CAPITOLO 30

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Matt's pov

Sono esausto, non riesco più a reggermi all'impiedi.
È passata una settimana ormai, sette terribili giorni senza di lei.
Ho promesso a me stesso di non lasciarmi andare, basta lacrime anche perché penso di non averne più nemmeno una dopo tutte quelle che ho versato in questi giorni.
Nel frattempo mia mamma ha preferito rientrare a casa per starmi vicino, ma purtroppo non possiamo fare niente.
Non posso fare niente, queste quattro parole sono le più frequenti che mi circolano in testa da quando ho realizzato che Sara è scomparsa.
A volte afferro il cellulare e avvio la chiamata illudendomi di ricevere una sua risposta, ma nessun segno di vita.
Quanto vorrei aprire gli occhi e scoprire che sto vivendo un brutto incubo, mi piacerebbe credere ancora nelle favole e sperare che all'improvviso tutto si sistema e si ritorna alla normalità, ho sempre avuto l'impressione di essere un ragazzo forte, ma solo adesso sto scoprendo che in fondo al cuore possiedo un piccolo frammento di fragilità che è in grado di scagliarsi contro la mia forza proprio nei momenti di difficoltà.
Sono in macchina con mio cugino Kevin e mio fratello Luc, ho litigato con entrambi perché volevo guidare io e dopo diverse discussioni hanno mollato la corda.
"Dove stiamo andando Matt?" Domanda mio fratello dal sedile posteriore.
"Non lo so." Confesso prima di accostarmi ai lati di questa strada che sembra poco abitata.
"Ci sono le forze dell'ordine forse è meglio rientrare a casa così riposi, sembri uno scheletro."
Osservo ciò che mi circonda, il sole ormai sta lasciando spazio alla luna e un altro giorno è trascorso senza avere notizie di lei.
Possibile che sia scomparsa nel nulla senza avvisare?
Perché?
Vorrei urlare, rompere qualcosa, piangere.
Sbatto furiosamente un pugno contro il volante dell'auto, subito dopo esco fuori sbattendo lo sportello senza ascoltare i richiami dei miei accompagnatori.
Corro senza una meta, fino a sentire le gambe leggere, poco dopo anche il mio corpo inizia a riprendere possesso del mio umore e scaglio un calcio a un cassonetto della spazzatura, poi colpisco tutto quello che mi ritrovo sotto gli occhi: una panchina, un palo della luce e perfino il muro di una casa.
Non sento dolore, almeno non quanto vorrei, ho bisogno di eliminare tutto lo sporco che c'è dentro di me.
Ecco che finalmente riesco a urlare, attirando sicuramente l'attenzione dei passanti.
Sento anche qualche bambino piangere probabilmente ha avuto paura, ma non mi interessa, almeno non in questo momento.
"Che cazzo stai facendo, calmati Matt."
Sento un forte dolore all'addome e istintivamente avvicino la mano, ma vengo bloccato dalle braccia robuste di Kevin.
"Basta, stai attirando l'attenzione un po' troppo."
Non so dove ha trovato il coraggio di fermarmi e soprattutto di farmi rientrare in macchina.
Osservo mio fratello che ha preso il mio posto in auto e io mi ritrovo seduto nei sedili posteriori con mio cugino.
"Pensi che facendo così otterrai qualcosa?" Mi chiede puntando i suoi occhi nei miei.
Non sono in grado di rispondere e così ci pensa lui a continuare a fare la predica di un genitore.
"Se ci tieni alla tua ragazza sappi che non è questo il modo di reagire."
Sbuffa e indica la mia mano, solo adesso mi accorgo del sangue che fuoriesce dalle nocche arrossate.
Non ho voglia di parlare e rispondo alzando le spalle.
"Luc andiamo a casa, ha decisamente bisogno di darsi una bella rinfrescata!"
Kev si appoggia allo schienale ed emette un sospiro di sollievo appena mio fratello parte a tutto gas con la macchina.
"Secondo me se non ti rilassi, quando la tua fidanzata ritornerà, ti lascerà all'istante."
Ascolto le sue parole, ma rimango in silenzio.
Non c'è nemmeno una bugia nel suo discorso, ne sono consapevole anche se sono impegnato a pensare ad altro per ammetterlo.
Per alcuni giorni ho pensato di essermi preoccupato inutilmente, ma a volte è più facile prendere la scorciatoia non pensando che la strada più difficile è quella che ti regala maggiori soddisfazioni.
Ho scelto di dare ragione a tutti gli altri ammettendo che Sara è scomparsa, ma io sono sicuro che non avrebbe mai preso l'iniziativa di sua spontanea volontà.
"Matt siamo arrivati."
Sento una leggera pressione sulla spalla, apro gli occhi e davanti a me vedo chiaramente la faccia di Kevin, mentre mio fratello aspetta che scendo per raggiungere il parcheggio.
Non mi ero accorto di essermi addormentato durante il tragitto verso casa, probabilmente devo iniziare ad ascoltare di più chi mi sta accanto, forse è meglio correre sotto la doccia per cancellare qualche pensiero di troppo.

L'acqua calda bagna il mio corpo, trascinando con sé tutta la rabbia e la frustazione di oggi.
Passo dolcemente le dita sui capelli, mentre strofino più forte il resto del corpo e senza rendermene conto incomincio a piangere. Dopo tanto tempo forse è la prima volta che riesco a buttare fuori le mie emozioni, ho bisogno di sfogarmi e la reazione di oggi è solo una piccola parte di rabbia che trattengo dentro di me.
Dopo pochi minuti che a me sembrano un'eternità, esco dalla doccia e con un asciugamano legato in vita raggiungo la mia camera.
Sarebbe meglio riposare un paio d'ore, ma non posso dormire tranquillo e così apro l'armadio e prendo una felpa bianca e un jeans scuro, poco importa il mio abbinamento, non devo andare ad una festa bensì a cercare la mia ragazza.
Esco dalla stanza e mentre mi avvio verso il salotto ascolto qualcosa che mi lascia turbato ovvero una strana conversazione tra Kevin e Luc.
"Forse è il caso di dirglielo."
"Ma hai visto come sta?"
"Kev io non so se è una buona idea nascondegli una cosa come questa..."
A questo punto la questione è abbastanza chiara, mi stanno nascondendo qualcosa e decido di intervenire prima che progettano un secondo piano per non dirmi niente.
"Cos'è questa storia che dovete dirmi, voglio sapere tutto." Mi appoggio allo stipite della porta e incrocio le braccia, intorno a me c'è solo silenzio così osservo attentamente gli occhi sgranati di mio cugino e la bocca spalancata di mio fratello, non si aspettavano di essere beccati nel bel mezzo del discorso.
"Potete parlare e Luc chiudi quella bocca che ti entrano le mosche."
La mascella di mio fratello scatta immediatamente come se solo in quel momento si fosse ricordato come comportarsi.
"Matt ti abbiamo detto che devi riposare." Esclama Kevin annoiato.
"Kev ha ragione vai a riposare."
All'improvviso dal salone spunta Miryam e mi appoggia una mano sulle spalle.
Osservo prima lei e subito dopo riporto l'attenzione sui due ragazzi seduti intorno al tavolo della cucina.
"Sentite io ultimamente ho pochissima pazienza e se non mi dite cosa sta succedendo giuro su tutto il bene che vi voglio che riuscirò a scoprire da solo cosa mi state nascondendo e a quel punto non credo di riuscire a mantenere la calma."
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e stringo forte i pugni fino a conficcare le unghie nella pelle.
Kevin e mio fratello si scambiano un'occhiata prima che quest'ultimo mi consegna una lettera bianca.
Corrugo le sopracciglia e giro la lettera per leggere il mittente, ma nessun nome e nemmeno una via.
Apro lentamente la bustina bianca e intanto vedo i miei amici unirsi a me.
Intravedo la stessa carta che solitamente viene utilizzata per le fotografie e così estraggo il contenuto della busta.
La faccia di Kevin è preoccupata e fissa attentamente Miryam, mentre Luc cerca di trattenere le lacrime.
Nello stesso istante in cui giro la fotografia sento il mondo sgretolarsi velocemente sopra di me.
Le mani iniziano a tremare talmente forte come se ci fosse un terremoto terribile in corso, sento le gambe deboli e molli come una gelatina e la vista si offusca a causa delle lacrime che minacciano di scendere. Percepisco un urlo subito interrotto,  capisco che anche Miryam non sapeva niente, lo intuisco dal suo straziante pianto, Kevin cerca di calmarla mentre Luc sta provando a rialzarmi da terra, solo allora guardo il pavimento sotto di me e mi accorgo di essere caduto sulle ginocchia senza sentire nessun dolore.
Stanno urlando, ma non li sento. Osservo le loro labbra muoversi, ma non riesco a seguire quello che dicono.
Sono distrutto. Proprio io un ragazzo forte come un albero, ma fragile come una foglia. Ecco avete presente lo stesso effetto che un uragano ha su ciò che spazza via?
Sono una piccola foglia caduta dall'albero in preda alla scottante forza di un violento uragano.
I miei occhi sono fissi su quella piccola e profonda fotografia.
Solo dopo aver osservato per un tempo indecifrabile i particolari incisi su quel frammento di carta, mi abbandono all'emozione versando lacrime amare.



●Nuovo capitolo molto particolare.
Mi sento male per voi, lo so che in questo momento mi starete odiando, ma vi giuro che se ho preso la decisione di far finire il capitolo così c'è un motivo.
Non vi faccio domande, ma lascio spazio alle vostre considerazioni.

Vi ringrazio per aver letto fin qui, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se vi va lasciate una 🌟...

Vi aspetto nel prossimo capitolo, mi raccomando non potete perderlo.

Per qualsiasi problema mi trovate sul mio profilo di wattpad albanesej894
Un bacione 💝

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