CAPITOLO 29

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CAPITOLO 29

ALESSIA P.O.V.

Oh mio Dio, Clarissa era mia amica, le volevo bene, ma in quel momento la odiavo: era tutta colpa sua, io non avevo fatto niente per ritrovarmi in punto di morte, non mi meritavo di fare una fine simile.

ANDREW P.O.V.

Pamela, mia sorella minore...Nonostante tutto sapevo che avrebbe fatto il suo dovere e che avrebbe ucciso quella Alessia: era una testimone oculare dei miei disfatti quindi, pur non avendo fatto nulla di concreto, non poteva restare in vita, mi avrebbe portato solo problemi.

JUSTIN P.O.V.

Partii per il tour...

Dopo le prime due tappe, nella mia mente non c'era più traccia di Clarissa: avevo fatto in fretta a rimuoverla, ma mentre ero diretto a New York, la terza tappa del mio tour, Scooter mi comunicò qualcosa di sconvolgente.

-Justin, ormai ho capito che non te n'è mai fregato niente di quella ragazza, ma ho il dovere di comunicarti che sono stati trovati i corpi di Alessia, Clarissa ed Andrew. Loro sono morti e ieri sono stati celebrati i funerali...

-Hey, a me importava ed importa ancora di Clarissa, solo che mi era passata di mente, sai quanto mi tiene impegnato il tour...Comunque....ormai la storia tra noi era finita, quindi...non posso che dispiacermi per la sua morte, ma non di più, anche perché non ho intenzione di raccontare a Selena della mia storia con Clarissa....quindi ti chiedo di non far parola di tutto questo davanti a lei. Questione chiusa.

-Va bene Justin, come vuoi tu.


CHRIS P.O.V.

Quel bastardo era morto e si era portato nella tomba anche mia sorella e la fidanzata di mio fratello: grazie a lui, la mia famiglia era un manicomio.

Josh andava ogni giorno alla tomba di Alessia e ci stava per mezza giornata, poi tornava a casa e piangeva, non faceva null'altro.

Io e Michael andavamo ogni giorno alla tomba di Clarissa, nel pomeriggio, e le raccontavamo tutto quello che avevamo fatto la mattina.

...NON SAPEVAMO SE CI SAREMMO MAI RIPRESI DALLA MORTE DI CLARISSA ED ALESSIA......


7 giorni dopo...

CLARISSA P.O.V.

Andrew aveva rinchiuso Alessia in una cella e l'aveva risparmiata solo perché io gli avevo promesso che sarei stata la sua agente e che avrei obbedito a tutti i suoi ordini.

Oggi era il mio primo giorno nella società ed il mio primo incarico era questo: dovevo uccidere una ragazza che si chiamava Pamela, per conto di Andrew. Lui mi diede tutte le indicazioni per trovarla e mi diede la sua macchina ma mentre andavo verso il luogo nel quale avrei dovuto uccidere la ragazza mi ricordai qualcosa...

FLASHBACK ||

A quel punto Andrew uscì dalla stanza ed iniziò a chiamare a gran voce una ragazza.

-PAMELA! Ma CHE CAZZO: MI ASCOLTI?! TI HO CHIAMATA, E SONO SICURO CHE MI TU MI ABBIA SENTITO.- non si udì altro che silenzio -PAMELA RIDE, SMETTI DI FARE QUALSIASI COSA TU STIA FACENDO E VIENI QUI, NON È UNA RICHIESTA, È UN ORDINE, HO UNA FACCENDA DA FARTI SBRIGARE CHE È DI ESTREMA URGENZA!

Solo dopo qualche minuto la ragazza gli rispose.

-Smettila di chiamarmi e sbrigatela da solo, sei Andrew Ride, sei il capo qui dentro, sei grande e grosso: non mi dire che hai bisogno di una gracilina come me per risolvere dei problemi così poco gravi! Oppure hai paura ad uccidere una ragazza? Non mi pare ti sia nuova la faccenda.- mi venne quasi da ridere ma mi trattenni

-Non chiedermi più niente, dopo questo giuro che non ti farò mai più un favore e non vedrai più neanche un centesimo uscire dalle mie tasche per te!

-Si si come no, ormai l'hai detto così tante volte che non ti credo più! Ciao fratellone- Alla parola "fratellone" rimasi sconvolta: non avevo idea che Andrew avesse una sorella minore! \\

Si, Andrew mi aveva mandato ad uccidere sua sorella!

Avevo notato che quella ragazza era molto furba e avevo intuito che grazie ad i suoi numerosi contatti con la società, aveva sicuramente architettato un piano per far fuori l'agente che Andrew avrebbe mandato, che, sfortunatamente, ero Io.

In preda al panico arrivai fuori ad una casa abbandonata. Non appena vi entrai, vidi una serie di frecce che erano pronte a scattare in caso avessi messo un piede su una precisa mattonella.

Dopo quello stetti attenta ad ogni passo, ogni singolo movimento e mi avvicinai all'unica stanza nella quale la luce era accesa.

Appena vi entrai la luce si spense: dopo pochi secondi non ci vidi più niente, sentii qualcosa perforarmi il braccio destro, non riuscii a spostarmi di un centimetro, non mi sentivo più il corpo e di colpo svenni.


Capitolo corretto.

-Cla.

AMORI A PRIMA SVISTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora