/Jackson\
Le mie nocche, bruciano sul suo volto latteo, e ammiro affascinato le sue dolci efelidi che si imporporano sotto il mio tocco.
Ancora di più, quando il mio pollice le sfiora l'angolo delle labbra polpose, che si schiudono in un ansimo che vibra tra le corde del mio organismo.«Voglio che tu ora, chiuda le persiane della portafinestra. Non deve filtrare alcun spiraglio di luce, se non quello necessario per vederci. Esigo che tu rifaccia il letto e ti infili sotto le coperte. E aspetti il mio arrivo.» Le mie labbra toccano con sensualità e adorazione, la pelle sotto il suo orecchio, che serpeggia di brividi per il contatto. Il mio tono é carico di lussuria e imposizione ferrea che non ammette replica, quando mi giunge un suo sussulto strozzato.
«Jack...» Non voglio il mio nome sulle sue labbra, ora. Deve affidarsi ai miei piani.
«Shhh.» L'apostrofo caldo, dandole un leggero morso, che le fa piegare lateralmente la testa, per offrirmi totalmente il suo collo elegante.
Dio, il profumo della sua dannazione, mi consuma ogni giorno di più, e voglio abusarne, perché sono un soggiogato di Sky.«Dove vai?» La sua domanda traballante, si sporca di paura nel pensiero che io me ne vada via, e stringe maggiormente il collo della mia t-shirt.
Le mie labbra risalgono lente e pragmatiche, sul suo lobo, e lo ricopro come se volessi divorarlo.«Aspettami e basta.» La informo rauco e con un tono talmente rassicurante, che la fa di nuovo annuire con la testa, staccandoci piano.
Proprio come la prima volta che la vidi, e i nostri sguardi erano combattuti se rimanere inchiodati, sviare subito oppure gustarsi lentamente e poi lasciarsi con flemma.La sua testa scatta nella mia direzione, e i suoi occhi offuscati da mille emozioni, bersagliano i miei come un mirino dalla mira precisa e infallibile.
La vedo tremare di incertezza, ma le mie iridi le promettono che sarò presto di ritorno, e cerco di farglielo leggere il più possibile, anche se la nebbia ci ricopre, mentre avanzo verso la porta.Scendo le scale in fretta, per non perdere un minuto in più, e spalanco la porta dell'entrata, per richiuderla con un tonfo sonoro.
Un Ding che scocca, per darle il cenno di fare come le ho detto.Metto in moto con fretta, il pick-up dove le ruote stridono sulla ghiaia per la potenza con cui accelero subito, e in un secondo sono già a girare per il centro della contea di Lexington.
Sembra di tornare negli anni 50'.
Tutti negozietti e boutique centenarie, che sicuramente si saranno passati di generazione in generazione per continuare le attività familiari.
E tra quelle, scorgo accanto ad una tavola calda, un piccolo negozio di scarpe, che potrebbe fare al caso mio.Penso e sorrido, mentre sosto la macchina di fianco al marciapiede e osservo la vetrina, che deve essere stato questo il negozio dove la mia Dea, ha acquistato quei mocassini strani, che portava i primi tempi.
E dannazione, anche nella sua stranezza mi aveva già fottuto più di tutta la normalità.La tendina a perline, crea un lieve rumore plastico, mentre mi inoltro nel negozio, che porta il tipico tanfo di suole e vernice.
Non trovo nessuno dietro al bancone di legno scheggiato, se non degli scaffali di metallo, con prodotti per pulire le scarpe e pannelli con appesi vari tipi di solette.
Giro tra le scatole di scarpe, finché non trovo quello che cerco.«Arrivo, un secondo solo.» Sento una voce di donna, impacciata e trafelata, inveire contro qualcosa con imprecazioni che mi portano a grattarmi la nuca.
Trasporto la scatola di scarpe fino al bancone, quando da dietro la mia schiena vedo la donna correre, e quasi inciampare su un'appendi abiti che ha affissi solo dei prendisole.
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•Death Silent• 1 Vol. Serie "Fight without rules"
ChickLitC'è chi combatte per vincere. C'è chi combatte per vivere. E poi ci sono io. Death Silent. Che combatto per giustizia. Jackson Thomson potrebbe essere un normale ragazzo di ventitré anni. Già...potrebbe. Ma lui vuole flagellarsi. Vuole crocifig...