CAPITOLO 14

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Matt's pov

Finalmente la giornata tanto attesa è arrivata e io sono molto felice di poter rivedere Sara, ma per adesso posso solo incontrarla sul campo mentre si esibisce nel piccolo spettacolo delle cheerleader che dà il via a una lunga e intensa partita di football tra il mio college e quello di Sara.
Sono pronto, ho indossato la divisa e adesso sto aspettando che lo stadio si riempie.
"Siete pronti?" Chiede l'allenatore mentre entra nello spogliatoio.
"Si." Esclamiamo tutti in coro, anche se il mio modo di rispondere è diventato ormai un'abitudine perché lo so perfettamente che oggi sarò poco , anzi pochissimo concentrato, ho un buon motivo per pensare alla festa.
Da quando gioco a football il mio unico obiettivo è quello di far aggiungere alla mia squadra un buon livello e soprattutto ho sempre puntato a vincere, ma non oggi.
Entro nel grande campo e mi accomodo insieme agli altri ai margini del campo per osservare il ballo iniziale.
I tifosi esultano e non vedono l'ora di assistere alla partita, riesco a percepire la loro tensione, la soddisfazione di vedere la propria squadra vincere e portare a casa una coppa. Sposto lo sguardo al centro del campo e vedo proprio lei, la mia Sara. Bellissima come sempre e con i capelli raccolti con un bel nastro argento sembra una ballerina professionista, inizia a muoversi tranquillamente nel campo e anche se non ha mai ballato sembra la più brava fra tutte. Una vera stella che brilla sempre della stessa luce, quando la vedo i miei occhi si illuminano e il mio sorriso non passa inosservato per Melissa che guarda prima me e poi lei, sbagliando così quasi tutta la coreografia, ma la parte più bella arriva proprio quando inizia a urlare e scappa dal campo piena di rabbia e vergogna per la brutta figura fatta davanti a tutte le persone che la stavano guardando.
"È proprio pazza quella." Mi dice il ragazzo arrivato poco prima della partita.
"Però è anche molto carina."
"Fidati che l'apparenza inganna, non farti abbagliare da un bel corpo." La mia risposta è abbastanza chiara e il comportamento di Melissa è un vero e proprio avvertimento e con il tempo ho imparato a capire che se lei dichiara aperta una guerra di certo non si arrende alla prima sconfitta, anzi lotta fino ad ottenere la più clamorosa delle vittorie.
"Forza dobbiamo incominciare." Mi alzo e corro verso il mio posto, ho troppa voglia di finire questa partita perché non riesco più ad aspettare la festa di stasera.
Gioco senza molta convinzione e corro fino a quando sento le gambe abbastanza pronte per iniziare a giocare sul serio.
Afferro quasi sempre la palla, cerco di fare un punto per la squadra, ma all'improvviso l'avversario mi ruba la palla e allora lo inseguo senza altri pensieri, nella mia testa si ripercorrono tutte le parole che mi confida sempre l'allenatore prima di affrontare una partita o semplicemente un allenamento, tantissime voci e molta confusione ho in questo momento in testa, ma quando riesco a recuperare la palla indietreggio fino ad essere libero dagli avversari e senza prendere fiato riesco finalmente a segnare quel punto importantissimo per il mio college.
I ragazzi esultano e tutti si riuniscono intorno a me per complimentarsi del bellissimo punto che sono riuscito a segnare. Finisce il primo tempo, poi il secondo e la partita si conclude con il mio unico punto che porta a casa la vittoria.
Appena rientro nello spogliatoio faccio una doccia, tolgo il sudore da tutto il corpo e mi rilasso finché l'acqua fredda sostituisce quella calda.
Aspetto Sara fuori dal campo e appena arriva mi salta addosso incrociando le gambe tra i miei fianchi, ci immergiamo in un lungo bacio fino a quando veniamo interrotti da qualcuno; Sara scende con i piedi per terra e sorridendo si stringe alla mia spalla, è felice di presentarmi le persone che ho di fronte.
Appena realizzo la situazione, divento subito rosso in viso e mi allontano da Sara.
"Matt ma che fai?" La mia fidanzata capisce il mio atteggiamento insolito e mi guarda come se fossi un alieno caduto sulla terra.
Infilo le mani nella tasche dei pantaloni, poi le tolgo e porto una mano dietro la testa, ma subito dopo le rimetto in tasca insomma sono troppo imbarazzato.
"Ti voglio presentare i miei genitori."
Ecco confermati tutti i miei sospetti, stringo la mano al papà di Sara e abbraccio la signora.
"È un piacere conoscervi,vostra figlia mi parla sempre di voi."
Forse questo non lo dovevo dire perché si guardano e scoppiano subito in una fragorosa risata.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?"
"No tranquillo caro è tutto apposto." Risponde la signora sempre sorridendo, inizio a non capire e appena Sara si accorge del mio comportamento decide di rimediare subito.
"Scusate un attimo..." Si allontana dai suoi genitori e mi trascina con lei poco più in là dove loro non possono sentirci.
"Matt devi capire che quando ho deciso di presentarti alla mia famiglia è per un semplice motivo, questa mi sembra una perfetta occasione per fare nuove conoscenze poi dopo tanto tempo è arrivato il momento per fare un passo in più."
Le afferro entrambi le mani e le avvicino alle mie labbra.
"È molto bello da parte tua farmi conoscere i tuoi genitori, ma chissà cosa pensano di me?"
Vedo il suo sorriso comparire sul volto prima di dirmi:
"Basta guardarli per capire che ti adorano."
Ritorniamo dai genitori di Sara e insieme andiamo nel bar del campo per prendere qualche bibita prima di rientrare a casa.
Tra risate e piccoli racconti arriva il momento di rientrare, saluto tutti e fisso l'appuntamento con Sara per andare insieme alla festa dove in realtà dovrebbero andare solo i componenti della squadra vincente, ma essendo generosi gli organizzatori hanno deciso di allargare l'invito anche all'altra squadra.

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