''Pizza.''

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''Andate! Cosa state aspettando?'' Esortò Theo.

''E tu cosa fai?'' Domandò Scott alternando lo sguardo dalla chimera alla direzione in cui Àmbar si era diretta.

''Mi assicuro che questo coglione non muoia e poi li accompagno gentilmente al confine della città.'' Rispose con un sorriso ironico guardando Tony e poi Alex. ''Dopo di che non torneranno mai più qui. Né disturberanno più Àmbar. Giusto?'' Continuò congelando Tony e i suoi beta con lo sguardo.
L'alpha non rispose.
''Giusto?'' Ripeté la chimera con un calcio non troppo forte allo stomaco.

''Ma sapete dare solo calci in questo branco?'' Domandò tossendo.

Lydia si avvicinò come una furia e gli tirò uno schiaffo tanto forte che gli fece voltare la testa.
''Giusto giusto. Non la cercheremo più.'' Borbottò allora questo guardando male la ragazza.

''Qui hai tutto sotto controllo.'' Constatò Isaac prima di seguire la direzione di Àmbar dopo aver recuperato lo zaino di Àmbar dalla jeep.

~~~

Àmbar correva, le gambe che protestavano per lo sforzo grande anche per una creatura sovrannaturale, i polmoni che bruciavano e la testa che, in balia di troppi pensieri, rischiava di farla impazzire.

Avvertì la presenza degli amici, già senza super sensi era difficile coglierla di sorpresa, ma quando fu sicura di essersi allontanata abbastanza si fermò. Non capiva neanche lei da cosa scappava, da cosa aveva voluto mettere tanta distanza al punto di trovarsi nel bosco, sulla parte della montagna dalla quale si vedeva la città. Non era spaventata, non era arrabbiata, non era stanca. Non riusciva a dare un nome all'emozione che l'aveva spinta a quella corsa ci cui sentiva il bisogno impellente. E come per la corsa aveva l'urgenza di fare qualcos'altro, qualcosa che spingeva da dentro di lei da troppo tempo, che lei aveva sempre ricacciato in profondità ogni volta questo provasse a farsi avanti.
E anche se dietro di lei erano presenti altre persone; e anche se pensava di non ricordare come si facesse alla fine fu quasi l'azione più naturale.

E lì, mentre il sole estivo delle sei rendeva calda e luminosa Beacon Hills, tutte le emozioni che Àmbar era riuscita a controllare e compartimentare con successo negli anni ruppero la diga che lei tanto attentamente aveva costruito. Riuscirono ad abbattere tutti i muri e tutti i limiti che erano stati imposti, travolgendo Àmbar che non poté far altro che accasciarsi all'albero alle sue spalle.
Non poté far nient'altro che lasciarsi andare, lasciarsi andare in balia dei sentimenti, negativi o positivi che fossero.
Àmbar crollò, sotto la pressione delle troppe responsabilità che si era caricata sulle spalle e di quelle che le erano state caricate contro la sua volontà. Sopraffatta forse dalla necessità di sfogarsi, una buona volta per poi tornare alla solita vita. Per permettersi, una volta tanto, di liberarsi da tutto quello che, anche se tenuto a bada, continua comunque a ribellarsi e scuotere le catene in cerca di libertà.

Le lacrime rigavano le guance di Àmbar, bagnandole, dopo ben quattro anni. E aveva le ginocchia al petto e le mani sulle tempie non per nascondersi, ma per semplice comodità.
Per i ragazzi fu sicuramente un sollievo vederla così, e non perché fossero cattivi ma perché tenevano ad Àmbar e sapevano che doveva succedere ed era il fatto che questo momento continuasse ad essere posticipato che metteva tutti in ansia, che aumentava la loro preoccupazione.
Quindi sì, furono sollevati dal vedere il corpo di Àmbar scosso da singhiozzi e le lacrime scorrere veloci e copiose sulle sue guance.

''Potete andare se volete.'' Disse tra i singhiozzi.

''Se vuoi che andiamo via andiamo e ti veniamo a prendere più tardi.'' Rispose Isaac lasciando lo zaino ai piedi dell'albero.

Àmbar annuì per poi poggiare la fronte alle ginocchia e respirare profondamente per calmarsi un po'.
I ragazzi restarono per un paio di secondi ancora e poi si allontanarono, con l'intenzione di tornare da Theo e poi magari a casa a riposare.

~~~

Àmbar era rientrata due ore dopo, trovando tutti in salotto seduti sui divani e la tavola apparecchiata.
Biascicò un saluto e andò di filato nella sua stanza, intenzionata a buttarsi sotto il getto dell'acqua e non pensare a niente.
Recuperati vestiti e biancheria si diresse in bagno, acciuffando al suo passaggio in salotto il telefono che era stato poggiato sul tavolo e una cassa bluetooth e finalmente si chiuse in bagno.
Due minuti e mezzo dopo The Mystic partì a tutto volume arrivando chiaramente anche ai ragazzi seduti a parlare in salotto.

''Ma come fa a sentirci ancora?'' Domandò Stiles.

''Con l'udito da lupo e il volume così alto dovrebbe essere sorda da anni.'' Aggiunse Mason.

''Lo fa spesso.'' Disse Isaac con un'alzata di spalle.

''Appunto.'' Borbottò Malia.

Cinque minuti dopo che i ragazzi ebbero ordinato le pizze Àmbar uscì dal bagno in pantaloncini e reggiseno. Gli occhi leggermente rossi, un po' per il pianto un po' per lo shampoo usato per lavare i capelli che adesso ricadevano umidi sulle spalle e profumavano di olio di Argan.

''Ma tu giri sempre in reggiseno?'' Mormorò Liam rosso.

''È casa mia.'' Rispose Àmbar tranquillamente.

Il campanello suonò e la ragazza prese i soldi per pagare.

''Non dovrebbe dispiacerti la vista.'' Ribattè Theo divertito guadagnandosi un'occhiattaccia da parte di Isaac e Liam. Uno sbuffò esasperato dal resto del branco e uno schiaffo sulla nuca da parte di Àmbar che lo prese poi per un orecchio.

''Smettila di sparare cavolate a mille e vieni giù ad aiutarmi.''

''Non vorrai scendere così a prendere le pizze?!'' Esclamò Hayden supportata da Corey.

''Àmbar per favore vestiti.''

''Non vi sento!'' Urlò lei dalle scale afferrando però un top sportivo.

''Si che ci senti!'' Protestò Stiles mentre il campanello suonava ancora.

''Arrivo arrivo. Ha tutta questa fretta?'' Esclamò Àmbar al fattorino dietro la porta facendosi udire anche al suo appartamento dove risero.

Quando tornarono su con le pizze Àmbar aveva una faccia divertita e Theo anche, e forse pure leggermente scioccata.

''Cos'è successo?'' Domandò Lydia smistando le pizze mentre gli amici si mettevano a tavola.

''Quando ho aperto il tizio mi ha chiesto se avesse interrotto qualcosa di importante visto che avevo urlato e che ero in top.'' Iniziò a raccontare Àmbar facendo un sorriso divertito e scuotendo la testa pensando alla parte finale che Theo si prese il compito di narrare.

''Così Àmbar gli ha detto: Certo! Con dodici persone tutte nella stessa stanza, una cosa di gruppo insomma.'' Disse Theo. ''E quello ha preso i soldi ed è andato via scioccato.''



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