CAPITOLO 32

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Sara's pov

Nonostante le mie numerose richiede di aiuto tra urla e pianti, ancora nessuno ha scoperto questo posto, ma la cosa che mi fa arrabbiare è quella di far stare male la mia famiglia.
È trascorsa ormai qualche settimana, ma se da una parte ho pensato di arrendermi, dall'altra non ho mai perso la speranza di riabbracciare presto i miei cari e se adesso sul mio viso appare un piccolo sorriso è solo grazie a loro.
Non so come stanno e chissà se mi stanno ancora cercando oppure mi hanno abbandonato al mio destino?
Spero che questo calvario possa finire molto presto.
Cerco con lo sguardo i lividi sui miei polsi e oltre la corda intravedo delle ferite.
Ogni giorno alla solita ora arrivano i miei rapinatori ovvero coloro che non hanno pietà per nessuno, se è necessario ho scoperto che mi forzano il cibo e l'acqua con delle pillole in grado di farmi rilassare fino a perdere conoscenza, ho imparato a resistere e mangio solo per non morire.
Appena la serratura scatta entra nella stanza sempre lei, quella che pochi mesi fa ritenevo fosse una ragazza gentile, ma evidentemente mi sbagliavo.
Si avvicina a me e senza dire una parola stringe i miei capelli con un elastico.
"Ti ho portato delle coperte."
Fa molto freddo ultimamente ed essendo seduta quasi sul pavimento non posso dire di essere a mio agio.
Qualcuno le porge il vassoio con il mio pranzo e dopo essersi inginocchiata per raggiungere la mia altezza, con un cucchiaio mi dà un po' di minestra.
Ho molto appetito anche se non mi lasciano morire di fame, penso di aver perso qualche chilo.
"Sei pallida, vedi di non ammalarti altrimenti peggiori solo la situazione."
Ho pochissime forze e non riesco nemmeno a distinguere se sto male oppure no.
Dopo aver finito il mio pranzo, lei avvicina la mano alla fronte e appena spalanca gli occhi capisco che c'è qualcosa che non va.
"Sei caldissima..." Sembra quasi preoccupata, ma è impossibile che le persone come lei hanno dei sentimenti nei confronti delle loro povere vittime.
"Trovate un termometro e misuratele la febbre, io devo scappare, cercate di fare in fretta non vorrei che la sua temperatura corporea si alza di più."
Detto questo gira sui tacchi e se ne va insieme alle altre tre persone che erano con lei.
Avendo le mani bloccate non posso nemmeno toccare io stessa la mia fronte, ma adesso che ci penso sento gli occhi che mi bruciano più del solito e stavolta non si tratta delle lacrime, ma bensì della febbre o di qualche brutta influenza; d'altronde sarebbe impossibile non ammalarsi in queste condizioni di disagio totale.
Il pavimento è freddo e le pareti sembrano umide, la sottile coperta che ho sotto il corpo non mi separa molto dal pavimento e dalla vecchia finestra penetra il vento e spesso anche la pioggia.
Oggi è una giornata particolarmente gelida, da quando sono rinchiusa in questo posto ho perso la cognizione del tempo, l'inverno ormai è alle porte e a breve i fiocchi di neve cadranno lentamente dal cielo coperto da nuvole grigie, i miei vestiti sono leggeri e la coperta che mi hanno portato oggi non penso che sarà così calda da ripararmi dalla rigidità della fredda stagione che è ormai quasi arrivata.

Mi riprendo dai miei pensieri quando sento di nuovo la chiave all'interno della serratura, così capisco subito che qualcuno sarà venuto apposta per misurare la febbre.
"Alza il braccio." Ordina una voce maschile con il termometro in mano vicino al mio corpo.
"Non posso, ho le mani bloccate." Gli indico i miei polsi e appena si accorge che sto dicendo la verità, si alza per chiudere la porta prima di ritornare da me.
Solo quando sento qualcosa scivolare a terra, mi accorgo di non avere più la corda intorno ai polsi, sono libera anche se solo in parte; avverto la leggera brezza sulle strisce di pelle che fino ad ora erano strette dalla corda.
Lui mi alza il braccio e con il termometro inizia a misurare la temperatura, ma nel frattempo con mio grande stupore rompe il silenzio che si era creato e mi chiede:
"Da quanto tempo sei qua?"
Rispondo con una strana risata, è inutile la domanda siccome anche lui è complice di tutto.
"Non serve una risposta, probabilmente hai già tutti i dati necessari per conoscere il motivo per il quale mi trovo in questa situazione."
Sembra molto stupito, subito dopo un suono acuto ci avvisa che il compito del termometro è terminato.
Osserva le cifre scritte e spalanca gli occhi prima di dirigersi verso una valigetta, ho scoperto solo adesso che si tratta di un dottore.
"È alta la febbre?" Domando con voce debole.
Annuisce mentre si avvicina a me con una boccetta contenente sicuramente qualche antibiotico per fare abbassare la temperatura.
"Devi assolutamente prendere questo sciroppo prima che le tue condizioni peggiorano."
Mi sto spaventando perché non pensavo fosse così grave e invece la sua espressione è una conferma per i miei dubbi.
"Se non ti curi subito devi essere trasportata in un ospedale per tenerti sotto controllo..."
Sembra facile, ma non lo è per niente soprattutto adesso che sono in una stanza gelida senza qualcosa per riscaldarmi.
"Forse non si ricorda in che condizioni mi hanno lasciato i suoi colleghi. Mi ha guardato attentamente? Sono con gli arti superiori e inferiori bloccati da una stupida corda e per riscaldarmi ho solamente questa coperta, ora mi può spiegare come faccio a non ammalarmi?"
Non pensavo di avere tutto questo coraggio per dirgli in faccia cosa sento veramente e soprattutto come stanno le cose.
"Devi stare al caldo, con la febbre alta e il freddo non vivrai molto a lungo se continui a rimanere in questa stanza."
Sta cercando un'alternativa, ma fortunatamente per lui viene interrotto da due persone che lo chiamano per comunicargli qualcosa.
"D'accordo io me ne vado però dovete comunicarle quello che vi ho detto, questa ragazza sta perdendo le forze."
Queste sono le uniche parole che riesco a capire prima di appisolarmi sul pavimento con le mani sotto la testa.

Sarebbe stupendo se tutto quello che sogno si avvera all'istante, un semplice pensiero, sempre lo stesso che ormai occupa la mia mente appena chiudo gli occhi. Una farfalla blu che vola libera in un campo fino a quando arriva davanti a una porta, lì si ferma avrà forse paura di scoprire cosa c'è dall'altra parte?
Spero di essere libera anche io molto presto, voglio svegliarmi ed essere avvolta dal calore della mia famiglia; gli incubi fanno paura mentre i sogni fanno desiderare, entrambi scorrono veloci bisogna cogliere l'attimo per viverli, perché le esperienze terribili insegnano a crescere più forti e coraggiosi di prima.
Mi capita molto spesso di sentire delle voci familiari che mi chiamano per un attimo sorrido poi mi sveglio e capisco che si tratta solo di un brutto scherzo del destino.
Quando apro gli occhi è ormai sera, lo capisco dalla luminosità che c'è nella stanza e dalla candela accesa vicino alla porta, questo significa che qualcuno è passato per darmi la cena, ma siccome stavo dormendo avrà deciso di tornare più tardi.
Sono piena di dolori con le mani libere cerco di togliere la corda anche ai piedi, ma non ci riesco.
Sono priva di forze e così qualche minuto più tardi dalla porta entrano tre persone con il volto coperto, una di queste la riconosco subito dagli anfibi scuri e anche questa volta avevo ragione, si scopre il viso e si avvicina con il vassoio.
"Hai le mani libere quindi stasera puoi mangiare da sola, sei molto debole ma non hai bisogno del mio aiuto."
Afferro il cucchiaio e lentamente porto alla bocca una miscela verdastra, è insipida, ma sarà meglio non discutere sulla faccenda.
"Stasera devo scappare, ho molta fretta qui fuori c'è più polizia del solito e non vorrei che un piccolo passo falso sia in grado di rovinare tutto, quindi ragazzi appena finisce da mangiare andate via, sono stata chiara?"
Le altre due persone annuiscono e restano nella stanza finché ingerisco l'ultimo boccone infine vanno via con il vassoio vuoto.
Dopo circa un'ora sento il cigolio di una porta, probabilmente si tratta del portone principale, osservo la stanza, ma non mi sembra che hanno dimenticato qualcosa.
"Noi proseguiamo lungo le scale, voi andate a destra."
Udisco dei passi sempre più vicini fino a quando qualcuno cerca di forzare la porta della mia stanza.
"Sara sei qui vero?"
Mi sembra una voce molto conosciuta, inizio a piangere forse è arrivato qualcuno a salvarmi, è giunto il momento che tanto aspettavo da qualche settimana, ho la voce lieve e anche se gridassi in queste condizioni non riuscirebbero a sentirmi.
La febbre è ancora molto alta e la testa mi fa male, questa situazione sta per finire spero solo che non si tratta di un altro dei miei sogni.



●Nuovissimo capitolo tutto per voi, sarà qualcuno di importate questo medico?
Forse qualcuno è arrivato per salvare Sara, speriamo solo che sia tutto reale e non frutto della sua mente, come sapete a volte la febbre alta fa giocare brutti scherzi...

Per adesso vi lascio con l'amaro in bocca e vi ringrazio per aver letto fino a qua se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento e se volete anche una 🌟...

Per qualsiasi problema mi trovate sul mio profilo di wattpad albanesej894
Un bacione 💝

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