Già dal momento della colazione i ragazzi si resero conto che Àmbar per quel giorno era meglio prenderla per il verso giusto. Fino alle dieci e mezzo di sera passarono la giornata in salotto, con una tensione palpabile. Ma non potevano fare niente.
La giornata prese una svolta solo quando Peter arrivò con un ragazzo svenuto a mo' di sacco di patate in spalle.
''Il furbetto ha pensato di dare fuoco al loft.'' Esordì. ''Perché tutti cercano di dare alle fiamme il posto dove abitano gli Hale?
Continuò lanciando il ragazzo sul divano''Peter! E che diamine!'' Lo sgridò Àmbar. ''È una persona che non può guarire come voi. Eviterei di rompergli le ossa.''
''Perché voi? I tuoi poteri hanno visto il tuo caratterino e sono scappati?''
''Ehi!'' Lo avvertì lei avvicinandosi al ragazzo svenuto. ''Non li ho persi tutti! Posso ancora darti fuoco.''
Scosse la mano ancora tremante finché non divenne acqua, piano piano si trasformò completamente e ripeté le azioni già fatte in precedenza.
Impiegò però quasi un quarto d'ora. Allo scattare del quattordicesimo minuto venne sbalzata fuori come la prima volta, sbattendo al soffitto ma rialzandosi subito.''Nel bosco. In un capanno in mezzo al bosco. Completamente dall'altra parte rispetto al luogo dell'incontro, credo.'' Disse appena si rimise in piedi.
''Si può parlare dall'interno con gli eidolon?'' Chiese Peter.
''Certo. Lo faccio ogni volta che dobbiamo fare un giuramento.'' Rispose Àmbar saltando dall'altra parte del divano e attaccando il telefono al caricabatterie.
''Ma era al novantacinque per cento.'' Mormorò Mason a Corey, il quale rispose con un alzata di spalle.
''Dove vai?'' Domandò Liam vedendo la ragazza infilarsi le scarpe e iniziare a salire le scale.
''A riprendermi mio fratello.'' Rispose quella da metà rampa.
''Noi andiamo con lei, giusto?'' Chiese Stiles agli altri.
''Ovviamente.'' Affermò Isaac.
''Non tutti. Qualcuno va alla clinica, informa Deaton e sta pronto ad intervenire da lì.'' Disse Scott. ''È la parte di bosco più vicina alla clinica e se serve aiuto siamo già pronti.''.
''Andiamo io e Peter.'' Propose Derek.
''Chi dice che io partecipo?''
''Quel bambino, contro ogni aspettativa e logica, ti adora.'' Gli ricordò Lydia.
''Come non farlo.'' Commentò lui.
''Oh, ce ne sono modi e motivi.'' Replicò Àmbar scendendo gli ultimi quattro gradini con un salto. Indossava pantaloni neri, converse bordeaux, una maglietta verde militare legata in vita e una felpa blu notte a maniche corte.
''Andiamo?'' Domandò impaziente sull'uscio della porta.
~~~
Davanti alla clinica si separarono. I due Hale entrarono gli altri ragazzi si immersero nel bosco scuro.
''Okay che voi avete la super vista e tutto quanto.'' Iniziò Stiles. ''Ma noi comuni mortali no. Senza torcia come facciamo a non cadere in ogni singola radice?''
''Venite qua.'' Disse Àmbar a lui, Stiles e Mason. Quando i tre si avvicinarono prese fuoco dalla vita in su. Illuminando tutta l'aria circostante e irraddiando calore.
''Non è che ci scottiamo?'' Chiese Mason. ''No che non mi fidi di te.''
''Non vi bruciate.'' Disse Àmbar, mentre Lydia allungava una mano verso il braccio e lo sfiorava senza conseguenze.
''Wow.'' Commentò Theo, andato con loro per dar man forte.
''Già.'' Confermò Stiles. ''Abbiamo una torcia umana!''
~~~
Vagarono fino all'una senza nessun risultato. Più il tempo passava più Àmbar si agitava e angosciava. Allo scattare dell'una sussultò e le fiamme si alzarono all'improvviso, accecando lupi, coyote e chimere per un secondo.
La mano destra prese a tremare come dodici ore prima, Àmbar la nascose nella tasca del pantalone.
''Okay, cambio di programma.'' Disse ad un certo punto inchiodando.
''Cioè?'' Chiese Corey.
''Voi continuate quello che stavate facendo e io cerco di intercettare fluidi. Lydia e Stiles dovreste accendere le torce.''
I due ragazzi fecero come richiesto e Àmbar trasformò il suo corpo in acqua per la seconda volta in quella giornata. Era esattamente come prima solo... di acqua.
''Cosa intendi con sentire i fluidi?'' Domandò Liam.
''Che avverto il vostro sangue scorrere nelle vene, la bottiglietta nel tuo zaino che si muove silenziosamente e una sorgente sotterranea sotto di noi.'' Rispose lei continuando ad avanzare a passo spedito.
Il gruppo era, ovviamente leggermente disperso; stavano larghi, in modo da poter una zona più ampia contemporaneamente ma non tanto da perdersi di vista.
Àmbar davanti a tutti. Sentiva chiaramente e distintamente la consapevolezza orribile di non riuscire a salvare Michael farsi strada nel suo petto. Avvertiva il panico colpirla con insistenza e la sua testa che lo ricacciava sempre in profondità, in modo tale da non perdere la lucidità.
Sentiva il senso colpa condesarsi in un pesante macigno sopra il cuore.
La pressione stava diventando insopportabile, sentiva di non riuscire a respirare. Sentiva di doversi sentire così. Invece continuava a correre quasi, perlustrando ogni angolo riuscisse a vedere, come se niente fosse. In quel momento non le importava molto se stesse sprigionando o meno le proprie emozioni tramite il proprio corpo.
Sapeva che doveva trovare suo fratello ma qualcosa la rimproverava dicendole che avrebbe solamente consegnarsi.''È sbagliato.'' Disse a voce alta.
''Cosa?'' Domandò Isaac.
''Non dovrei essere qui.'' Riprese Àmbar. ''Non lo troveremo in tempo, dovevo solo consegnarmi.''
''No!'' Esclamò Isaac convinto. ''Non devi consegnarti. Lo troveremo.''
Ma Àmbar continuava a scuotere la testa, tornata normale. Erano le due meno dieci e brancolavano nel buio. Letteralmente e figurativamente.
Stiles tremava dal freddo perché aveva prestato il suo giubbotto a Lydia.''Non ne sono convinta. Adesso voi state rischiando grosso, state congelando e tutto questo per nulla.'' Continuò lei slegando la felpa e lanciandola a Stiles. ''Per l'amor del cielo copriti prima di entrare in ipotermia.''
''Ti vedo nervosa.'' Commentò Theo. Le mani in tasca e un ghigno stampato in faccia, l'atteggiamento fastidiosamente simile a quello di Peter. Àmbar si chiese come mai quei due non fossero pappa e ciccia.
''Certo che sono nervosa!'' Esclamò invece aprendo le braccia con impeto. L'odio che per un momento prese il sopravvento. ''E sai perché? Perché cercò di salvare mio fratello! Perché io cerco di salvarlo, non lo uccido per diventare potente!''
Quella frase zittì definitivamente Theo, il sorriso arrogante svanì, lo sguardo duro. Poi però si trasformò in uno sguardo di scuse.
''Mi dispiace.'' Mormorarono nello stesso momento, per poi accennare ad un sorriso.
Ad interrompere quella situazione curiosa ma decisamente strana fu il ruggito di un lupo.
Àmbar scattò in avanti, nella direzione dell'urlo. Correndo così veloce che le gambe presero a bruciare subito. Più volte Isaac o Scott la corressero per quanto riguardava la via più giusta da prendere.
I rami bassi e anche quelli più alti la ferivano ma tutto questo passò in secondo piano quando arrivarono in una radura, e al centro di questa una casa di legno ormai marcio.
La porta ancora si muoveva cigolando.
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Il controllo. ~|Teen Wolf|~
FanfictionIl controllo è tutto per Àmbar, è brava nel contenere le sue emozioni e i suoi istinti. Ma una serie di circostanze metterà a dura prova queste sue capacità. Non sarà sola, il branco di Beacon Hills la affiancherà in tutte le difficoltà che ci saran...