•Capitolo 28•

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~•Sky•~

"Tu sei niente. Niente a cui posso sopperire."

Un battito di ciglia. Le sue labbra poggiate sulle mie. Due respiri che si fondono tra le prime luci di un nuovo giorno. Il suo verde foresta brillare, come se uno squarcio prepotente di luce, avesse accecato quella radura tetra.
Il cuore implodere nel petto. Il sapore del tabacco e della morte, invadere i miei sensi.

"Tu sei niente. Niente a cui posso sopperire."
E in quegli occhi invece ho letto altro.
Mi ha causato nello stomaco uno stormo di farfalle multicolore, che appena ho letto quelle iridi, si sono tinte di nero onice lasciando alcune cadere al suolo morte.

È passata una settimana, da quando Jackson mi ha lasciato la sensazione delle sue labbra carnose sulle mie.
Ripenso. Rimugino. Vago nel ricordo che se fossi stata trascinata dall'irrazionalità, avrei lasciato la sua lingua entrare in collisione con la mia, e aggrapparmi con tutte le mie forze alle sue spalle come alle speranze di un qualcosa.
Ma ho fatto bene ad ascoltare il mio cervello.
Lui non vuole. Lui vuole dimenticarmi. Vuole che io sia come un suo sfidante.
L'attesa rinfocola il suo desiderio. Sente palpabile l'adrenalina pulsare nel sangue. Vedermi compiere mosse che già sa.
E poi ribaltarmi al suolo mettendomi Knock-Out. E io non posso permetterglielo.
Ho un cuore purtroppo, e quello batte senza il mio consenso, perché è uno sporco traditore.
E mi riprometto a me stessa che quando giungerà il giorno in cui lo rivedrò, glorioso e aitante come un demone, sarò io quella che metterà via nello scrigno i sentimenti, e richiederò il suo corpo.
E sarò letale. Lui penetrerà dentro il mio corpo, io lo farò nella sua testa, e prima che se ne renda conto sarò già giunta al suo cuore.

Così sono scivolate due settimane. Sono ancora a Lexington, e certo non per mio volere.
Sto cercando qualche buon Dio che accetti l'offerta modesta, poiché ho messo un cartello con affisso "Vendesi".
Adam appena ho dato la notizia, non mi ha parlato per cinque giorni.

-Non puoi dire sul serio, cazzo, Sky! È casa nostra.- Aveva strepitato dall'altro capo del telefono, mentre tentavo di aggiustare la staccionata semicadente.

-Non più ormai. Ci servono soldi Adam, o forse non ti sei reso conto che ho speso ogni singolo centesimo per il funerale di TUA madre.- Sottolineai con disprezzo amaro quell'ultima parola, che fece grugnire lui.

-Nostra, Sky. Nostra madre.- Mi riprese severo e incalzante, mentre un sorriso di sdegno si dipinse sulle mie labbra, e almeno quello non poteva vederlo.

-Porta i nostri ricordi.- Soggiunse più mellifluo, pensando di farmi vedere il lato buono della moneta.
Ricordi. Quali? Quelli dove mia madre annuncia con disprezzo che nostro padre è morto?
Quello del nostro patrigno che ogni volta che mamma era a fare i suoi porci comodi, veniva a visitare le grazie di una bambina ancora innocente?
Quali, Adam? Quali?

Ma non potevo dirglielo, perciò risposi piccata e secca.
-Quelli restano nel cuore. La casa verrà venduta, con o senza il tuo consenso.- E così avevo interrotto la comunicazione, senza pensare che ero stata una stronza e lacerante come un'abrasione.

Oggi è il giorno del mio ventiquattresimo compleanno. Caroline arriverà stasera.
Sue testuali parole: Vediamo come ci si diverte a Lexington, ragazza di campagna.

E già la immagino a ballare sopra i tavoli di qualche pub stile irlandese, con un boccale di birra in mano, mentre ancheggia con qualche mise indecente, che manderà fuori testa tutta la piccola contea. Sicuramente penserà di mettersi degli stivali texani, facendo molto mood contadino.

•Death Silent•      1 Vol. Serie "Fight without rules" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora