/Jackson\Le avevo agguantato quella distesa di fuoco, sussurrandole arrochito e al contempo spaventato da me stesso,
"Mi farai diventare dannato."E lo credo fermamente anche ora, benché non posso e non voglio accettarlo, in nessuna maniera.
La mia folle gelosia.
Il modo possessivo.
Il cercarla sempre e individuarla tra una folla in delirio.
E vorrei solo allontanarla, non solo come presenza, ma anche dalla mia dannata testa.
E invece anche adesso, mentre trangugio tre bicchieri di succo d'Ananas, il sapore della sua intimità, é ancora appiccicato alla mia lingua insaziabile.
Sento ancora il sangue caldo, scorrere nelle vene.
La dannata smania di sbatterla, come ho fatto con il pugno della mia mano, nella doccia, sporcandomi per quel pensiero.
Mi ha sfidato, provocato, e come sono tornati loro é tornata anche la mia indifferenza.Vorrei almeno credere un minimo che fosse così, ma non riesco a mascherare bene, ciò che mi causa dentro.
Così dopo la colazione, in cui l'ho ignorata bellamente, ho cercato un diversivo per distrarmi.
Sarei impazzito nel vedere di nuovo uno dei suoi bikini succinti, mentre nuota, scuote la chioma di fuoco, o prende il sole come la regina delle Dee, dove l'unico desiderio é tirarlo fuori e godere intensamente per quelle visioni erotiche.Quindi mi sono dato da fare nella Dépendance. Non certamente perché me l'ha ordinato qualcuno. Devo allontanare questa ossessione che mi rende schiavo.
Riprendere il totale controllo, e farmela godendo semplicemente del calore del suo corpo, senza azzannare il primo che le posa gli occhi addosso.
Perché questo é solo un fottuto gioco di piacere, e lei non é mia, non la voglio mia.Mi dirigo a metà giornata, verso la piscina, e con mia somma soddisfazione, non la vedo mettersi in mostra.
Probabilmente sarà a fare altro dentro casa, e certamente non andrò a constatare la mia tesi.
Invece mi accendo una sigaretta, poggiando la spalla al muro a pietre vicino alla ceneriera rialzata.
Godo di questa pace, mentre una Mía in acqua, mi fissa tentatrice, toccandosi volutamente il bordo della fascia, per invitarmi a banchettare sul suo seno pieno.Le rivolgo un sorrisino, arricciando le labbra da un lato, e probabilmente sarebbe giusto farmela. Me la sarei scopata senza pensarci su un secondo di più, se non fosse che Sky ama troppo circolare nel mio cervello.
Quindi sarebbe inutile, scopare con una e pensare constantemente a lei.
Perché lei la posso avere, ma al tempo stesso vorrei mettere barriere, per non farla oltrepassare.
Ricordo il suo modo quando eravamo a casa mia, di osservarmi dentro il box doccia.
Quelle iridi offuscate dal desiderio, e piene di una speranza, che non sapevo decifrare.
Leí mi guarda, non mi vede e basta, e ciò non é possibile.«Hey, Fox. Ti stai divertendo?» Mi volto con il viso, verso Samuel che sta camminando nella mia direzione, con le mani infilate nel pantaloncino bianco e una camicia stile Hawaiana aperta sul davanti.
«Molto, Samu. Ti ringrazio per averci ospitato.» Replico cristallino alla sua domanda, mentre tiro una nuova boccata, che crea una nube al mio lato.
«Non dirlo neanche. Mi dispiace solo che ieri sei andato via subito.» A quella constatazione detta con un tono dubbioso, stringo le labbra in una linea dura, mentre lo vedo osservarmi di tralice, con la mano a curva davanti alla bocca, per accendersi il sigaro.
«Non stavo bene.» Mento forse fin troppo grezzo e vigoroso, quanto i muscoli del corpo che si tendono.
«O forse perché la sorella di Adam, era rimasta a casa?» Cazzo! É una domanda che scava per cercare la verità, come le sue iridi che mi sondano, per cogliere una minima espressione facciale, che mi faccia compiere il passo falso e svelare le carte.
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•Death Silent• 1 Vol. Serie "Fight without rules"
ChickLitC'è chi combatte per vincere. C'è chi combatte per vivere. E poi ci sono io. Death Silent. Che combatto per giustizia. Jackson Thomson potrebbe essere un normale ragazzo di ventitré anni. Già...potrebbe. Ma lui vuole flagellarsi. Vuole crocifig...