Emma, Milano
"Sei proprio sicura?"mi dice mentre mi affretto a uscire dalla macchina con i tulipani bianchi tra le mani.
"Si Franci tranquilla, tra mezz'ora sono qua."
"Em mi raccomando..."
"...qualsiasi cosa chiamami" dico ripetendole la frase che mi sta dicendo da ieri sera quando ho avuto questa brillante idea.
La saluto, e scendo dalla nostra seicento mezza rotta. Mi avvicino al grande edificio a passo lento. Non sono poi tanto tranquilla, soprattutto quando sento la macchina partire, segno che anche Francesca mi ha lasciata. Stringo i tulipani tra le mani e a passo lento entro. Mi tremano le gambe e anche i piedi soprattutto mentre cammino su questi maledetti sassolini. Mi fermo nuovamente e mi guardo attorno. Ci sono circa una cinquantina di piccoli loculi di marmo, e ognuna ha qualcosa di speciale. È assurdo quanto questo posto mi emozioni, e quanto appaia diverso rispetto a quello che è realmente. Sembra un piccolo angolo di paradiso. Ci sono tantissimi fiori e tutto è bianco, messo in risalto dal verde del prato.Ieri sera ero a casa, a pensare e ripensare, cosa che ultimamente avviene spesso e sentivo eccessivamente la mancanza di mia figlia. È febbraio, non c'entra nulla con la data della sua "morte", ma ho deciso di armarmi di forza e coraggio e di andarci. Ho chiamato Francesca, avvisandola, e dopo che mi ha confessato che aveva già un impegno, ho detto: "che problema c'è, ci vado da sola."
E per questo Franci era spaventata stamattina. Mi ha sempre accompagnato lei, riteneva fossi troppo debole per andarci da sola, ma sono passati tre anni e mi sembra più che giusto provarci. Non chiedetemi perché proprio oggi, ma forse doveva andare così e basta.La piccola tomba di Chiara, è esposta sul lato destro di questo posto. È una delle prime, e la noti subito o almeno per me è così. Mi sembra più bianca delle altre, nonostante sia la più semplice di tutte. Appena arrivo lì davanti il tremore alle gambe scompare e sorrido, felice di fare questo passo. Da sola. Il suo nome è in risalto sul marmo, e come tutte le altre, su di essa compare solo il giorno della sua morte. O nascita. All'inizio, la prima volta che venni qui, Francesca mi spiegò un po come accadeva. Chiedevano il giorno della nascita, non della morte. Rimasi stupita. I bambini come mia figlia, non nascono, muoiono e basta. Ma poi ho capito. Questo posto non vuole commemorare come un qualsiasi cimitero. Vuole essere come un parco giochi: le mamme devono essere felici, devono immaginare i loro bambini correre, giocare, sporcarsi le mani con il terreno. Non bisogna piangere e buttare addosso il dolore.
Non è così che funziona.
Non in questo caso.
Accarezzo le lettere del suo nome incise: Chiara De Martino.
Il cognome mi fa rabbrividire. Non ho potuto registrare il suo nome all'anagrafe, ma quando al cimitero mi hanno chiesto cosa scrivere sulla tomba non ho esitato un attimo a darle il cognome del papà. È mia figlia, ma è anche figlia di Stefano. E se la vita non potrà dimostrarlo, sarà questo posto a farlo. A volte penso che semmai un giorno le cose tra noi si risistemassero, lo porterei qui. Gli racconterei di Chiara, della mia gravidanza, e forse sarebbe l'unico modo per scongelarmi e svuotarmi di quell'enorme peso che mi porto nel petto, ancora.
Sarebbe bello.
Ma non è possibile.
Già lo so.Accarezzo i fiori di ciliegio scolpiti...
Anche quelli li ho voluti io. Rappresentano la famiglia, e mia figlia è la mia famiglia. Anche se non c'è più o non c'è mai stata, io la sento con me. Proprio tanto. Soprattutto quando mi ritrovo da sola come adesso. La luce del sole, mi fa pensare che in qualche modo lei ora mi stia osservando, sia contenta che io sia qui, a dedicarle uno spazio del mio tempo. Mi capita di sognarla o immaginarla e nella mia testa è proprio bellissima. Un angelo. Fisicamente sarebbe stata uguale a me e col sorriso del papà, che è forse la cosa che mi manca di più di lui.
Tocco il marmo freddo e rabbrividisco al suo tocco: "saresti stata bellissima amore mio" sussurro.
Non parlo mai con lei, eppure oggi ce l'ho fatta. Non so cosa sia stato, ma un raggio di luce solare illumina il marmo sul quale sono poggiata e mi sento diversa. Mai come adesso mi sono sentita così riscaldata, toccata dal sole.
E mi piace pensare sia stata tu a creare questa piccola magia.
Adesso me la tengo per me.
Grazie.
Strizzo gli occhi nel sentirli gonfi e lucidi, e mi alzo in piedi.
Ora devo andare, ma tornerò presto, piccolina mia.
Avanzo lentamente verso l'uscita: oggi ho poca voglia di andarmene da qui e quindi mi soffermo su un altro elemento che in questo posto mi affascina da morire. All'ingresso c'è una scritta dedicata a ogni mamma: "il mio non è un addio, non è un arrivederci. Ti porto dentro.
Sono la tua mamma e lo sarò sempre."
Credo sia estratta da uno di quei libri in cui si raccontano esperienze come la mia e quella di altre mamme. Mi fa commuovere particolarmente, e mi viene voglia di urlarlo al mondo che voglio vedere mia figlia, che tutti si lamentano per le cose più frivole, quando in realtà c'è chi ha cresciuto un bimbo dentro di se e non può neanche vederlo.
Ma resto in silenzio.
Questo è il mio, il nostro posto."Allora come è andata?"mi dice appena tornate a casa, dopo un lungo silenzio in auto.
"Bene Franci, come doveva andare?"
Allarga le braccia e io mi ci tuffo. Forse ha capito anche lei: non mi piace mai raccontare le sensazioni che provo quando sto lì; so che dovrei farlo, ma per quanto io sia stata bene, non ci riesco. Mi stacco da lei e le sussurro: "grazie."
"Di cosa?"
"Di tutto Franci. Di tutto."
E lei smorza tutto come al solito: "ora vai a rispondere al telefono, che lo sento vibrare da un po."
E in effetti, mi ritrovo una miriade di messaggi, tra questi un numero sconosciuto. Mah.
Lo apro e leggo: "Ciao Emma, sono Mattia, il cugino di Arianna, ti va di incontrarci uno di questi giorni?"
Mi metto le mani in faccia. Ma cos'è questo? Un corteggiamento?
Scoppio a ridere e lo stesso fa Francesca con me, quando le mostro il messaggio.
Non ci posso credere.
E ora che faccio?Ehilà! Scusate per questo capitolo...lo so che è un po nostalgico e malinconico, ma avevo proprio bisogno di rendere l'idea. Avevo bisogno di far capire quanto dopo tre anni Chiara sia ancora nel cuore della sua mamma, anche se non è mai esistita. Giuro che dal prossimo si torna alla "normalità".
Ma questo corteggiamento? Emma cederà oppure no?