia?'' Fece invece Isaac.

''Ti sottovaluti troppo.'' Disse seria Lydia.

''Oh. Diteglielo anche voi.'' Quasi supplicò scherzosamente la chimera.

''Perché? Problemi di autostima?'' Chiese Derek. Si era ritrovato molto in quella ragazza ma lui sapeva ed era consapevole di quanto valeva.

''Diciamo che la sua autostima è pari a zero.'' Rispose Isaac al posto della ragazza.

''Inesistente.'' Infierì Corey.

''Okay.'' Disse allora Àmbar. ''Allora ditemi qualcosa di bello in me.''
Il suo non era vittimismo, anzi, lei odiava chi tendeva a fare la vittima della situazione. È che davvero non vedeva niente in lei capace di attrarre un'altra persona. Cioè, si considerava decente. Fisicamente almeno, non era certamente cieca ma la cosa finiva lì.

''Sei bella.'' Iniziò Corey.

''Banale.'' Lo prese in giro lei.

''Smettila.'' La rimproverò Isaac, sicuro di quello che diceva. ''Sei una bella ragazza.''

''Infatti.'' Affermò Lydia. Anche Derek annuì.

''Sei sincera ma non troppo brutale.'' Continuò Isaac.

''Sei forte. Sotto ogni punto di vista.'' Aggiunse Corey.

''E sei inaspettatamente socievole.'' Disse Lydia.

''Riesci a separare il privato da altre situazioni.'' Disse Scott, ricordando quando era andata a prendere le ordinazioni nonostante gli spiacevoli eventi accaduti il giorno precedente.

''Che è una cosa ottima.'' Commentò Derek.

''Sei molto intelligente.'' Disse Mason. ''E sei furba.''

''Riesci a mettere le persone a loro agio.'' Disse Stiles.

''E anche il contrario, che non guasta.''' Aggiunse Isaac facendole un sorriso che venne ricambiato. Chissà a cosa stavano pensando.

''Riesci a tenere testa alle persone senza fare il bullo.'' Affermò Corey.

''Okay basta.'' Disse Àmbar scuotendo la testa.

''Che bellina.'' La prese in giro Isaac. ''La stiamo imbarazzando.''

''Deficiente.'' Commentò lei.

''E sei sarcastica.'' Disse poi Stiles. ''Noi sarcastici siamo i migliori.''


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