•Capitolo 23•

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~•Sky•~

Un mese.
Serve altro da dire? Questa parola spiega tutto.
Un mese per tornare agli albori. Per tornare sconosciuti, cancellando le scia di un'amicizia, e di ciò che sarebbe potuto iniziare.
Vorrei direi di odiarlo.
Io ci provo. Ci sono attimi in cui me ne convinco, esco e ripeto: Cosa me ne frega.
Poi ci sono quei cavolo di attimi che invece dici: No, mi manca.
Mi manca ciò che avevamo. Eravamo.
Mi manca e non posso proprio illudere il mio cuore, di odiarlo, se batte incessante come la scorsa settimana.

Ho voluto sfidare me stessa. Convincermi che posso frequentare un ragazzo, spazzando via il bruciore e il calore languido, che solo Jackson sprigiona in tutto il mio corpo.
Da quel messaggio che aveva i falsi allenamenti, non ci siamo più parlati.
Mi ero appostata sotto casa sua, e avere la certezza che mi aveva presa bellamente in giro, mi aveva fatta congelare con le mani tremanti sul volante, e un pizzicore al bulbo oculare.
Ma non ho lasciato scivolare lacrime calde.
Ho solo stretto le labbra, e sono andata via, lasciandogli un messaggio che sottintendeva il fatto che lo avessi beccato in pieno, con un'altra.

Il pensiero che si stava sbattendo lei, mi ha logorato per due settimane, in cui con Violet ero sempre agitata, nella paura mista a voglia di incontrarlo.
Per dirgli cosa?
Per fargli vedere cosa? Disprezzo forse.
E mi rendo conto che non é così.
Il suo cambio repentino non me lo spiego, ma non chiederò mai. Non mi abbasso a certi livelli.
Non lo rincorro. Non voglio essere come le altre, anche se nel profondo io per lui fremo e tremo.

Ero andata di mira, nel pub dove lavora.
Sapevo il suo orario, e mi ero anticipata di dieci minuti dal suo orario lavorativo.
E non ero sola. Ho accettato un semplice invito dal ragazzo della caffetteria, dove ogni mattina prima di andare in istituto, mi fermo.
Non lo avevo mai degnato di più di uno sguardo e due chiacchiere semplici.
Ammetto che é un bel ragazzo.
Uno stile surfista fresco, biondo occhi chiari.
Ma decisamente mi lascia indifferente, seppur abbia accettato l'invito, come sorta di scaccia pensieri.

E anche se adesso sto andando a casa di Thomson, rivivo la serata.

1 settimana prima

«Vuoi qualcosa da bere?» Il tono carino di Jonathan mi stava facendo sentire una stronza senza eguali, poiché ogni due secondi controllavo l'entrata del pub, in trepida attesa di vederlo apparire.
Di vedere il demone e morire sotto la coltre di quelle paludi fittizie.

«Direi di...» E mentre stavo per proclamare il mio "Sì" più o meno convinto, sentii il tonfo della porta chiudersi, anche con la musica di sottofondo e il chiacchiericcio, lo avevo captato.
Ero seduta su dei divanetti verde bottiglia impunturati in fondo alla sala, e le gambe iniziarono a tremare di freddo sotto il tavolino di legno, nel vederlo entrare.
La sua camminata sicura e fiera.
Il modo in cui tirò giù la cerniera del chiodo in pelle, e i suoi riccioli indomiti scendere a solleticargli la fronte.
Ingoiai a fatica la bile, nel vederlo rivolgere un sorriso stupendo e gioviale al suo capo, che rispose con un'alzata di mento e un sorrisetto incurvato.
«Sì, grazie.» Proclamai incantata, vedendolo sorridere e alzarsi lentamente, per avviarsi al bancone.
Lo stesso in cui aveva preso postazione Jackson, finendo di allacciarsi il grembiule nero con la scritta verde del pub.

Non si era accorto di me, e forse era meglio.
Mi sfregavo le unghie sul jeans aderente, nel notare  Jonathan rivolgersi proprio a lui.
Ma ciò che mi fece morire in due secondi netti, senza poter riprendermi, fu l'osservare i due boccali di birra chiara in mano a Jonathan.
Il suo sorriso soddisfatto nel venire verso di me, e gli occhi di Jackson prima piantati sulla schiena del mio accompagnatore, spostarsi fulminei e precisi come un cecchino, nelle mie iridi in cui le pupille assorbirono tutto l'azzurro.
I suoi occhi da prima inebetiti e increduli, allo sbattere delle ciglia lunghe e nere, divennero due crateri neri profondi, in cui poter venire risucchiata.
La sua mascella si tese, facendo vibrare un muscolo della guancia, nello sforzo di digrignare sicuramente i denti, racchiusi nella bocca serrata in una linea dritta e solida.

•Death Silent•      1 Vol. Serie "Fight without rules" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora