''Welcome guys''

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I ragazzi erano più confusi che mai, Liam, Hayden e Malia erano già giunti a conclusioni sbagliate. Già prima non gli convinceva del tutto, adesso...
Peter sembrava compiaciuto.
Derek era accigliato. Scott, Mason, Lydia e Stiles sembravano cercare una spiegazione logica, non volendo credere a ciò che Josh aveva detto.
Isaac e Corey erano sì, confusi ma non credevano che Àmbar avesse realmente fatto quello.

''Àmbar?'' Provò a dire Scott ma la ragazza sembrava non sentire. Avevo lo sguardo fisso sul fratello che aveva davanti.
In tre passi si avvicinò al ragazzo ancora in preda ai deliri e alle risate e strinse un punto vicino alla base del collo. Josh cadde svenuto.
Àmbar, con gesti tranquilli, lo prese e lo stese su un divano. Come fosse solamente addormentato.
Poi si rivolse al gruppo. Aveva lo sguardo spezzato, dilaniato dal dolore ma sullo sfondo luccicava una scintilla di rabbia. Il cuore aveva inaspettatamente rallentato il battito. Tutti si aspettavano uno scoppio. Di dover fermare Àmbar con la forza e doversi riparare da una folle rabbia.
Ma quando la ragazza parlò sbalordì tutti, il tono non era cambiato da quando parlava con loro al tavolo. Era pacato, forse leggermente forzato ma pacato.

''Peter devo chiederti di andartene.''

L'uomo non si mosse. Continuò a guardare Àmbar con quell'espressione compiaciuta e contenta.

''Devi andartene.'' Ripeté lei.

Il branco si voltò verso Peter.

''E se non volessi andarmene?'' Domandò provocante.

''Peter.'' Avvertì Derek.

''Fuori di qui.'' Ringhiò Àmbar perdendo la pazienza.

Peter si alzò a lentezza disarmante.

''Esci di qui!'' Gridò allora.
Non seppero se fu la mano destra tremante, il tono che non ammetteva repliche, lo sguardo duro, la sensazione che avrebbe potuto fare una strage solo volendo. Ma Peter si convinse a lasciare all'abitazione.

Àmbar raggiunse il tavolo a falcate non appena la porta si chiuse.
Afferrò la bottiglietta di thè, l'aprì e la svuotò in tre sorsi netti.
Prese il quaderno e voltò la pagina successiva.

''Nereide.'' Disse velocemente indicando la scritta. Parlando come se stesse per scoppiare a piangere.
''E segugio infernale.'' Concluse chiudendo il quaderno e dandogli fuoco quando incendiò la mano. ''Ecco cosa sono. Questa, quella sono io.''
Quando si allontanò dal tavolo per buttare la bottiglia vuota sembrava più grande. Forse ero lo sguardo, forse la maturità con cui stava affrontando quel momento.
Avrebbe voluto urlare, gridare tutto quello che doveva dire, che voleva dire.

''E quello che ha detto Josh ve lo avrei detto io. Volevo dirvelo. Non c'era bisogno che Peter lo facesse ubriacare. Anche perché non ha detto la verità. Vi ha detto la sua, di verità.'' Disse quando era di nuovo davanti ai ragazzi. Poi guardò verso Hayden, Malia e Liam. ''Adesso potete tranquillamente odiarmi. Tanto eravate dello stesso pensiero di Peter, no? 'Questa qui non mi piace per niente'. E avevate ragione, ho ucciso i miei genitori!'' Esclamò alzando la voce, quando se ne rese conto chiuse gli occhi e sospirò. Ritrovando senza troppi problemi la calma. ''Peccato che non sia andata così. E ve lo avrei raccontato, perché avrei dovuto e voluto spiegarvi il motivo di questa mia situazione. Ma Peter ha già fatto tutto. Quindi potete anche andare.'' Terminò andando ad aprire la porta, il punto in cui la cintura l'aveva colpita stava diventando man mano viola.
Liam, Hayden e Malia uscirono. Ragionando sulle parole della ragazza.
Gli altri sette non si mossero.

''Non penserai veramente che ce ne andremo.'' Disse Isaac raggiungendola e chiudendo la porta. Non prima di aver fatto un cenno secco agli altri tre di prendere la macchina e andarsene.
Dolcemente la prese per le spalle e l'accompagnò sul divano ma non la fece sedere a forza.
Àmbar osservò Derek che si stava avvicinando con faccia disgustata a Josh russante e aveva osservato Corey e Lydia annuire all'affermazione di Isaac.

''Perché siete ancora qua? Non siete disgustati?'' Domandò lei.

''Da lui e da Peter, non da te.'' Rispose Lydia. ''Non sappiamo la storia intera e prima di esserne a conoscenza non ci lanciamo in giudizi affrettati.'' Continuò con un sorriso.

''Ha l'odore di Peter addosso. Ci ha parlato e lo ha anche toccato.'' Confermò Derek.

''Se ti va di parlare adesso noi siamo qui.'' Disse Mason. ''Se non vuoi parlare siamo qui lo stesso.''

''Se ti va possiamo parlare in camera tua, se preferisci.''

Corey e Isaac osservarono Àmbar tentennare alle parole di Scott. Sapevano entrambi cosa pensava, ma Àmbar era stufa di non potersi fidare delle persone. E poi erano gli amici di Corey e Isaac. Doveva solo portarli in camera sua. Annuì.

Tutti un po' stupiti la seguirono su per la prima rampa di scale e anche per la seconda. Non si fermarono nel primo piano, che sembrava un appartamento e salirono al secondo. In cui si apriva un altro appartamento, dietro ad una porta, ovviamente.
Appena finite le scale c'era un piccolo salotto e da lì avevi tre porte che ci si affacciavano. A destra avevi altre due porte, entrambe aperte. Una era la cucina l'altra un bagno.

''Fammi indovinare.'' Iniziò Stiles per alleggerire l'atmosfera. ''La tua camera è quella.'' Indicò la porta alla loro sinistra, la più lontana dalla cucina.

''Esatto.'' Rispose lei incamminandosi verso la stanza.

Quando entrarono rimasero a bocca aperta. La stanza si poteva rapidamente riassumere con poche parole: ordinatissima, bianca, nera e bordeaux.
Non che questi fossero i colori dominanti, c'erano proprio solo quelli.
Appena aperta la porta avevi una scrivania bianca davanti che divideva la parete a metà, la sedia che dava le spalle al muro davanti ai ragazzi in modo da guardare l'entrata. Dietro questa una piccola cassettiera bassa.
A sinistra della porta un mobile composto da quadrati bianchi cavi e cestini bordeaux. Tra questo e la scrivania una finestra linda.
Il letto da una piazza e mezzo era al centro del muro parallelo a quello della porta. Il mobile in legno era nero, con dei cassetti sul davanti. Era uno di quei modelli che non aveva lo spazio sotto perché era allestito in modo da potervi conservare le cose sollevando la rete e il materasso. I cuscini erano bianchi come il lenzuolo che copriva il materasso, il lenzuolo di sopra bordeaux.
A destra della porta si allungava un'altra cassettiera bianca e poi un armadio nero con le ante scorrevoli, tutto ciò che andava aperto in quella stanza era scorrevole.
A destra del letto c'era una di quelle poltrone morbide che prendono la forma quando ti ci siedi bordeaux. Era situata sotto una libreria a muro che aveva una nicchia creata apposta.
Davanti un mobile coperto da una tovaglia bordeaux. Nella parete parallela a quella della scrivania si trovava una porta, probabilmente comunicante con la stanza affianco. Ai lati mensole bianche, nere e bordeaux si alternavano fino quasi al soffitto. Non c'era nemmeno una foto rappresentante una persona ma Isaac e Corey, trovarono Àmbar in ogni angolo di quella stanza. Anche Lydia e Derek, da ottimo osservatore, nel piccolo si accorsero che quella camera rispecchiava la ragazza alla perfezione.
Àmbar si era visibilmente rilassata appena messo piede nella stanza.
Quando si girò, aveva un'aria leggermente malinconica ma sembrava rinvigorita.

''Benvenuti ragazzi.'' Sussurrò. In quel momento si sentirono parte della famiglia di Àmbar. Ed era una sensazione bellissima.

Il controllo. ~|Teen Wolf|~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora