''I did not want to.''

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Àmbar si mise a sedere dritta di scatto, insispirando profondamente, come le succedeva dopo aver fatto un giuramento con gli eidolon, come fosse appena uscita da un'apnea.
Frammenti dell'incubo che ancora si rincorrevano nella sua mente e si materializzavano davanti ai suoi occhi.

Scostò le coperte in un gesto bisognoso, quasi violento. Posò i piedi al lato sinistro del letto, come sua abitudine, e prese un altro respiro profondo chiudendo per un secondo gli occhi.
Infine si girò, mise i piedi dall'altro lato del letto in modo da non dover dare le spalle alla porta. La osservò, aperta e illuminata dai deboli raggi del sole che stava facendo capolino in quel momento tingendo di rosa io cielo mattutino.

Immaginò per un momento, come se in qualche modo fosse davvero lì, Michael. Che apriva del tutto la porta nera ed entrava con un passo leggermente saltellato, quello che solitamente aveva dopo essere tornato dall'asilo.
Lo vide; in quel momento fu come essere tornati indietro.

Vide i venerdì sera, dopo il turno al locale loro due rientrare a casa. E salire nella loro casa.
Vide Michael saltellare sull'uscio finché lei non apriva la porta d'ingresso e lui si poteva buttare sul divano ridendo.
Vide loro due che si sedevano sul tappeto in camera di Àmbar, proprio davanti all'armadio, e mentre Michael parlava della sua giornata all'asilo lei che sistemava la pizza margherita precedentemente ordinata e già tagliata in triangoli.
Vide Michael ridere quando lei abbandonava l'ultimo spicchio della sua metà dicendo di non riuscire a finirla.
E vide Michael alzarsi e uscire dalla stanza.
Anche quel breve momento di consolazione era finito.

Con la voce del centauro che ancora le rimbombava in testa, che le urlava che sarebbero morti tutti, con la voce sconosciuta che le sussurrava che la colpa fosse esclusivamente sua, rimase a fissare la maniglia della porta.

Sapeva che non era vero, sapeva che non era colpa sua eppure quella voce era così convincente. Sembrava entrare in profondità dentro Àmbar, e saper esattamente cosa dire per far sì che Àmbar si abbandonasse definitivamente a lei.
Continuava a riesumare colpe che Àmbar era convinta avesse ormai superato; continuava a rievocare immagini che Àmbar credeva di aver cancellato o almeno archiviato e nascoste; continuava a ripetere tutte le scelte più ardue fatte da Àmbar. Scelte su cui aveva riflettuto tante di quelle volte, scelte che ancora adesso non era convinta essere giuste. Continuava a portare a galla i mille dubbi che avevano tenuto Àmbar sveglia notti intere, continuava a replicare ad ogni risposta, ad ogni spiegazione che Àmbar trovava a quelle accuse sollevate contro di lei. Ed era dannatamente brava, quella voce. Era brava, eccome se era brava.

Àmbar incrociò le gambe sul letto, lo sguardo ancora fisso sulla maniglia della porta. Gli occhi velati dalle lacrime che nonostante tutto non avevano intenzione di scendere, la voce provata dal nodo che sentiva stringere le corde vocali.

''Io non volevo.'' Sussurrò.

La mente aveva intrapreso una conversazione con sé stessa, da una parte Àmbar lucida che si ribellava a quella tortura psicologica autoinflitta osservava altre due sfaccettature della stessa ragazza. Quella cupa e cinica, quella sadica e cattiva che continuava a sussurrare all'altra che tutto ciò che aveva fatto finora era stato un terribile errore. Che lei era un errore, che lei era la causa della morte dei genitori, che lei era la causa delle morte del fratellino, che lei era la causa di tutte le morti che avevano fatto da cornice alla sua vita.
Dall'altra quella più vicina alla persona che era la vera Àmbar ascoltava tutto, cercando di respingere quelle idee che suonavano così sbagliate. Ma anche se la conversazione era iniziata con una ferrea resistenza da parte di quest'ultima adesso iniziava a cedere. Perché quella voce, evocata forse dall'incubo, cercava di plasmare le insicurezze dell'altra a suo favore.
Tentava in tutti i modi di persuaderla, e la Àmbar lucida protestava. Urlava e scalciava di finirla con quella storia. Di metter fine a tutto quello.

Il controllo. ~|Teen Wolf|~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora