''I'll miss you, too, Raven''

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''Okay. Ci rinuncio.'' Disse all'improvviso, ragionando ad alta voce. ''Non credo di poter sopportare ancora per molto questa città.''

Isaac la guardò comprensivo, mentre passava la mano tra i capelli di lei sciogliendo delicatamente i nodi.
Nell'ultimo mese e mezzo, dopo la serena nottata passata a creare ship improbabili era successo di tutto.

~||~

''Sono le cinque del mattino, chi è che rompe?'' Borbottò andando alla porta.

''E smettila di lamentarti.'' Rise Isaac. ''Non stavi neanche dormendo.''

''Non starei andando ad aprire in quel caso.'' Ribattè lei.
Aprì la porta ma non vide nessuno, si girò verso l'interno della casa per dirlo ad Isaac ma un rumore secco la fece voltare di nuovo. ''Isaac vieni qui!'' Lo chiamò ragionevolmente allarmata.

''Che succede?'' Chiese raggiungendola con gli artigli sguainati e gli occhi che brillavano.

Àmbar lo fece fermare subito prima della porta, dietro il muro e gli fece segno di ascoltare.
Nemmeno un minuto dopo, passato in silenzio religioso e carico di tensione, uno scatto identico al primo si fece sentire seguito poi da altri. Si scambiarono uno sguardo confuso.
Fu poi una questione di secondi, i proiettili raggiunsero in massa l'uscio della casa provocando un rumore assurdo.
Àmbar fu veloce ma non abbastanza, la porta blindata si richiuse di scatto dopo quasi mezzo minuto pieno di fischi e schianti. La ragazza cadde, sanguinante. Il corpo cimitero di decine di proiettili, probabilmente di mitragliatrici vista la quantità e la velocità.

''Àmbar!'' Accorse Isaac dopo un attimo di sbalordimento. ''Oh cazzo, Àmbar.'' Esclamò ancora. ''Merda, merda, merda. Merda!'' Imprecò mentre con il telefono mandava il segnale di pericolo al primo contatto che gli apparve in rubrica, probabilmente Corey: -casa Ambar dietro ora tutti-.

''Okay.'' Prese un respiro e riorganizzò i pensieri. ''Okay Àmbar, parlami.''

''Sembro un colabrodo.'' Disse sofferente riuscendo però a strappare un sorriso amaro ad Isaac.

''Okay dimmi qualcosa di non evidente.'' Rispose lui. ''Devi stare sveglia. O sei andata.''

'''Però.'' Ribattè lei. ''Incoraggiante.''

''Isaac! Àmbar!'' Sentirono la voce di Lydia che chiamava dal piano di sopra. Erano entrati dalla scala antincendio che dava sul retro del primo piano, ognuno aveva le chiavi del lucchetto che la chiudeva.

''Siamo qui!'' Rispose Isaac.

''Okay Is.'' Disse Àmbar per chiamare l'attenzione del ragazzo. ''Lascia stare gambe e braccia, pensa al busto che possibilmente gli organi mi servono tutti.''

''Oh porca miseria!'' Esclamò Scott segnalando l'arrivo effettivo del gruppo nella stanza.

''Scott è sempre family friendly.'' Ridacchiò Àmbar.

''Cosa diamine è successo qui?'' Domandò Stiles mentre tutti si avvicinavano ad Àmbar.

''Non ammassattevi tutti qui.'' Li riprese Isaac mentre alternativamente prendeva un po' del dolore di Àmbar e toglieva i proiettili meno gravi.

''Come stai? C'è qualche punto in cui non hai più sensibilità?'' Chiese Corey mentre si metteva davanti ad Isaac e lo seguiva nei movimenti. ''Magari qualcuno chiama Deaton eh?''

Il controllo. ~|Teen Wolf|~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora