Trentaquattro

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Emma


É difficile. Mantenere il controllo, è difficile se hai cantato, se hai appena buttato tutte le emozioni fuori, se ci sei riuscita dopo tanto tempo. Controllarmi adesso, però diventa impossibile, soprattutto se l' unica cosa che riesco a percepire è il suo respiro sul mio collo. Si è appena dichiarato e io sono qui, come una scema davanti allo specchio a cercare di capire perché. Io non ero pronta. E non lo sono nemmeno adesso che me l'ha detto. Quelle parole, la dolcezza con cui le ha dette, mi hanno scosso. Abbasso lo sguardo, non ho il coraggio di vedermi abbracciata a lui, mentre aspetta qualcosa da me. 
"Non sei  obbligata a dire nulla Em" dice improvvisamente dando voce ai miei pensieri. 
"Come?" Mi prende la mano e mi volta verso di lui. 
Emma non mollare la presa. Non lo fare per nessun motivo. 
"Quello che ti ho detto lo penso davvero, e per quanto io voglia sapere qualcosa in più su...insomma su noi due...ho tempo. Ormai sono qui e non vado via."
Noi. Gli sorrido, lui lo merita il mio sorriso. Da quando casa mia è diventata anche la sua, da quando stiamo condividendo più di quanto io stessa potessi immaginare di ricondividere  con la persona che ho amato al liceo, sento che lui possa meritare la mia serenità. Non è facile, me lo ha confessato lui, un po' di giorni fa, mentre eravamo a letto abbracciati e nudi. Però è possibile. É possibile riacquistare la calma e tornare a sorridere, proprio come in questo momento. Sto cambiando, mi sento diversa di nuova, e stavolta il merito  è suo. Il cambiamento non fa mai male. 
Gli accarezzo, la guancia. E con questo gesto gli chiedo scusa: mi scuso perché non riesco a dire niente davanti a tutto questo, al suo essere così speciale ultimamente. E forse anche per questo che stasera festeggio il mio ventiduesimo compleanno. Sento di avere il coraggio, la forza per tornare a essere felice. Anche con una storia pesante alle spalle, anche con la mia storia è quella di Chiara. Ed è proprio mentre penso a questo, proprio mentre sono catapultata in pensieri che fanno capolino a lui, azzero le distanze e lo bacio. Bacio la bocca che ormai è diventata mia, di cui ormai sono dipendente. Gioco con le sue labbra, le mordicchio, mentre lui fa di tutto per unire le nostre lingue. Ogni tanto sorridiamo, siamo pieni di noi, io lo stringo a me, perché voglio realizzare che sia tutto vero. Voglio realizzare che quello che la carne che le mie mani stanno toccando è sua. Cerco di respirare, ma lui, la sua voglia di me, non me lo permette. 

So cosa sta per succedere, e non voglio per nessun motivo che questa finisca. Decido di staccarmi e gli do le spalle.
"Mi aiuti?"dico indicandogli la cerniera dell'abito che in questo momento è solo un ostacolo. E lui non se lo lascia ripetere: proprio quando la stoffa di velluto scivola terra, mi sento finalmente libera. 
Mi spinge sul divano. "Quel vestito era meraviglioso, però devo dire che senza, sei decisamente.."
Gli rido in faccia, mentre non smette di osservarmi : "sono cosa?"
"Sei tu"riprende a baciarmi, con poca castità, e stavolta le sue labbra sfiorano anche i miei seni. Sento che é preso, sento che c'è più che mai e questa è solo una piccola parte della dolcezza che si sta appropriando di lui ultimamente. Non che prima non fosse dolce, ma ora è decisamente diverso. 
Si slaccia i pantaloni e io mi do da fare con la sua camicia. Quando siamo finalmente nudi,  in mutande, mi lascio coccolare da lui. Senza strutture, senza scudi, senza protezioni. Siamo io e lui. 

Gli accarezzo i capelli e per avvicinare le mie labbra al suo orecchio, mordicchiandolo leggermente. Lui invece continua a emozionarmi. Lo fa mentre  mi lascia stendere sul divano, con le braccia alla giusta distanza, per farmi respirare. Vorrei dirgli che non serve, mi basta il suo di respiro, ma le parole mi muoiono in gola. 

Succede spesso quando siamo in questo momento. Mi emoziona, e io davanti a questo, non posso far altro che zittirmi.

"Buon compleanno" sussurra,  mentre adesso le sue mani non stanno ferme. Dalle mie guance, che domani si ritroveranno piene di morsi, al mio collo per poi indugiare sui seni e sul mio addome, le parti di me che ama di più, mi ha detto qualche giorno fa. E mi lascio ammirare dai suoi occhi, per poi buttarmi a capofitto sulle sue labbra  e darmi da fare. Tocco il suo ego, e lo sento gonfiarsi tra le mie mani. E lo facciamo assieme: lui abbassa il pizzo dei miei slip, e io faccio lo stesso con le sue mutande. La sua barba pizzica la mia pancia e sussulto, quando arriva a toccare la mia intimità. 

Lui mi sorride, e io vorrei trovarmi nei suoi occhi per capire cosa vede. 

Continua a baciarmi delicatamente per poi farsi spazio tra le mie gambe. Io inizio a sussurrare il suo nome mentre mi aggrappo a lui che è la sola persona che può salvarmi. E poi un lampo squarcia il mio io. Tutto il dolore si annulla, e sento solo lui e tanto, tanto piacere. Ansimo e sorrido, e lascio fare a lui. Voglio che stasera, poco prima del mio compleanno, si prenda cura esclusivamente di me. 

Viene, e aspetta che reagisca anche io, stimolata da lui, dal suo ego, e dalle sue  smisurate carezze. 

Stefano resta Stefano. 

Dopo tre anni, è ancora qui, nonostante tutto. 

Nonostante Chiara, nonostante le bugie, la mia stronzaggine. 

E aspetta, aspetta che ricambi anche io quello che lui prova per me. Aspetta che glielo dica. 

E io gli sono immensamente grata. 

Ed è proprio mentre sono assorta in questi pensieri, che riesco a raggiungere il mio estremo piacere, mentre mi sento ricongiunta a lui, come se fossimo due punti sospesi, due punti finalmente vicini. Mi bacia, e resto ancorata a lui. 
"Ancora un po'"gli dico tra un bacio e l'altro. Lui mi accarezza, e fa come gli dico. 
" Rischiamo ancora un po'"mi dice.
E continuiamo ad amarci immensamente, mentre sono io a tenere le redini del gioco stavolta e mentre le nostre lingue continuano ad intrecciarsi.  Anche se non glielo dico, anche se non riesco ancora a cacciarlo fuori, io mi sento viva, sto tornando a vivere, a sorridere davvero. 










Il tocco alla porta mi fa sobbalzare e alzo la testa rendendomi conto che non è mattina, che siamo ancora nudi sul divanetto del camerino, e che lui é praticamente schiacciato dal peso del mio corpo. Mi alzo facendo piano per non svegliarlo e indosso la vestaglia prima di andare ad aprire. 
Davanti a me c'è la mia manager che mi sorride urlando: "Buon compleanno tesoro!!"
So che è felice anche lei, lo riesco a percepire che ha notato qualcosa di nuovo e diverso. 
Mi faccio abbracciare. "Beh che stavate facendo lì dentro?"
"Chi?"provo a far finta di niente ma i miei tentativi falliscono nel giro di uno sguardo. 
"Tu e l'unica persona che manca all'appello di là. Mi dispiace interrompere questo momento ma...Ti vuoi muovere che stiamo aspettando solo te?"
La guardo. La Franci capisce tutto, sa tutto. 
"Mi muovo" provo a strizzarle l'occhio e chiudo la porta. 

Stefano è davanti a me, non più nudo, e già indossa i pantaloni.

Mi squadra, mentre sembra mangiarmi con gli occhi. 

"Principessa, che dice, vuole vestirsi?"

E mi fiondo tra le sue braccia, ringraziandolo perché mi sta facendo rivivere. 

È di lui che ho bisogno. 







...
E dato che la glicemia non era abbastanza, io ce ne metto un altro po di dolcezza che quella serve sempre!! Emma e Stefano io li vedo abbastanza innamorati.. Manca ancora un po di coraggio soprattutto in Emma. Ma non ci sono più rimorsi, non c'é più rancore. Saremo tranquille fino alla fine?
Cosa potrebbe succedere? A presto❤️














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