Trauma

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Jungkook Pov

Lo seguo nel suo ufficio e questa volta è lui a chiudersi la porta alle spalle.

Voglio sapere, devo sapere anche se non dovrei proprio.
È proprio quello che non dovrei fare.

"Siediti se vuoi sapere. E' lungo" sospira.

Faccio come mi è stato detto.
Noto che sembra molto ansioso.
Cosa gli sarà successo?

Si appoggia alla scrivania.
"Quando avevo cinque anni assistii alla morte dei miei genitori" abbassa lo sguardo. "Non ricordo molto di quel giorno. Rircodo che eravamo in una specie di festa dei militari. Mio padre faceva parte dell'esercito e mia madre ha sempre lavorato nella caserma dov'era arruolato. Sentii degli spari e vidi i miei genitori accasciarsi a terra, in una pozza di sangue" continua "Ricordo mia madre che mi urlò di nascondermi, così feci" si morde il labbro inferiore.

Rimango in silenzio.
Non gli serve che gli dica che mi dispiace.
È una grande stronzata sentirselo dire.

"Poteva accadere.
È successo, sei stato sfortunato.
Eravate nel posto sbagliato al momento sbagliato".

Annuisce continuando a parlare. "Dopo qualche ora, credo, venni trovato dal padre di Jinyoung, il migliore amico di mio padre. Mi portò a casa con lui. Da quel giorno mi ha trattato sempre come un figlio, esattamente come il suo vero figlio, l'istruttore Park" continua.

"Crescendo avevo cominciato a fregarmene di tutti e tutto. Entrai nel circolo della droga e solo Dio sa come sono riuscito ad uscirne. Avevo dieci anni, ero diventato uno spacciatore, arrivando perfino ad avere contatti con la mafia."

Alza lo sguardo, incastrandolo con il mio. "A dodici anni finii in ospedale per colpa di una rissa, avevo preso una pallottola nello stomaco. Avevano provato ad uccidermi, proprio come fecero con i miei genitori" sputa.

"Il padre di Jinyoung venne chiamato dalla polizia e corse in ospedale. Scoprì che avevo contatti con la mafia e cercò di rimettermi in riga, ma fu tutto invano" ride amaramente.

"Come fa un bambino diventare spacciatore?" Chiedo perplesso.

"Come fa? Semplicemente quando vivi da solo puoi fare ciò che vuoi. Nessuno era in casa, lo prendevo come pretesto per uscire con i miei amici. Queste persone mi hanno portato dentro quella merda" annuisce.

"Dopo aver compiuto tredici anni mi mandarono in una comunità di merda, sai quelle che si vedono nei film? Dove è pieno di tossici spacciatori? Perfetto, mettici dentro un ragazzino di tredici anni e hai vissuto quel pezzo della mia vita. Mi tennero lì per quasi tre anni. Quando tornai trovai il mio nome scritto tra le reclute, in questa caserma. A sedici anni mi arruolarono qui dentro."

"E perchè non te ne sei andato? Paura di ricadere nelle brutte abitudini?".

"E' difficile dirlo, Jeon" mi guarda negli occhi "sento come se dovessi rimanere qui a servire il direttore, con tutti i casini che ho combianto a quel pover uomo."

"Ti senti in debito".

"Non voglio deludere più nessuno" dice serio.

"Kim.
Sei una persona diversa non puoi pensare quello che ti è successo per sempre" dico serio.
"Devi trovare qualcuno che possa prendersi cura di te e lasciare questa merda di posto".

Lo dico a malincuore perché mi sto affezionando anche io a lui e così lo sto solo spingendo via.

"Non è così facile Jeon".

"Allora il tuo amico ha ragione a prenderti a calci dalla mattina alla sera perchè stai facendo la checca" sibilo.

"Non sto facendo la checca, devo solamente riuscire a convincermi che tutto ciò non è giusto. Ma sai, sono cresciuto sentondomi dire che fare il militare è la cosa più giusta di questo mondo, servire il proprio paese donando corpo e mente. E lo so che sono cazzate".

Military||Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora