•Capitolo 46•

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/Jackson\

Finalmente mi sono tolto ogni sassolino dalla scarpa.
Ho parlato con Adam circa Sky e il rapporto che stiamo costruendo.
In realtà non c'è nessun rapporto d'amore o progetti futuri, ma voglio viverla con leggerezza e da buon amico e con grande fatica, che distorceva appena i tratti del volto, ha ceduto.

Ora sono con Sky in macchina. Non sa dove la sto portando e non pone domande, il che mi va perfettamente bene.
Voglio farle una sorpresa e spero che sia gradita.
La sento sussultare quasi impercettibilmente, quando dai finestrini si inizia ad intravedere la scogliera, che delimita la limpidezza messa in risalto dai raggi solari, del mare.
Di tralice e compiaciuto, osservo Sky che punta i suoi occhioni verso gli scogli, come a volerne analizzare le forme e i punti spigolosi.

Apro appena il finestrino dal suo lato, dove sobbalza ritornando al presente, troppo assorta e un refolo di vento caldo le porta a svolazzare una ciocca che le carezza lo zigomo, come vorrei fare ora con il mio polpastrello che suda sul cuoio del volante.

Le sue dita affusolate, vanno a scostare quella ciocca che si appunta dietro l'orecchio, e riporta gli occhi su i miei, che faticano a mantenere la traiettoria dell'asfalto.

«Ma...non ho il costume» Prorompe e rompe il silenzio, pensando subito che voglia farmi un bagno.

«Oh fidati, Dea...per ciò che ho in mente non serve.» Le confido malizioso, quanto le mie iridi oscure di promesse succulente, mentre le sue sono dubbiose. Leggo scetticismo nel modo di inarcare il sopracciglio e assottigliare il taglio degli occhi da gatta selvatica, e ciò mi fa sorridere internamente.

Riporto a costrizione lo sguardo lungo la strada, solo per svoltare e trovare un posto sullo spiazziato semivuoto.

La osservo fiondarsi giù dalla macchina, richiudendo con un tonfo debole della mano lo sportello, mentre i suoi occhi viaggiano ancora tra gli scogli rocciosi che delimitano la spiaggia lucente.

Mi carico la borsa con dei panini che avevo preparato e alcuni asciugamani, all'insaputa di Sky, e a piccoli passi ci avviamo giù verso una discesina, accogliendo sotto le piante, la sabbia calda che ci solletica i piedi seppur abbiamo le infradito.

«Questa è la prima cosa, nella lista delle cose che voglio fare.» Snocciolo entusiasta, per togliere una punta di curiosità, alla Dea che mi osserva spaesata.

«Hai una lista?» Domanda perplessa e al contempo stupita, vedendo l'ombra di un sorriso galleggiare sulle sue labbra polpose.

Rilascio un dolce sbuffo al vento, guardando proprio esso.
«Ho sempre pensato di essere l'estensione di mio fratello. Ho sempre seguito le sue...orme. Ma non c'è mai stato qualcosa di veramente mio, e perciò...si.» Ammetto per la prima volta cristallino con me stesso, trasparente con lei che riesce senza domande personali, a farmi cacciare fuori tutti i detriti che mi porto dentro.

«E quale sarebbe?» S'incuriosisce più carezzevole, e senza aspettare oltre le mie dita vanno in cerca delle sue, che si aggrappano come se fosse inevitabile alle mie, e la spintono gioioso verso il punto.

Varchiamo le porte di un chiosco in legno, e subito deduco che abbia capito cosa intendevo, poiché su i muri di legno a pannelli, ci sono affisse tavole da surf di ogni colore e dimensione.
Mi avvicino alla piccola reception, suonando il campanello dove un ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli castani, ci accoglie con un sorriso.

«Siete i ragazzi che avete lezione per la prima volta, vero?» Deve ormai conoscere i clienti abituali, poiché annuisco con la testa mentre Sky sembra felice di condividere questa prima follia con me.

•Death Silent•      1 Vol. Serie "Fight without rules" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora