Dodici

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Emma

"Non mi è mai capitato. In tutti questi anni dico, di trovare qualcuno che anche per qualche attimo è riuscito a non farmi pensare a niente. Ma sai proprio il niente?"
"Sono contenta Em, finalmente. Ce l'hai una foto?"
Caccio subito il telefono dalla borsa. Nonostante sia notte fonda non riesco proprio a darmi pace. Sono appena tornata da una cena con Mattia e siamo stati bene e io sono entusiasta. È stata la nostra seconda uscita e stasera siamo riusciti anche a scattare una foto. Vado nella galleria, mostro il cellulare alla mia amica- che mi ha aspettata come un cane aspetta il proprio padrone- e noto che con particolare attenzione ingrandisce e rimpicciolisce la foto.
Alza lo sguardo.
"State bene assieme, ma..."
"Ma?"alzo un sopracciglio.
"È bruno, ha la barbetta, gli occhi leggermente a mandorla, se si toglie gli occhiali è praticamente lui...Ti dico che è uguale."
Si, Franci ha ragione. È proprio carino Mattia. È stato dolce, mi ha riaccompagnata a casa, nonostante avessi insistito per il taxi, insomma è stato proprio straordinario. E poi é così galantuomo...
"Em mi stai ascoltando?"
Nego con la testa.
"Vabbè io vado a letto, tanto ormai stai in un mondo tutto. L'importante è che ti piaccia, anche se la somiglianza c'è."
"Con chi Fra?"
"È mai possibile che tu non te sia accorta? Dai Em è proprio lui!"
La guardo interrogativa e mi piacerebbe che le mie orecchie non avessero ascoltato e che il messaggio che Francesca mi ha appena mandato non arrivi al cervello. Invece il messaggio mi arriva eccome. Così avvicino il telefono alla faccia, incurante dell'ora e ingrandisco anche io l'immagine, sperando vivamente non sia così. No, non è vero. Non è uguale a lui. Il telefono, per chissà quale stupido scherzo del destino, si spegne, e io faccio di tutto per non pensarci: mi svesto, mi guardo allo specchio, mi pettino, tutto questo fino a quando non mi fiondo a letto. Il mio momento peggiore. E se fosse davvero così? Se Francesca non avesse tutti i torti di questo mondo e avessi fatto entrare nella mia vita qualcuno, solo perché, inconsciamente, assomiglia a Stefano?
Non posso essere così stupida da averlo fatto. O forse devo semplicemente rassegnarmi all'idea che non mi potrò mai staccare da certe immagini. Adesso ho un peso sul petto, sento il respiro stringersi. Ora voglio dormire, non mi va più di pensarci e così mi corico a letto, sperando di dormire presto annullando tutto.


Nella mia vita, non sono sempre stata puntuale. So di esserlo diventata, di stare troppo attenta al tempo, perché voglio che passi. E non parlo solo del tempo musicale. Voglio vivere più velocemente, e questo solo perché mi sento più grande, non mi sento una ventunenne. Vorrei che gli altri capissero, crescendo come sono cresciuta io, vorrei essere capita e basta. Eppure sapete che succede? Più sto attenta ai miei tempi, più cerco di fare tutto in orari precisi, più il tempo non passa mai. L'unico posto in cui si annulla tutto è la sala di registrazione. Insonorizzata, non ci sono orologi, non c'è il tempo, ci sono solo io con le mie cuffie e la mia musica. Ma le cose belle durano poco, e per me ci passo troppo poco tempo, ma la mia manager dice che devo uscire di più, rientrare in confidenza con l'esterno, e soprattutto con i miei sentimenti.
Rigiro il dito sulla circonferenza della tazza, mentre aspetto impaziente Marcello e Ele che avevano urgenza di parlarmi a quanto pare. Che poi, ho visto che urgenza avevano, dato che sono già in ritardo di venti minuti.
Sto per chiedere un altro caffè, quando quasi mi si muore la voce in gola sentendo Marc e Elena alle mie spalle: "Ma buongiorno mattiniera!"
Gli sorrido, sono buffi e io stamattina sono stranamente felice. Esclamo che sono completamente folli, e il lavorare tanto gli fa male, ma loro dicono entusiasti, che devono dirmi qualcosa e che per telefono non avrebbero potuto.
"Addirittura? Marcello si sposa e nessuno mi ha avvisato?"dico ridendo, ma tutto ad un tratto il loro volto si incupisce, e io non capisco proprio che gli passi per la testa stamattina.
E passano minuti assurdi, nel vuoto. Quei due che sembrano ingestibili stamattina, aprono la bocca e la richiudono subito, come se dovessero formulare un discorso, senza riuscirci.
"Cretini, mi dite cosa state cercando di dirmi?"
Sussurrano nomi, credo c'entri qualcuno di noi, parlano di qualcosa, ma non riesco a capire, fino a quando riesco subito a ricordare il punto debole di Marci, e gli tiro un bel calcio sullo stinco.
"Ahia"mi guarda male.
"Parla o la prossima volta, questo calcio lo rimpiangerai"a volte la stimo la mia corazza.
"Em.."chi ha la forza di parlare per prima é Ele "forse è arrivato il momento. È tornato." Lo dice con una voce cupa, un po nostalgica, ma che nasconde anche un po di serenità. Inizialmente gli rido in faccia e abbozzano un sorriso anche loro. Ma il fatto che tornino in poco seri non mi rasserena per nulla, e sento un improvviso senso di ansia avvolgermi.
Elena percepisce qualcosa e mi prende la mano, guardando Marcello, quasi incitandolo a parlare.
E in pochi secondi, cambia tutto.
"Voglio che tu sappia"inizia Marcello "che nessuno di noi sapeva di questa cosa. Lo abbiamo saputo una settimana fa, e dirtelo adesso serve solo a metterti in allerta in modo che tu possa decidere cosa fare. Sai quanto ti vogliamo bene, e non ci saremmo mai permessi di non dirtelo."
"Avete smesso di girarci intorno?"
E come una pugnalata allo stomaco, che ti fa piegare in due, arriva la notizia, che in tre anni non avrei mai voluto ricevere: "Stefano è in aereo. E sta venendo qui a Milano, per uno stage di danza di due settimane."
Lo dicono assieme. Quasi all'unisono, a volte tentano di alternare i discorsi, altre parlano proprio insieme, come se le loro parole pesassero di meno, come se potessi capire di meno, soffrendo di meno. Invece no.
Elena mi stringe la mano, ancora di più e anche se mi si ferma la circolazione, anche se sento la mano tanto calda, non riesco a concentrarmi su altro, se non su di lui. Sento il volto bagnarsi e spreco una lacrima, per la prima volta in questo periodo, solo per Stefano. Solo pensando a lui. Dovrei sfogarmi, dovrei urlare, cacciare tutto fuori, ma questo non é quello che voglio. Voglio per un momento, crollare e smetterla con i sorrisi, perché adesso mi sento vicina alla resa dei conti, e non posso scappare. Non posso chiudermi in casa, non posso. Io voglio cadere, voglio qualcuno che mi rimetta in piedi, non qualcuno che mi salvi prima di crollare. Io voglio crollare. Adesso devo per forza.
"Lasciati andare Em, ti prego"mi sussurra Ele, quasi sentendo i miei pensieri. Mollo la sua mano, e stavolta ci provo, stavolta sono io che non ho più le forze.


Rieccoci! Finalmente Emma sa! Che pensate delle sue sensazioni? Elena e Marcello hanno fatto bene a dirgli di Stefano? Ne parlerà con Mattia? Incontrerà Ste? Come avverrà questo incontro?
Tenetevi pronte!!!

Come neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora