/Jackon\
Lascio che la mano di Sky, mi trascini sopra.
Ho un tumulto nel cuore, perché sento e so per certo che qualcosa la tormenta.
Le solite stanze chiuse, e ci fermiamo proprio davanti ad una che non ha mai aperto.
Avverto anche se mi da la schiena, quanto sia accelerato il suo battito cardiaco.
Quanti respiri esala al secondo.
Quanto rafforza la presa tra le mie dita, e quanto siano sudate le sue.
Si strofina l'altra sul pantaloncino di jeans, per portarla successivamente sulla maniglia d'ottone.Mi accosto maggiormente alla sua schiena, pervasa da brividi più per ansia che per il mio contatto, infondendole il coraggio per tirarla giù piano e spalancare l'uscio.
Fa un passo indietro, quasi inciampando sulle mie scarpe, e la sua schiena collide con il mio petto arrestando la fuga che premeditava.
Come se avesse visto un fantasma, la sento deglutire, ma se il silenzio ci ha sempre fatti capire, capirà che il mio non pronunciarmi equivale a farla avanzare.E così lo fa. Lentamente si inoltra e mi trascina con se, nel fascio di luce che sprigiona la stanza. E non una qualsiasi. La sua. Quella di quando era bambina. Un quadro di lei e di Adam sorridenti, posto sul muro di fianco al letto da una piazza.
La portafinestra che da sul terrazzo, viene occultata da una tenda grigio perla e, a contornare il tutto solo un armadio di legno.
L'odore di naftalina accusa appena quello della sua dannazione, e capisco che in questa stanza é parecchio tempo che non la usa.
Ma non sono stupido. Il motivo non é il letto singolo che non potrebbe accogliere le nostre sessioni di sesso in tutte le posizioni possibili per fotterla meglio.
C'è altro.
Me ne rendo conto dal suo restare piantata nel centro, e ispezionare la stanza, come se la vedesse per la prima volta.Le nostre dita ancora incastrate, che abbandona piano, mi portano a staccarmi da lei e le lascio il tempo di riprendersi, di prepararsi, mentre vado a sedermi sul letto composto solo dal materasso un po' ingiallito dal tempo.
Le doghe si lamentano sotto la mia mole, osservando Sky, avanzare verso un piccolo scrivano di legno ciliegio che non avevo notato, e girare placidamente la piccola chiave su cui oscilla una nappina bordeaux.
Tira il cassettino a se, e noto che all'interno ci sono dei libri impilati perfettamente, un barattolo con dei pennarelli e tra quell'ammucchiata ordinata, le sue dita ne sfiorano uno con incertezza.
La vedo socchiudere le palpebre, ma non accenno a parlare o muovermi.
Capisco che ha bisogno del suo tempo, e non aspetto molto che lo afferra con un tremore che la scuote, e si riverbera nel suo azzurro spento, quasi vitreo, nel medesimo secondo che si gira e avanza verso di me.Abbassa istintivamente lo sguardo, quando mi porge un quadernino rosa, e so che é la sua muta richiesta di invitarmi a scoprire ciò che contiene al suo interno.
Resta ferma come una statua, mentre sfilo dalle sue dita molli, il quaderno e lo poggio sulle mie gambe.
Tremo anche io, senza sapere il reale motivo, ma é come se vivessi delle sue emozioni.
Come se ciò che attanaglia lei, fa successivamente agitare me.
Siamo due ingranaggi che funzionano perfettamente, e se uno si blocca lo fa anche l'altro, perché non può collaborare senza il pezzo leso.Si martoria le dita. Se le porta agitata tra le labbra che esalano sospiri tesi e pesanti.
Si graffia la pelle del palmo, ma non si siede.
Resta davanti a me, che svio lo sguardo da lei e mi concentro sul quaderno.
Lo strato spesso e duro che ricopre le pagine, mi fa intuire che é un diario, e divento ancora più agitato senza farglielo notare.
Credo di essere anche io una pozza di sudore e paura, ma non mi fermo.
Inizio a leggere, assorbendo ogni singola parola per imprimerla dentro.Cara Cherry.
Oggi Margaret ci ha presentato il suo nuovo compagno. Di lui so solo che ha due figli maschi, e spero di conoscerli. Sarebbe bello giocare con qualcuno. A scuola non riesco a fare amicizia, tutti mi prendono in giro per i miei capelli e dicono che le rosse puzzano.
Sono tanto triste, rivoglio il mio papà, non lo voglio questo.
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•Death Silent• 1 Vol. Serie "Fight without rules"
Chick-LitC'è chi combatte per vincere. C'è chi combatte per vivere. E poi ci sono io. Death Silent. Che combatto per giustizia. Jackson Thomson potrebbe essere un normale ragazzo di ventitré anni. Già...potrebbe. Ma lui vuole flagellarsi. Vuole crocifig...